Italia e Sud America verso la nuova Europa
09/01/2009
Il Presidente vicario di Assocamerestero, Edoardo Pollastri, è intervenuto a Trieste al convegno “L’America Latina e l’Europa allargata: sfida per una nuova alleanza”
Trieste può diventare un ponte tra America Latina e i nuovi Paesi membri UE. Ne è convinto il Presidente vicario di Assocamerestero, Edoardo Pollastri, che propone la città come sede di un osservatorio permanente che monitori le relazioni tra le due aree, attraverso gruppi di studio di operatori del settore e periodici congressi.
E’ una delle conclusioni emerse nel corso del convegno “L’America latina e l’Europa allargata: sfida per una nuova alleanza”, durante il quale sono stati evidenziati gli stretti rapporti tra America Latina e UE allargata, naturalmente con un occhio di riguardo all’Italia. E la soddisfazione per i risultati raggiunti non manca: dal 2000 al 2003 l’export dall’Italia verso i Paesi dell’Europa centro-orientale è cresciuto, passando da 20.669.266.216 a 28.025.773.459 euro; nello stesso periodo, invece, le esportazioni dall’Italia verso i Paesi del Mercosur e del patto andino sono passati da 5.046.404.945 euro a 2.900.106.331 euro.
“Questi dati – ha tenuto a sottolineare Pollastri – significano che le due aree sono in competizione? In un certo senso è così, se è vero che anche gli imprenditori italiani hanno optato in questi ultimi anni soprattutto per l’investimento produttivo sul continente europeo ed hanno ridotto il flusso verso l’America Latina”.
I settori in cui l’Italia può competere maggiormente nell’Europa dell’Est sono il sistema casa, mobili ed elettrodomestici, il sistema moda, la meccanica strumentale, l’alimentare. Una perdita si è invece registrata nei settori delle automobili, dei motocicli, dell’elettronica e della farmaceutica.
Discorso simili per l’America del Sud, dove però nell’abbigliamento comincia a farsi sentire la competizione dei produttori a basso costo. Inoltre una progressiva erosione della quota italiana si è avuta anche nei settori del largo consumo e della farmaceutica.
Ma come conquistare nuovi mercati? Per Pollastri bisogna innanzitutto “rafforzare le nostre preesistenti reti intercontinentali, ripensandole e collocandole a mano a mano che si presenteranno le occasioni nel nuovo contesto dell’Unione Europea allargata. E’ necessario inoltre riproporre il concetto dei distretti industriali, che nel nostro Paese generano occupazione per 2 milioni e 200 mila addetti, tanto nell’Europa orientale quanto nell’America Latina. Distretti globalizzati che trasferiscano alcune – o addirittura tutte – le fasi del processo di lavorazione all’estero. Inoltre è necessaria una migliore collaborazione scientifica e tecnologica con queste aree”.
Italplanet 21 Aprile 2004