Isae: Pil +1,3% nel 2004 e +2% nel 2005

09/01/2009

La ripresa ciclica si è avviata, dopo un triennio deludente, ma sarà graduale e ancora incerta. Inflazione al 2,3% e deficit di bilancio al 2,9% del Pil quest’anno.

L’economia mondiale ha consolidato nella prima metà del 2004 il suo andamento ciclico molto favorevole, rafforzando la fase di espansione in atto. L’accelerazione dello sviluppo, avviatasi nella seconda parte del 2003, si è progressivamente estesa dagli Stati Uniti e dall’Asia orientale (Cina in testa) alle altre aree geografiche, diffondendo un crescente ottimismo, nonostante la persistenza di forti tensioni geopolitiche (Medio Oriente). Alla vigorosa ripresa americana e dei paesi emergenti asiatici si è, poi, aggiunta quella del Giappone. Negli Usa, in particolare, il Pil aumenterà quest’anno di circa il 4,5%, con la prospettiva però di un rallentamento nel 2005, quale effetto di prevedibili manovre di restrizione sui conti pubblici e gli aggregati monetari (la Fed ha, nel frattempo, dato il via al progressivo e scontato rialzo dei tassi d’interesse).

L’area dell’euro registra, a sua volta, un graduale miglioramento, anche se l’espansione presenta ritmi più contenuti, risentendo dell’apprezzamento della moneta unica e di una ancora incerta evoluzione della domanda interna. La produzione industriale è tornata a crescere dopo un lungo declino, così come la fiducia delle imprese. E’ attesa, pertanto, un’accelerazione dello sviluppo nella seconda metà del 2004, quando alla più favorevole dinamica delle esportazioni dovrebbe accompagnarsi un maggiore apporto dei consumi privati e degli investimenti. Nel suo complesso, Eurolandia avrà quest’anno una crescita del Pil intorno all’1,8% medio, che potrebbe salire di circa mezzo punto percentuale (2,2-2,3%) nel 2005, grazie al consolidamento della fase di ripresa ciclica. Un ulteriore aiuto verrà, inoltre, dalla conferma da parte della Bce dell’orientamento espansivo della politica monetaria.

Le previsioni macroeconomiche per l’Italia

In questo positivo scenario internazionale, l’economia italiana dovrebbe mostrare un profilo di crescita sostanzialmente in linea con quello europeo, ma a un ritmo più contenuto (1,3% circa). Segnali confortanti sono venuti dai dati di contabilità nazionale del primo trimestre 2004 e da quelli su produzione, ordini e commercio estero per i mesi successivi, che forniscono indicazioni di ripresa della domanda. Se l’attività produttiva nella prima parte dell’anno è stata frenata dall’accumulo delle scorte realizzato nel corso del 2003, la componente estera della domanda sembra, per contro, aver avviato nei mesi primaverili una fase di espansione, che dovrebbe protrarsi nel resto dell’anno, favorendo una dinamica più sostenuta del Pil rispetto alle attese iniziali. Anche la domanda interna dovrebbe far segnare, a sua volta, un’accelerazione, che interesserà sia i consumi delle famiglie, sia gli investimenti fissi lordi.

Il quadro macroeconomico dell’Italia per i prossimi due anni presenta, tuttavia, elementi di rischio legati all’evoluzione dei conti pubblici, in cui la dinamica della spesa corrente sta procedendo fuori controllo rispetto agli obiettivi del Patto di stabilità. E questa tendenza ne risulterebbe accentuata con l’attuazione dei promessi sgravi fiscali. Se gli interventi correttivi previsti per il 2004 (7,5 miliardi di euro, pari allo 0,6% del Pil) potranno riportare, sia pure con fatica, il deficit entro la soglia del 3% del Pil, le indicazioni per il 2005 mostrano un andamento tendenziale certamente superiore al 4%; e ciò comporterebbe una manovra di bilancio intorno ai 30 miliardi (inclusa la riduzione delle imposte), necessaria per contenere la crescita del debito pubblico. La progressiva erosione dell’avanzo primario negli ultimi anni è il dato più preoccupante, perché si somma, tra l’altro, al previsto futuro aumento dei tassi d’interesse, esaurendo di conseguenza le risorse finanziarie da destinare allo sviluppo.

Le analisi dell’Isae

Questo periodico scenario della congiuntura interna e internazionale, di graduali ma ancora incerte prospettive di ripresa – visto nel contesto della politica economica italiana – è presentato nel XXI Rapporto trimestrale dell’Isae, l’Istituto di studi e analisi economica del ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha incominciato a operare nel gennaio del 1999 a seguito della fusione tra l’Isco e l’Ispe, i due principali centri di ricerca economica di emanazione governativa, già inquadrati nel vecchio ministero del Bilancio e della Programmazione economica.

Il Sole 24 Ore 22/7/2004