Italia, Montezemolo:Terapia urto per risanamento conti e ripresa

09/01/2009

ROMA (Reuters) – Per consolidare i primi segni di ripresa dell’economia italiana, senza rinunciare al necessario risanamento dei conti pubblici, serve una terapia d’urto che punti su tagli alla spesa corrente e non su un aumento della pressione fiscale.

E’ la ricetta della Confindustria illustrata dal presidente dell’associazione, Luca Cordero di Montezemolo, all’assemblea annuale di stamani.

“E’ necessario che il governo riacquisti la capacità di fare politica economica, oggi menomata dall’assillo della quadratura dei conti pubblici”, ha detto.

A questo scopo Confindustria plaude alla proposta del governo di abbattere di cinque punti il cuneo fiscale nel primo anno di legislatura, ma punta a un taglio di 10 punti nell’arco del quinquennio e auspica che il beneficio vada prevalentemente alle imprese. L’intervento, ha spiegato il presidente della Fiat, può essere coperto con la lotta all’evasione fiscale e contributiva, un aumento dell’Iva e la tassazione delle plusvalenze finanziarie.

SEGNI DI RIPRESA MA NECESSARIO FARE SISTEMA, RISANARE CONTI

“Dopo un lungo periodo di difficoltà, in cui il nostro Paese ha sperimentato la più bassa crescita dal dopoguerra, la nostra economia mostra qualche primo, modesto segnale di ripresa, consolidare questa tendenza ed evitare che si limiti ad un fenomeno effimero è il compito che tutti abbiamo davanti”, ha detto Montezemolo aprendo il proprio intevento davanti alla platea di imprenditori e politici a pochi giorni dall’insediamento del nuovo governo.

“Serve una terapia ad urto”, ha aggiunto Montezemolo lamentando che “i buoni segnali vengono purtroppo quasi unicamente dal mondo delle imprese” e che gli industriali si sono “sentiti troppo soli”.

“Oggi molte aziende sono individualmente più forti, ma non per questo è più forte il nostro sistema produttivo”, ha spiegato Montezemolo pensando anche al contributo dato da Fiat alla ripresa della produzione industriale registrata nei primi mesi dell’anno.

Fondamentale è il risanamento dei conti pubblici da realizzare attraverso “un contenimento della spesa – direi un drastico taglio ai numerosi sprechi della spesa corrente – e non con aumenti della pressione fiscale”, ha detto Montezemolo secondo il quale questi interventi vanno affiancati a una “drastica riduzione della burocrazia”.

“Abbiamo assistito con preoccupazione negli ultimi anni al lievitare della spesa per stipendi nella pubblica amministrazione e delle altre spese correnti, ciò che ha fortemente contribuito all’azzeramento dell’avanzo primario”, ha aggiunto.

Sul cuneo fiscale “la nostra proposta è di una riduzione di cinque punti in 10 anni: almeno 5 punti subito, per agganciare la ripresa internazionale, gli altri nel corso della legislatura”.

Per Montezemolo “è essenziale che i benefici della riduzione del cuneo siano destinati in larga parte alle imprese per favorire non i loro redditi ma la competitività”.

Confindustria è consapevole che si tratta di un intervento costoso, 2 miliardi per ogni punto di riduzione, ma ritiene che possa essere coperta con “la lotta all’evasione e contributiva. Ma anche con una diversa distribuzione del carico fiscale e contributivo fra le categorie di reddito, tassando le operazioni a contenuto prettamente speculativo, e con uno spostamento da imposte dirette a imposte indirette”.

Montezemolo, restando in tema fiscale, ha poi ricordato al governo la necessità di rivedere l’Irap in vista dell’imminente pronunciamento della Corte di Giustizia Ue.

Il presidente degli industriali ha poi definito “insostenibile” il deficit infrastrutturale italiano ricordando che opere come la Tav e i grandi corridoi “non possono essere una questione rimessa al consenso degli enti locali”. E dal nuovo governo ha detto di aspettarsi “uno scatto in avanti sulle grandi opere”.

Fonte:
Reuters