Infrastrutture, quello che manca al Brasile

31/05/2012

Il Brasile ha scritto negli ultimi anni un’avvincente storia di crescita economica. E la corsa sembra non essere terminata. Non è infatti un caso che il paese carioca sia una delle nazioni che conta di più in ogni portafoglio dedicato ai mercati emergenti. In media pesa il 16% nei comparti Emerging markets e arriva anche al 70% nei fondi dedicati alla sola America latina (dati a marzo 2012), principalmente grazie alla popolarità dei giganti operanti nel settore delle materie prime.

Seppur ci sia stato un rallentamento (secondo il Fondo monetario internazionale il Pil brasiliano crescerà del 3% nel 2012, contro il 7,5% del 2010), la contrazione ha riguardato soprattutto i settori più dipendenti dalle esportazioni.

La domanda interna rimane infatti sana e l’occupazione non è mai stata così robusta: il ministero del Lavoro riporta infatti che sono stati creati più di un milione di nuovi posti di lavoro negli ultimi cinque anni. Senza dimenticare una classe media emergente, i forti flussi di capitale e alcune modifiche normative che hanno contribuito alla storia di crescita.

Un’economia sana
A prescindere dall’andamento del Pil, l’economia brasiliana dimostra di avere delle fondamenta solide, il che fa ben sperare per gli anni a venire. “Il programma di stimolo all’economia e le misure per assicurare liquidità messe in atto dal governo dal 2008 al 2011 hanno permesso di far crescere gli utili delle aziende brasiliane, che in media sono balzati del 26% annuo dal 2005 al 2011”, afferma Brigitte Posch, gestore di Pimco specializzato sui mercati emergenti, in una recente intervista rilasciata a Morningstar. “Il salario minimo è cresciuto del 140% nello stesso periodo e il tasso di disoccupazione è sceso dal 10% al 5,7%”.

 Per quanto riguarda l’inflazione (che ha toccato il picco del 7,3% nel settembre 2011, prima di chiudere l’anno al 6,5%), i problemi vissuti fino all’anno scorso sembrano essere scesi in secondo piano, rispetto alla priorità di perseguire la crescita. Infatti, le autorità brasiliane stanno tagliando i tassi di interesse. Nella prima settimana di marzo l’istituto centrale verde-oro ha abbassato il tasso di riferimento al 9,75% dal precedente 10,5%. Si tratta della quarta mossa espansiva consecutiva di natura monetaria. Le sforbiciate sui tassi servono per deprezzare il real (la valuta locale) che si sta dimostrando troppo forte, soprattutto contro il dollaro. Un basso costo del denaro è fondamentale a un’economia in crescita per poter aiutare le sue esportazioni.

“In questo scenario, crediamo che alcuni settori e alcune società brasiliane offrano un potenziale migliore di altri”, commenta Posch. “Noi preferiamo i settori con aziende che hanno una valutazione attrattiva e un forte vantaggio in termini di pricing rispetto ai mercati sviluppati. Ad esempio, abbiamo una visione positiva nel lungo periodo sui settori ciclici, sulle utilities, sulle banche e sui settori direttamente e indirettamente legati al petrolio e al gas”.

Il futuro dice infrastrutture
L’America Latina ha fatto progressi significativi dagli anni ‘90 ad oggi per promuovere un ambiente di crescita più favorevole. “La regione si colloca attualmente al di sopra degli altri mercati emergenti in termini di stabilità macroeconomica (basso debito pubblico e moderato deficit fiscale), di scolarizzazione, di aspettativa di vita e di accesso alla tecnologia, in particolare di penetrazione della telefonia mobile”, afferma Alberto Ramos, responsabile della ricerca economica sull’America Latina di Goldman Sachs, in una nota . “Tuttavia, questi sviluppi, pur favorevoli, non sono stati sufficientemente profondi per permettere alla regione di aumentare visibilmente il suo ancora limitato potenziale di crescita del Prodotto interno lordo. Un fattore fondamentale che ostacola il progresso in questo senso è la qualità inadeguata dello stock esistente di infrastrutture, che è il risultato di anni di bassa spesa per investimenti”.

 In questo senso, il Brasile ha fatto importanti passi in avanti con il lancio del Growth acceleration program – Programma accelerazione crescita (Pac), approvato nel 2007. Il programma è essenzialmente un pacchetto di investimenti a medio termine orientato ad aumentare il potenziale di crescita economica del paese attraverso investimenti strategici in infrastrutture sociali e fisiche: abitazioni, trasporti, utilities e servizi igienico-sanitari. “Nel complesso, il programma è un segno incoraggiante”, commenta Ramos. “È la prova di un impegno concreto delle autorità brasiliane per migliorare ed espandere le infrastrutture pubbliche”. Senza dimenticare i mondiali di calcio del 2014 e i giochi olimpici del 2016, entrambi ospitati in Brasile, eventi che attireranno investimenti e progetti.

Samba a Piazza Affari
Per chi volesse investire in Brasile, le opzioni non mancano. Ampie fette di portafogli di fondi comuni dedicati ai mercati mergenti e all’America Latina sono occupate dal Brasile. Ci sono poi numerosi Etf quotati a Piazza Affari: Amundi Etf Msci Brazil, Cs Etf (Ie) On Msci Brazil, Db X-Tracker Msci Brazil, iShares Msci Brazil, Lyxor Etf Brazil, che replica l’indice Bovespa e l’Rbs Msci Brazil (Adr) Eur Hedged che si copre dal rischio di cambio.

 

Fonte:
Trand Online