Italiani e Italiani all’estero – Brasile – Dal partito democratico in Brasile indicazioni per l’agenda delle relazioni economiche Italia/Brasile nella prossima legislatura

08/02/2018

Italian Network

Italiani e Italiani all'estero – Brasile – Dal partito democratico in Brasile indicazioni per l'agenda delle relazioni economiche Italia/Brasile nella prossima legislatura

(2018-02-08)

  Dal Partito Democratico del Brasile giunge un interessante documento sulle potenziali relazioni dell'Italia con il Brasile nella prossima legislatura. Un'agenda, redatta da due economisti, Marco Contardi e Tino Cotugno,  che offre una serie di indicazioni per un Agenda della nuova legislatura finalizzata allo sviluppo delle relazioni economiche Italia-Brasile come modello per l’America Latina.

1. Città, sistemi urbani e municipalità

Le città, sia in America Latina che in Italia, costituiscono ormai da tempo uno dei luoghi privilegiati in cui si concentrano, in modo contestuale, la domanda crescente di servizi alla popolazione e le dinamiche di sviluppo economico. Temi quali la connettività, l’energia, la mobilità, i servizi idrici, la gestione dei rifiuti e l’inclusione sociale, i servizi alla persona, sono sempre più centrali. Lo sviluppo dei sistemi urbani è imprescindibile dalla partecipazione e dal coinvolgimento attivo dei cittadini. Le città devono assicurare vivibilità e solidarietà, servizi e partecipazione, coniugando innovazione e bisogni: rispetto a questo contesto il ruolo delle municipalità sia nella presa in carico delle domande sociali, che nella capacità di trovare soluzioni adeguate diventa fondamentale e non alternativa alle soluzioni tecnologiche, portate dai concetti di Smart Cities & Smart Communities.

Accanto a questo è importante sottolineare come lo scambio di buone pratiche porta con se la possibilità di condividere opportunità di sviluppo economico, creando un circuito virtuoso con l’ecosistema imprenditoriale e tecnologico locale connesso ai servizi erogati.

Infine lo scambio delle buone pratiche è fondamentale soprattutto per avviare una nuova fase della partecipazione civica attraverso il coinvolgimento dei cittadini nella definizione e nell’accompagnamento alla gestione dei servizi urbani per includere anche le classi più povere nella fruizione dei serviziali essenziali e avanzati.

I progetti di sviluppo di reti orizzontali fra città italiane, brasiliane e latino americane, costituiscono modalità promettenti per fornire – attraverso lo scambio di buone pratiche che siano in grado di mobilitare insieme cittadini, imprese e ICT (Tecnologie Informazione e Comunicazione)- una risposta comune ai fabbisogni urbani crescenti. In questo senso l’esperienza delle imprese municipalizzate italiane assume grande rilevanza per la capacità dimostrata di: tenere insieme interesse pubblico locale e management professionale, garantire governance societaria e standard elevati di compliance, offrire accessibilità diffusa ai servizi pubblici locali, mobilitare significative risorse finanziarie pubbliche e private e favorire lo sviluppo di un ecosistema tecnologico-imprenditoriale di fornitori qualificati. Le Smart Cities infatti costituiscono volani di crescita dei sistemi imprenditoriali: le imprese erogatrici dei servizi urbani in grado di fare sistema con i fornitori e con il sistema della ricerca e del trasferimento tecnologico producendo ambienti eco-sistemici che sono promotori e produttori di innovazione e trasferimento tecnologico.

In particolare i progetti di cooperazione fa città dovrebbero concentrarsi in settori di servizi pubblici locali in cui esiste una domanda molte rilevante in Brasile e in cui le città italiane e le rispettive società municipalizzate hanno delle best practices:

– illuminazione pubblica;

– gestione dei rifiuti;

– gestione del ciclo idrico integrato;

– banda larga municipale.

2. Sistemi di imprese e filiere produttive

La valorizzazione dei sistemi territoriali, sia come portatori di competenze e prodotti, sia come aggregatori di imprese e di conoscenza,porta a promuovere una consapevole comunità di produttori di beni, servizi e conoscenze. L’incremento dello scambio e delle relazionifra i vari attori richiede delle politiche pubbliche adeguate e conseguenti: risorse pubbliche finalizzate, azioni di sistema, cooperazione strutturata con soggetti ed enti di altre aree del mondo. Attori non secondari di questo processo sono le reti della conoscenza, nelle diverse articolazioni oggi esistenti, fra parchi scientifici e centri di ricerca pubblici e privati, grandi imprese e sistemi distrettuali.

Una rete di cooperazione transnazionale fra cluster industriali Italiani e brasiliani potrebbe consentire di attivare processi di Smart Specialization, intesi come capacità di promuovere la cooperazione fra cluster industriali e anche i settori quali l’agroalimentare e lacostruzione civile;

Gli attori da coinvolgere per questi processi di collegamento e connessione fra filiere produttive, dal lato italiano sono le Regioni, le organizzazioni dei cluster, Associazioni Confindustriali e le Associazioni di settore, le Università e Centri di trasferimento tecnologico e i Parchi tecnologici, il sistema delle Camere di Commercio e l’ICE. Dal lato brasiliano risultano rilevanti le organizzazione del Sistema S – Istituto Evaldo Lodi e SENAI della CNI e SEBRAE – e a livello di Stati Brasiliani le Segreterie di Sviluppo Economico, le Agenzie di sviluppo e i Parchi tecnologici.

Gli ambiti di intervento progettuale possono riguardare:

Progetti di cooperazione fra cluster di imprese Brasile – Italia, in particolare nel settore delle energie rinnovabili e delle Smart Grid, acqua, tecnologie per l’agricoltura e produzione di biogas, trasformazione alimentare, ecc.;
Progetti di sviluppo di supply chain locali, iniziando dalla fornitura per le grandi imprese italiane insediate in Brasile;
Progetti di avvio di Parchi Tecnologici e Zone industriali e piattaforme logistiche o di creazione di aree dedicate in strutture già esistenti, per le imprese italiane interessate all’insediamento.

3. Infrastrutture e logistica

Lo sviluppo latinoamericano dell’ultimo decennio ha ridisegnato in maniera radicale sia le relazioni diplomatiche che economiche fra i paesi e ha determinato un forte fabbisogno di connessioni e di infrastrutture. A tal fine occorre valorizzare le azioni e gli investimenti già in corso rivolti alla creazione dei corridoi infrastrutturali identificati dalla programmazione delle istituzioni multilaterali, dagli stati e a livello subnazionale dentro una visone continentale.

Le competenze rilevanti in materia di logistica e infrastrutture detenute dalle imprese latino americane e italiane, e dai loro ecosistemi di ricerca, tecnologia e know-how, consentono di cogliere l’occasione offerta dall’ampliamento e dalla realizzazione delle reti infrastrutturali. L’esperienza maturata permette, promuovendo cooperazioni strutturate, di offrire il giusto mix fra infrastrutture e tecnologia in risposta al fabbisogno emergente da porti, aeroporti e reti del continente latino americano, le reti fisiche e materiali sempre più in stretta relazione con le reti di logistica. Questo nuovo profilo della domanda di infrastrutture viene confermato dalla riorganizzazione geo-economica del continente latino americano e dal nuovo scenario internazionale offerto dalle economie del pacifico. È importante anche non trascurare come la logistica abbia un effetto di trascinamento anche in relazione a settori molto sensibili dal punto di vista della coesione sociale quali quelli collegati alla filiera agricola facilitandone la trasformazione in agribusiness.

Un processo con queste ambizioni richiede la creazione di strumenti in grado di integrare le infrastrutture esistenti ed in corso di realizzazione con l’evoluzione dei fabbisogni e dei sistemi transregionali. Uno strumento in grado di fornire risposte flessibili e di orientamento può essere rappresentato da uno strumento di finanziamento degli studi di fattibilità finalizzati allo sviluppo e strutturazione di progetti di sistemi di infrastrutture. Questi studi di fattibilità finanziati attraverso la costituzione di un fondo ad hoc dovrebbero essere finalizzati al rafforzamento ed alla integrazione delle reti logistiche ed infrastrutturali, quali ad esempio:

– Sviluppo di aeroporti regionali in città medie come poli di sviluppo urbano di servizi avanzati;

– Sviluppo di sistemi infrastrutturali ferroviari e portuali in distretti logistici integrati;

– Piattaforme logistiche come Hub di integrazione, collegati ai distretti logistici e agli aeroporti regionali.

4. Risorse e strumenti finanziari per lo sviluppo

L’offerta di opportunità di finanziamento degli investimenti, sia che si tratti di progetti di tipo infrastrutturale che industriale, rappresenta un elemento rilevante per lo sviluppo di relazioni economiche con Paesi che, come il Brasile, hanno una carenza strutturale di risorse finanziarie. Un esempio di questo è il successo delle imprese cinesi in Brasile, che è anche frutto dell’azione del Governo cinese che sempre offre consistenti linee di finanziamento ai paesi partner.

Da lungo tempo l’Italia, anche a differenza di quanto fatto da altri paesi europei come la Germania e la Francia, è assente in Brasile dalla cooperazione finanziaria, non offrendo specifiche linee finanziarie sia a titolo concessionale per crediti di aiuto, che a condizioni di mercato, che possano supportare in modo proattivo lo sviluppo della presenza italiana in Brasile, in particolare di imprese di piccole e medie dimensioni.

Al contempo in Italia, negli ultimi anni, si è assistito ad una ampia ridefinizione di ambiti legali, soggetti economici e assetti regolamentari per quanto riguarda il supporto all’internazionalizzazione delle imprese italiane, al sostegno agli Investimenti italiani all’estero e agli strumenti di finanziamento della Cooperazione allo Sviluppo. Il risultato di questo processo di trasformazione è stato che Cassa Depositi e Prestiti (CDP) ha assunto una vocazione internazionale, anche ampliando il proprio perimetro di intervento con l'acquisizione di Sace e Simest, soggetti attivi nel supportare le imprese italiane che esportano e investono nei mercati internazionali. Oggi CDP, quale Banca di sviluppo dell’export e degli investimenti all’estero, ha un Piano Industriale 2016-2020 che mette a disposizione delle aziende italiane 63 miliardi di euro per attività di export e internazionalizzazione. Inoltre la nuova normativa sulla Cooperazione allo Sviluppo riconosce CDP come istituzione finanziaria per la cooperazione allo sviluppo.

Date questi elementi di contesto, si posso identificare alcuni progetti

Offrire al Brasile un accordo di cooperazione finanziaria, utilizzando la capacità di CDP di essere un catalizzare e di convogliare da un lato le risorse pubbliche ottimizzandone l'utilizzo e dall'altro risorse aggiuntive di altri investitori, quali le Banche Multilaterali di Sviluppo, su iniziative e su progetti di sviluppo economico e sociale sostenibile, per governi subnazionali, città e grandi imprese, piccole e medie imprese e per iniziative nel settore delle infrastrutture, dell'energia e dell'ambiente;
· Consentire alle joint venture italo-brasiliane l’accesso alle risorse del Fondo rotativo per la cooperazione allo sviluppo (che nell'ultimo biennio ha stipulato nuove convenzioni finanziarie per oltre 570 milioni di euro);

· Includere il Brasile nei paesi che possono accedere alla Piattaforma di coo-finanziamento che, con un blending di fondi del Ministero dell'Ambiente e della CDP, si pone l'obiettivo di aiutare i Paesi emergenti al rispetto degli impegni dell'Agenda dell’Accordo di Parigi."(08/02/2018-ITL/ITNET)

Fonte: http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=51430