“ITALIA LAVORO” sbarca in Brasile: intervista al responsabile G.Petrucci
09/01/2009
SAN PAOLO aise – “Italia Lavoro” approda in Brasile, guidata dal manager italiano Giuseppe Petrucci, coordinatore dell’ente nel Paese sud americano.
Petrucci, 52 anni, calabrese di nascita, ma romano d’adozione, è fortemente impegnato in vari settori: dal sindacato allo sviluppo delle cooperative, dalla formazione professionale alla promozione delle imprese.
Si è trasferito per due anni in Svizzera, dove si è occupato di emigrazione e rientri in tutta Europa.
All’Aise Petrucci ha rilasciato alcune anticipazione sul progetto del lancio di Italia Lavoro in Brasile.
D. Hanno scelto lei per guidare “Italia Lavoro” in Brasile per la conoscenza del Paese e perché parla portoghese. È così?
R. Si, è vero, ha centrato il bersaglio. Non solo, ma anche perchè durante questi anni ho avuto modo di conoscere a fondo la comunità italiana e tutte le istituzioni tricolori. E, dato che cercheremo di lavorare, di fare squadra, con il Consolato Generale, la Camera di Commercio, il Comites, l’ICE, l’Istituto di Cultura e i Patronati, queste organizzazioni saranno di valido aiuto per il varo di “Italia Lavoro” in tutto il territorio.
D. Entriamo nel merito: che cosa è “Italia Lavoro”? A chi si rivolge?
R. Come ha avuto modo di scrivere Marco Fabio Sartori sul periodico che porta lo stesso nome, “Italia Lavoro”, l’impresa “Italia Lavoro”, come ogni azienda che opera nel mercato, riceve risorse dal sistema in cui opera e restituisce utilità o disutilità, assumendosi precise responsabilità in merito al benessere o malessere sociale che produce. Abbiamo pertanto il dovere di rendere conto ai portatori d’interessi che interagiscono con la nostra società (Ministero del Lavoro, Ministero dell’Economia, dipendenti, autorità di controllo, generazioni future, etc.), in merito ad obiettivi, politiche, strategie, azioni e risultati sociali che generiamo. “Italia Lavoro” diffonde informazioni sulle attività e i risultati raggiunti sia attraverso la tradizionale forma di comunicazione del bilancio d’esercizio, sia attraverso il bilancio sociale, efficace strumento di controllo dell’impatto che l’operato di un’azienda ha sul benessere della collettività. Questo è ancora più vero per una società come la nostra, per la quale la sola misurazione della ricchezza prodotta e distribuita non può essere esaustiva per valutare, in modo completo e puntuale, la perfomance aziendale e ancor meno quella sociale. Il bilancio sociale non è perciò solo un contributo alla diffusione della Corporate Social Responsability, sulla quale il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è fortemente impegnato, ma consente alla Società di illustrare se e in che misura è stata raggiunta la sua mission “sociale”, nostra vera e propria ragion d’essere, permettendo di verificare la coerenza e l’efficacia dell’azione svolta in modo da poterla valutare e costantemente migliorare.
D. Come è strutturata “Italia Lavoro”?
R. La struttura del bilancio sociale di “Italia Lavoro” è articolata in 4 sezioni: le prime tre sono l’identità Aziendale, Rendiconto Socio Economico e la Relazione Sociale, ri-classificate seguendo il modello studiato dall’Istituto Europeo del Bilancio Sociale, ripreso dal Gruppo di studio GBS e sugli standard individuati dal Progetto CSR-SC del Ministero del Welfare elaborato dall’Università Bocconi di Milano, mentre la quarta parte, il valore sociale aggiunto, offre una stima del “valore sociale” generato da alcune attività di “Italia Lavoro”.
Nelle prime tre parti abbiamo dato conto dei risultati e delle performance dell’azienda in termini finanziari, economici e soprattutto sociali. La descrizione della mission, dell’assetto organizzativo e delle linee strategiche dell’azienda, delle attività per area di intervento, dei risultati conseguiti dai principali progetti e del livello di coinvolgimento dei diversi stake holder, ha permesso di rappresentare il valore sociale degli interventi di “Italia Lavoro”. Nella prassi dell’elaborazione dei bilanci sociali, sovente ci si limita ad una tale descrizione da cui i lettori possono ricavare le caratteristiche implicite della funzione e dei servizi resi dall’azienda alla comunità in cui opera.
D. Per quando è previsto il lancio vero e proprio? Ed oltre a lei chi arriverà dall’Italia per darle mano forte?
R. Il lancio ufficiale è previsto per il quindici di febbraio, molto probabilmente nello storico Edificio Italia e, oltre alla squadra locale che sto organizzando in questi giorni, arriveranno dall’Italia il capo-progetto, Federico Lazzarini, e l’esperto della attività e della ricerca, Franco Cesari. All’incontro inviteremo anche tutte le istituzioni ed i giornali.
Fonte:
alberto fuscoaise