Italia-Brasile, il viaggio di Gentiloni per rilanciare la partnership tra i due paesi
05/11/2015
La missione in Brasile del Ministro per gli Affari Esteri e la cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni, risponde all’esigenza di rilanciare a tutto campo una partnership strategica che si vuole solida, stabile e foriera di ulteriori sviluppi e approfondimenti. Il focus del viaggio è concentrato sul dialogo politico così come su infrastrutture, energia e aero-spazio, settori nei quali il nostro Paese vuole dimostrare di poter giocare un ruolo per livello di competitività e avanguardia.
Il Brasile si trova in una fase particolare del proprio sviluppo. Dopo anni di crescita economica, si trova tecnicamente in recessione. Le previsioni per il 2015 parlano di una crescita negativa del 3%, confermata anche nel 2016 con meno 1%. L’inflazione va verso il 10%; il disavanzo fiscale è molto alto; il Real si è deprezzato di circa il 70% nell’ultimo anno cosa che, in un quadro di politiche fiscali attente e rigorose, può rivelarsi un punto di forza determinando nel tempo un aumento delle esportazioni e della competitività. La crisi che attraversa oggigiorno il Brasile presenta diversi aspetti. Alcuni esogeni: il clima internazionale di grande incertezza, il rallentamento della crescita della Cina e la caduta dei prezzi delle commodities. Altri endogeni: l’inflazione e la disoccupazione in aumento; i casi di corruzione scoppiati negli ultimi anni; la crisi del sistema politico e dei suoi attori così come quella del sistema partitico, in primis del partito di governo, il Partido dos Trabalhadores; la messa in discussione dei programmi sociali e le dimostrazioni che da ormai due anni si susseguono nelle piazze delle principali città del Paese. Una tempesta perfetta di fattori che, seppur presi nel loro insieme, non colgono davvero il senso profondo della crisi brasiliana che invece rispecchia semmai un mutato rapporto di forze tra potere e società, come ha messo in rilievo recentemente il Professor Roberto Vecchi dell’Università di Bologna quando ha parlato di “una crisi brasiliana del Brasile”. Una crisi di maturità democratica, in altri termini, da cui si può e si deve uscire con più politica.
È in questo contesto che arriva la visita del Ministro Gentiloni. In un Brasile che, nonostante le criticità evidenziate, resta pur sempre la 7^ economia del pianeta e che si trova in una fase di transizione verso un ciclo produttivo che ci si augura più maturo e più solido dei precedenti. In un Brasile in cui 36 milioni di persone, negli ultimi dieci anni, sono uscite dalla povertà estrema e 40 milioni sono entrate nella classe media. Adesso bisogna confermare questi risultati puntando a una maggiore produttività e a una maggiore efficienza, consolidando le istituzioni e facendo le riforme strutturali necessarie. In altri termini, creando un sistema-paese più moderno e rispondente ai bisogni della nuova classe media in grande ascesa.
La relazione con l’Italia, consolidata anche grazie alla vastissima comunità di italo-discendenti che lì vive e lavora pienamente integrata, ha numeri importanti. Tra il 2003 e il 2014 il nostro interscambio con il Brasile è cresciuto del 185%: l’Italia si conferma il secondo fornitore europeo, prima della Francia e dopo la sola Germania e per quanto riguarda gli investimento esteri diretti, è al nono posto, concentrata nei servizi, nelle tlc e nel settore automobilistico. La presenza imprenditoriale italiana supera le 900 imprese, con circa mezzo milione di dipendenti, e i ritmi di crescita in loco aumentano di anno in anno. È in questo grande Paese così legato all’Italia che si muoverà la missione di sistema del Ministro Gentiloni con l’obiettivo di consolidare le nostre posizioni economiche ma soprattutto di ribadire una partnership che sappia guardare al futuro dei due Paesi con consapevolezza e visione strategica.
Fonte: Unita.tv