Italia beffata, Euro 2012 a Polonia – Ucraina

09/01/2009

Uno smacco per l’Italia. Gli Europei di calcio del 2012 non si giocheranno nel Belpaese, ma in Polonia ed Ucraina. Lo ha deciso oggi la Uefa a Cardiff, al termine della votazione del comitato esecutivo, presieduto da Michel Platini. La candidatura italiana, ritenuta quella con la maggiore probabilità di concretizzarsi, è stata dribblata dai giurati, che hanno scartato anche quella presentata da Croazia ed Ungheria. Nella votazione finale, solo quattro i consensi per la candidatura azzurra, mentre Polonia-Ucraina hanno raccolto otto preferenze e Croazia-Ungheria nemmeno una. L’annuncio della candidatura vincente è stato preceduto da una clip che ha ripercorso la storia del torneo, partendo dall’edizione di Francia 1960, vinta dall’Unione Sovietica, fino ad arrivare all’inatteso trionfo greco a Portogallo 2004. Saranno quattro ciascuna per Polonia ed Ucraina le città che ospiteranno gli incontri di Euro 2012. Le quattro città polacche, secondo il progetto presentato alla Uefa, saranno Danzica, Poznan, Varsavia e Wroclaw; in Ucraina, invece, si giocherà a Dnipropetrovsk, Donetsk, Kiev e Lvov. Nessuno dei due Paesi aveva mai avuto prima di oggi la possibilità di ospitare una delle maggiori competizioni calcistiche.

La reazioni alla decisione della Uefa
«Nel voto del Comitato esecutivo Uefa hanno prevalso logiche politiche legate al coinvolgimento attivo dell’Est nell’organizzazione di grandi eventi calcistici». Ha commenta così, a caldo, la bocciatura della candidatura italiana il presidente del comitato promotore Luca Pancalli. «Calciopoli e i fatti di Catania non hanno influito – prosegue l’ex commissario straordinario della Figc – e non credo che ci sia stata alcuna forma di ritorsione da parte dell’Uefa». Grande è stato, però lo sgomento della delegazione italiana di fronte all’anuncio di Michel Platini che saranno Polonia e Ucraina a ospitare il torneo. Nella sala della City Hall della città gallese il ministro dello Sport, Giovanna Melandri, una delle sostenitrici più tenaci della candidatura italiana, non è riuscita a trattenere le lacrime. «Sono molto dispiaciuto – ha affermato l’ex ct azzurro Marcello Lippi, testimonial della candidatura italiana – soprattutto perché abbiamo presentato la nostra candidatura con un grande entusiasmo. Non conosco i metri di giudizio che hanno portato Polonia e Ucraina a vincere. Forse si volevano coinvolgere nuovi Stati». «Quella dell’esecutivo Uefa è una scelta di politica sportiva», è il pensiero del neo-presidente della Figc Abete. «Una scelta che ci amareggia, eravamo fiduciosi e avevamo l’aspettativa di organizzare gli Europei del 2012, accettiamo con serenità il verdetto, ma rimane la delusione». Punta invece sull’immagine internazionale dell’Italia Dino Zoff, già tecnico della nazionale azzurra a Euro 2000, per valutare l’esito delle decisioni della Uefa: «Questo risultato conferma che la nostra immagine in Europa resta negativa. Sembrava un esito scontato. Tutti dicevano che ormai era fatta, sembrava una cosa ovvia, ma evidentemente godiamo di considerazioni diverse. Le alleanze con i membri del Comitato Esecutivo probabilmente non erano così fondate».
«Una ulteriore sberla al calcio italiano. Questo è l’effetto dell’Uefa che ha eletto come
presidente Michel Platini», ha dichiarato il presidente della Leg a Calcio, Antonio Matarrese. «Sono convinto che anche se noi ci fossimo presentati con una Federazione forte non sarebbe cambiato niente. È la filosofia dell’Uefa che è cambiata. Noi veniamo da una delle più grandi tragedie del calcio italiano». Getta acqua sul fuoco il team manager azzurro Gigi Riva, che fa i complimenti ai due Paesi vincitori: «Polonia e Ucraina sono Paesi che hanno bisogno di grande sviluppo calcistico, noi abbiamo la coscienza a posto, quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto». Poi un riferimento ai tanti problemi che ancora attanagliano il calcio italiano: «Ci sono ancora tante partite da vincere in Italia che forse sono più importanti di Euro 2012. Andiamo negli stadi con i caschi, con l’insicurezza, abbiamo vissuto un periodo calcistico non certo dei migliori, si sono create delle situazioni imbarazzanti per tutto il calcio mondiale. Abbiamo vinto la coppa del Mondo, che è un’ottima medicina, ma ci sono ancora altre cose da guarire». Esultano invece i rappresentanti polacchi, per una grande opportunità colta per la prima volta nella storia. «Finalmente gli Europei vanno a quei Paesi che non hanno avuto la possibilità di migliorare nel calcio», ha detto con entusiasmo il presidente della federcalcio polacca Michal Listkiewicz. «Questo grande torneo sarà una pietra miliare nella storia comune di questi due Paesi slavi».

Punti di forza e punti deboli della candidatura slava
Avetre raggiunto Euro 2012 vuole dire, per Varsavia e Kiev, avviare un vasto piano d’investimenti nei due Paesi, per consolidarne le infrastrutture e lanciarne le attrattive turistiche. La candidatura era alla vigilia considerata interessante anche perchè focalizza l’attenzione su una parte dell’Europa in cui c’è una grande passione per il calcio, e che per questo vuole assolutamente svilupparsi anche attraverso l’organizzazione del torneo continentale. L’Europa guarda a Est, e la Uefa di Michel Platini guarda ai Paesi piccoli. Per Euro 2012 si è molto speso, con tanto di lettera a Michel Platini, il premio Nobel Lech Walesa, mentre il ministro dello sport polacco Tomasz Lipiec si affrettava a sminuire il peso dei recenti scandali che hanno portato alla retrocessione, per match truccati, di alcune squadre come Arka Gydnia, Gornik e Kszo Ostrowiec. Grigorij Surkis, membro ucraino dell’Esecutivo, ha dovuto invece fare fronte alla situazione politica del suo paese: appena poche ore fa il premier Viktor Janukovich ha evocato la possibilità di un impeachment per il presidente Juschenko.
Sul piano organizzativo, Polonia e Ucraina offrono una buona situazione degli stadi e diversi punti interrogativi sul piano dei trasporti. Nuovi impianti sono previsti in Polonia, a Varsavia (77mila posti, impianto pronto nel 2009), Breslavia e Danzica, mentre in Ucraina ne avrà uno da 55mila spettatori Donetsk, città già dotata di un’altra arena da 40mila posti, scelta come riserva. Nuovo stadio anche a Dnipropetrovsk, mentre a Kiev l’Olimpico verrà ampliato a 83.300 posti. Altre sedi saranno Lvov (Leopoli), Chorzow e Poznan. Cracovia e Odessa sono pronte a subentrare solo in caso di bisogno.
Punti deboli di questa candidatura, rilevati a suo tempo anche dagli “ispettori” dell’Uefa, sono le carenze infrastrutturali, in primis i trasporti (pochi i collegamenti tra le sedi interessate) e le sistemazioni alberghiere. Per fare solo un esempio, tra lo stadio di Gdansk in Polonia e quello di Donetsk in Ucraina ci sono 2.000 chilometri di viaggio, e solo 23 di autostrade. Ora ci sono cinque anni di tempo per colmare quella distanza.

Fonte:
Il Sole 24 Ore
M. Do.