Italia, crescita piatta: “Ultimi nell’Ue”
09/01/2009
Le previsioni di Bruxelles per i primi
tre mesi del 2008 a +0,1%. Almunia:
siete il Paese che è cresciuto di meno
BRUXELLES
Gelo sull’Italia: in Europa, per crescita, siamo il fanalino di coda. Secondo le previsioni della Commissione, il Pil nel 2008 salirà dello 0,7% in media mentre le stime precedenti davano invece l’1,4%.
Le stime di crescita
Nel dettaglio, la nostra economia sarà «quasi piatta» nel primo trimestre dell’anno (+0,1%) e si riprenderà poi in maniera «graduale ma modesta» nei trimestri successivi attestandosi al +0,2%, al +0,3% e al +0,3%. Il dimezzamento delle previsioni, spiegano gli esperti di Bruxelles, è dovuto alla forte contrazione della produzione industriale nell’ultimo trimestre del 2007 e al deterioramento più marcato dell’indicatore sulla fiducia nel settore dei servizi. E il Commissario agli Affari Economici e Monetari Joaquin Almunia ha così sintetizzato il quadro della situazione: in Europa, per crescita, «siete gli ultimi».
E Bersani lancia l’allarme consumi interni
Ci segue la Germania, con un tasso dell’1,6% mentre all’estremo opposto si collocano la Polonia con il 5,3% e l’Olanda (2,9%). Più pessimista è Confindustria: per il leader degli industriali, Luca Cordero di Montezemolo, se il petrolio proseguirà sopra il livello dei 90 dollari al barile, la crescita media del Pil nel 2008 sarà addirittura dello 0,3%. Anche per il Ministro dello Sviluppo Economico Pier Luigi Bersani, la crescita fiacca dipende dal caro-greggio ma l’oro nero non è comunque l’unico fattore responsabile. «Da un lato – ha spiegato il ministro, a margine di un convegno – c’e il contraccolpo di vicende internazionali come le materie prime il petrolio e le turbolenze finanziarie. Dall’altro, per quanto ci riguarda più direttamente, vi è una difficoltà a far partire i consumi interni mentre dal lato della competitività internazionale le nostre merci continuano ad avere una buona performance».
Montezemolo: «Pil fermo, colpa del petrolio»
Intanto il presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, ha fornito le nuove stime in occasione dell’assemblea di Assinform. Secondo gli imprenditori, se il prezzo del petrolio continuerà a mantenersi ai livelli attuali, l’Italia rischia di avere una crescita «infinitesimale», vicina allo 0,3%. «Oggi senza stupore abbiamo accolto l’aggiornamento al ribasso della crescita italiana da parte dell’Europa – spiega Montezemolo – se il prezzo del petrolio continuerà a mantenersi sopra i 90 dollari al barile, la nostra crescita arriverà a livelli più bassi di quelli segnati oggi dall’Europa e si avvicinerà più allo 0,3% che all’1%». Secondo il leader degli industriali, comunque, in Italia «rischiamo una crescita infinitesimale ma non la recessione».
Fonte:
La Stampa