Istat, a febbraio inflazione giù: – 2,1%
09/01/2009
In calo rispetto al 2,2% di gennaio. Torino e Ancona le città con i rincari maggiori
Roma, 15 marzo 2006 – Inflazione in leggero calo a febbraio. L’Istat conferma che e’ scesa al 2,1% annuo, rispetto al 2,2% registrato a gennaio. Rispetto a gennaio 2006 l’incremento e’ stato dello 0,2%.
Per quanto riguarda l’indice armonizzato (quello utilizzato in sede Ue), si è registrato un +2,1% su base annua e un -0,2% su base mensili. La stima provvisoria, invece, aveva riportato un +2,2% tendenziale e un -0,1% congiunturale.
Prendendo in considerazione l’indice Nic (l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività), l’inflazione di fondo (quella depurata dei beni più volatili come gli energetici e gli alimentari non lavorati) ha riportato un +1,7%; stesso risultato per l’indice generale al netto dei soli beni energetici.
Per quanto riguarda il tasso di inflazione “acquisito” per il 2006, cioè quello che si registrerebbe se l’indice dei prezzi al consumo rimanesse per la restante parte dell’anno allo stesso livello misurato a febbraio, è pari all’1,3%.
Per quanto riguarda l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati – spiega l’Istat – si sono registrati gli stessi valori del Nic: +2,1% tendenziale e +0,2% congiunturale.
Analizzando capitolo per capitolo, nel mese di febbraio gli aumenti congiunturali più significativi sono stati rilevati per “bevande alcoliche e tabacchi” (+1,9%); “trasporti” (+0,8%); “servizi sanitari e spese per la salute” (+0,5%); “abitazione, acqua, elettricità e combustibili”, “mobili, articoli e servizi per la casa” e “altri beni e servizi” (+0,4%); una variazione nulla si è verificata nel capitolo “abbigliamento e calzature”; una variazione negativa si è registrata nel capitolo “ricreazione, spettacoli e cultura” (-0,2%).
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli “abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+6,1%); “bevande alcoliche e tabacchi” (+5,0%); “trasporti” (+4,3%); e “istruzione” (+3,0%). Una variazione tendenziale negativa si è verificata nel capitolo “comunicazioni” (-2,7%).
Nell’ambito delle 20 città capoluogo di Regione – conclude l’Istituto di statistica – gli aumenti tendenziali più elevati dell’indice Nic si sono verificati nelle città di Torino (+2,9%), Ancona (+2,7%), Aosta, Perugia, Campobasso e Cagliari (+2,6% per tutte e quattro), Trento, Bologna e Napoli (+2,4% per tutte e tre); quelli più moderati hanno riguardato le città di Bari (+1,5%), Venezia (+1,8%), Trieste e Firenze (+2,1% per entrambe).
Fonte:
Il Giorno