Incentivi per rottamare 16 milioni di auto
09/01/2009
Piano dal 2006 per rispettare il Trattato di Kyoto. L’Ambiente: tagli del 70% su Iva per nuove vetture. L’intervento in un arco di 5 anni
BRUXELLES (BELGIO) – I meccanismi di Kyoto stanno per rivoluzionare il parco automobilistico italiano, che è fra i più vecchi e inefficienti d’Europa, condannando alla rottamazione 16 milioni di vetture entro il 2010 2012. Il ministero dell’Ambiente italiano ha pronto un piano di incentivi che prevede forti riduzioni dell’Iva e sconti da parte delle case automobilistiche.
La strage delle auto diventate « insostenibili » perché emettono, oltre ai consueti inquinanti, troppa anidride carbonica ( CO2), contribuendo a scaldare l’atmosfera, è stata prospettata ieri a Bruxelles, dove la Commissione europea tiene la consueta « Settimana Verde » , quest’anno dedicata ai cambiamenti climatici. « A gennaio, l’Ue ha avviato il meccanismo del commercio di emissioni, fissando tetti di CO2 per tutti gli impianti energetici e industriali; l’anno prossimo vogliamo compiere il passo successivo, includendo nei controlli delle emissioni anche le auto e forse altri tipi di trasporti — annuncia al Corriere della Sera il commissario europeo all’Ambiente Stavros Dimas — . Stiamo discutendo la modifica dell’attuale direttiva e penso che quella nuova potrà essere pronta entro metà 2006 » .
IL PIANO EUROPEO — Dunque l’Europa, malgrado gli Usa siano rimasti fuori da Kyoto, intende andare avanti nella sua strategia di contenimento della CO2, convinta, come sottolinea Dimas, che questo gas prodotto dalle attività umane sia il principale responsabile delle ormai evidenti anomalie climatiche osservate in tutto il mondo. Ma cosa comporterà, in pratica, l’estensione all’industria automobilistica dei tetti di emissione già applicati, per esempio, a centrali elettriche e raffinerie? « Le case automobilistiche dovranno produrre vetture che emettono al più 145 150 grammi di CO2 per chilometro, corrisponde a un consumo medio di 4,5 litri di benzina per 100 km — risponde il direttore generale del ministero dell’Ambiente Corrado Clini, che rappresenta l’Italia alla ” Settimana Verde” — . Per le auto già in circolazione, con standard di efficienza peggiori, scatteranno limiti, divieti e forse anche tasse, in modo da indurre i proprietari alla rottamazione » .
LE EMISSIONI AUTO — L’estensione dei tetti di emissione al settore dei trasporti non rappresenta un dramma per molti Paesi del Nord Europa dotati di un parco macchine giovane ed efficiente. Lo stesso non può dirsi per l’Italia, che si ritrova con 16 milioni di auto, su un totale di circa 34 milioni, con emissioni superiori a 200 grammi per chilometro. Di queste « bombe climatiche » ambulanti 10 milioni sono proprio vecchie, immatricolate tra 10 e 20 anni fa, e 6 milioni risalgono a 8 10 anni fa. « Ma, attenzione — precisa Clini — , l’immatricolazione più recente o l’appartenenza allo standard Euro 4 garantisce basse emissioni degli inquinanti ordinari, quelli che fanno scattare le soglie di allarme nelle centraline delle città, ma non necessariamente bassi livelli CO2 che è un gas a effetto serra. I parametri di emissione della CO2, per chi volesse rendersi conto dell’efficienza della propria auto, possono essere verificati sui libretti di circolazione o sulla lista delle vetture in commercio pubblicata dal governo su Internet (www.governo.it/GovernoInforma/ Dossier/carburanterisparmio/guida.pdf) » .
LA CONCERTAZIONE — In vista della nuova direttiva europea, sulla questione auto si è aperta una concertazione fra i ministeri dell’Ambiente e dell’Economia, riferisce Clini. Per convincere gli italiani a rottamare le loro vecchie auto si pensa a una massiccia campagna di incentivazioni, con riduzione di circa il 70% dell’Iva a cui andrebbe aggiunto un congruo sconto da parte delle aziende. I minori introiti verrebbero compensati dalle maggiori vendite. Tutto il rinnovamento dovrebbe compiersi nell’arco di un quinquennio o poco più, entro la scadenza del Protocollo di Kyoto. « Non vanno sottovalutate le difficoltà dell’industria automobilistica nazionale — aggiunge Clini — che potrebbe non essere pronta a offrire sul mercato vetture con emissioni inferiori a 145 gr di CO2 per chilometro » . Di fatto, oggi nell’elenco delle dieci auto più risparmiose compaiono soprattutto marche straniere. Il commissario all’Ambiente Dimas anticipa anche un bilancio dei primi sei mesi di applicazione del commercio di emissioni. « I meccanismi funzionano bene: le aziende che si mantengono sotto i tetti di emissione guadagnano crediti da vendere a chi sfora l’obiettivo. La quotazione della CO2 per tonnellata è passata da 8 euro a 18 19. Quanto all’Italia, il piano di emissioni è stato approvato la settimana scorsa » .
Corriere della Sera
Franco Foresta Martin
03 giugno 2005