Inflazione stabile al 2,3% in marzo
09/01/2009
Crescono di circa lo 0,3% nel mese i prezzi al consumo. Temporanee tensioni a causa dei rincari di petrolio e tabacchi, favorite anche dal ripiegamento dell’euro. Resta ferma la dinamica tendenziale dei listini al dettaglio.
I recenti rialzi nelle quotazioni del petrolio e l’aumento delle imposte sui tabacchi e gli alcolici hanno determinato nuove temporanee tensioni sui prezzi in marzo, bloccando la discesa della dinamica tendenziale dell’inflazione, peraltro agevolata dal graduale rallentamento degli alimentari.
La fase iniziale dell’anno, sul fronte dei prezzi al consumo, si presenta infatti tradizionalmente calda, con una serie di voci del paniere in tensione in un periodo già tradizionalmente caratterizzato dai ritocchi dei prezzi amministrati o regolamentati e anche di numerosi listini aziendali. Il rafforzamento dell’euro e la conseguente moderazione dei prezzi dei beni importati, a loro volta, hanno richiesto qualche tempo per trasferirsi nelle fasi distributive a valle.
La crescita annua, per contro, continua a risentire dell’effetto statistico del confronto con un periodo di tensioni per i prezzi (è stata pari a circa lo 0,3% la variazione media mensile), quali i mesi autunnali del 2002 e l’inverno 2003. E’ ancora lontano pertanto, prevedibilmente oltre la metà del 2004, il traguardo di progressiva discesa dell’inflazione sotto il 2% tendenziale annuo, nonostante essa sia favorita dalla perdurante debolezza della domanda interna.
La marcia di avvicinamento al 2% richiede tempi non brevi, mentre nella prima parte del 2004 dovrebbe registrarsi un ulteriore contenuto ribasso del dato tendenziale, a causa del più favorevole confronto statistico con l’anno precedente.
Una certa ripresa dell’inflazione, insomma, c’è stata, ma concentrata nei primi mesi del 2002, in buona parte dovuta alla sostituzione della lira con l’euro. In seguito le tensioni si sono ridotte, anche se è rimasta una sensibile differenza tra l’inflazione reale, misurata dall’Istat, e quella percepita dai consumatori, tale da rendere tutt’altro che ingiustificate le recenti insistite polemiche sull’effettiva dinamica dei prezzi al dettaglio e la rappresentatività del paniere Istat di beni e servizi.
La stima di un temporaneo gradino dello 0,2%, indicata da Eurostat per l’effetto euro, appare senza dubbio sottovalutata; la Banca d’Italia, per esempio, ha calcolato questo rialzo in poco più di 0,5 punti percentuali.
L’indice dei prezzi al consumo, secondo le prime rilevazioni delle grandi città (13 comuni capoluogo di regione e 9 di provincia), ha messo in evidenza in marzo una crescita pari a circa lo 0,3% e al 2,3% rispetto a un anno prima, a fronte dello 0,2% e del 2,3% in febbraio. L’aumento annuo è ancora relativamente sostenuto e continua a risentire dello scalino del rialzo dei mesi autunnali del 2002, che si rifletterà nella dinamica tendenziale anche nella prima parte del 2004.
Con il risultato di marzo si conferma quindi l’interruzione, dopo una prolungata battuta d’arresto, della lenta marcia di rientro della spinta inflattiva, che ha caratterizzato la prima metà dello scorso anno, arrivando in un periodo già tradizionalmente caldo per i prezzi, come del resto erano stati i mesi iniziali del 2002. Essi hanno risentito, infatti, negativamente dell’effetto euro, dei rincari tariffari (trasporti e servizi pubblici locali), di una serie di aumenti nel settore terziario (assicurazioni, banche, sanità, alberghi e pubblici esercizi) e di altre componenti regolamentate (canoni, lotterie). In più, c’è da tenere conto delle diffuse tensioni che hanno colpito il comparto degli alimentari freschi, a causa delle condizioni climatiche particolarmente sfavorevoli.
Le prospettive dell’inflazione per l’intero 2004 mostrano un quadro più favorevole, una volta venuta meno l’incognita del petrolio e grazie al sensibile rafforzamento dell’euro. La crescita tendenziale dei prezzi resterà, molto probabilmente, poco sopra il 2% anche per gran parte di quest’anno, mentre l’inflazione media 2003 si è attestata sul 2,7%, a fronte del 2,5% registrato nel 2002 e del 2,7% nel 2001.
L’Istat diffonderà la stima provvisoria del dato nazionale dei prezzi al consumo il prossimo 31 marzo; i dati definitivi e completi sugli indici dei prezzi di marzo (intera collettività, armonizzato, famiglie di operai e impiegati) saranno resi noti il 14 aprile.
Il Sole 24Ore 30/3/2004