In Italia nel 2006 raddoppiano gli investimenti stranieri diretti. Calo in Cina
09/01/2009
Nel 2006 raddoppiano in Italia e per la prima volta registrano un calo in Cina gli investimenti stranieri diretti.
Nel 2006 gli investimenti stranieri diretti hanno raggiunto i 39 miliardi di dollari in Italia, contro i circa 20 miliardi del 2005, mentre in Cina, per la prima volta in sette anni, si scende da 72 a 69 miliardi di dollari, come rilevano i dati dell’ultimo World investment Report dell’Onu.
Il rapporto annuale della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (Unctad) precisa che lo scorso anno, per il terzo anno consecutivo gli investimenti stranieri diretti sono cresciuti nel mondo di oltre il 38%, raggiungendo i 1.306 miliardi di dollari, che si avvicina al record del 2000 di 1.411 miliardi di dollari. Un aumento che ha interessato non solo i Paesi sviluppati, ma anche quelli in via di sviluppo e in transizione.
Gli Stati Uniti nel 2006 sono tornati in vetta alla classifica dei Paese di destinazione degli investimenti stranieri con circa 176 miliardi di dollari, seguiti dal Regno Unito con circa 140 miliardi, dalla Francia con 81 miliardi, dal Belgio con 72 miliardi e dalla Cina, a quota 69 miliardi, in leggero calo rispetto al 2005. Il Belpaese si è classificato al nono posto con 39 miliardi, con un raddoppio rispetto all’anno precedente.
In Italia, però, ha rilevato un esperto Unctad, soprattutto rispetto a Francia e Inghilterra, il volume resta basso e una notevole parte dell’aumento è legato all’acquisizione di banche italiane, come la Bnl rilevata dalla francese Bnp Paribas per 11 miliardi di dollari e Antoveneta acquistata dall’olandese Abn Amro. In altri settori, invece, l’aumento di investimenti esteri è stato modesto.
La top ten 2006 dei Paesi che hanno più investito all’estero è guidata dagli Usa, con 217 miliardi di dollari. Seguono Francia (116), Spagna (90) e Svizzera (82). L’Italia è decima con 42 miliardi di dollari, stabile rispetto al 2005.
La classifica delle 100 principali multinazionali non finanziare è guidata da General Electric (Usa), seguita da Vodafone (Gb), General Motor (Usa) e British Petroleum Company. La prima italiana è Eni (29), seguita da Telecom Italia Spa (31) e Fiat Spa (33). (N.Co.)
Fonte:
Il Sole 24 Ore