In aiuto del turismo italiano

09/01/2009

Vertice a Roma tra associazioni di categoria e istituzioni

Roma – Il rilancio del turismo in Italia e una più efficiente organizzazione del settore. Di questo si sta discutendo, in queste ore, a Palazzo Chigi, in un vertice che riunisce, intorno allo stesso tavolo, governo, enti locali ed organizzazioni di categoria. L’incontro potrebbe dare il via libera alla costituzione di una società, denominata Turismo Italia o Italia Turismo, che, ispirata al modello francese de La Maison de la France e basata su un forte partenariato tra pubblico e privato, dovrebbe incentivare i flussi turistici interni e quelli in provenienza dall’estero . La società dovrebbe, poi, coordinare le iniziative dei diversi soggetti (tour operators, associazioni di albergatori e ristoratori, enti locali, regioni ed istituzioni centrali) che, a diverso titolo, sono attivi nel settore. Il tutto servirebbe a ridare respiro a un turismo che, negli ultimi anni, soprattutto per quanto concerne l’incoming (presenze turistiche straniere in Italia), non ha saputo competere efficacemente con la concorrenza straniera.

I dati relativi al turismo italiano sono preoccupanti. Se negli Anni Settanta l’Italia si collocava al primo posto nella classifica dei Paesi con la più alta capacità di attrazione turistica a livello internazionale, a distanza di 30 anni, in base ai dati forniti dall’Organizzazione Mondiale del Turismo, il mercato turistico italiano non solo ha perso il primato, ma è anche uscito dal “podio”, superato da Nord America, Spagna e Francia. I turisti italiani, poi, preferiscono sempre più recarsi all’estero, tanto che l’Italia è uno dei leaders mondiali in relazione al turismo outcoming (movimento di cittadini italiani che si recano all’estero per turismo).

“L’organizzazione del turismo in Italia oggi, così com’è, non funziona “. È questa, secondo Marco Scopigno di Sviluppo Italia – la società che, per conto del governo, si sta occupando della materia e che ha proposto la creazione del nuovo organismo – la principale spiegazione della crisi del mercato turistico italiano. “Gli operatori turistici italiani sono troppi piccoli e si occupano principalmente di organizzare viaggi all’estero; a livello istituzionale vi è una frammentazione delle competenze; manca, insomma, una regia di sistema. Bisogna, inoltre, registrare l’assenza di una politica industriale nel settore”. Si continua a investire nella costruzione di posti letto, continua Scopigno, “tanto che il nostro Paese è quello che ne ha il numero più alto al mondo. Eppure, il tasso di riempimento delle strutture è bassissimo. I flussi turistici, poi, si concentrano solamente in alcune stagioni”. A proposito della diminuzione dei flussi turistici provenienti dall’estero, Scopigno attribuisce la principale responsabilità agli alti costi dei servizi alberghieri e di ristorazione, soprattutto nelle città d’arte .

Concorda con Scopigno anche Daniele Broccoli, presidente dell’A.B.T.A. (Association of British Travel Agents ): “In Italia è più difficile che in altri Paesi, come Spagna o Croazia, organizzare dei pacchetti turistici. I problemi principali si hanno in materia di coordinamento tra servizi alberghieri e trasporti. I prezzi, poi, negli ultimi anni, sono aumentati molto e mancano offerte per le famiglie. Le spiagge di Spagna e Croazia, ad esempio, attraggono più turisti inglesi poichè, anche durante l’estate, vi sono moltissime promozioni per le famiglie. Alla fine, la famiglia inglese sceglie di trascorrere una settimana in uno di questi due Paesi, piuttosto che in Italia, perchè arriva a risparmiare fino a 300 euro” .

La nuova istituzione, che dovrebbe coinvolgere attori pubblici e privati, ha proprio il compito di promuovere il turismo italiano in Italia ed all’estero, e, allo stesso tempo, di favorire un utilizzo più ottimale delle risorse a disposizione. Tra i risultati che si vorrebbero conseguire, vi sono, in primo luogo – come conferma Scopigno – la destagionalizzazione del turismo (sviluppo di flussi turistici continui durante l’anno) e l’ammodernamento delle strutture alberghiere (catene alberghiere più grandi e più attente alle richieste del mercato).

Se non è ancora chiaro quale sarà il nome e quale l’assetto societario della nuova struttura, sicuramente si sa che il modello cui Sviluppo Italia si è maggiormente ispirato è quello della Maison de la France, una società a partecipazione pubblica e privata (lo Stato francese ne è l’azionista di maggioranza) che, con 33 sedi in tutto il mondo e con un budget annuo che nel 2004 ammontava a 569 milioni di euro, si occupa della promozione turistica francese. “I punti di forza della nostra struttura – afferma Christian Kergal, per conto della Maison de la France – sono la disponibilità di importanti risorse finanziarie, l’organizzazione efficiente e la collaborazione attiva tra attori pubblici e privati che manifestano la volontà comune di rendere sempre più competitivo questo settore, che è uno dei più redditizi della nostra economia “.

Grazie alla collaborazione tra istituzioni centrali, enti regionali e privati (in totale, sono 1300 i soci della Maison), la società francese riesce a fornire, sul proprio sito internet, informazioni dettagliate in merito ad ogni evento o manifestazione che si svolge sul territorio nazionale e, nelle varie edizioni in lingua straniera, seleziona la propria offerta in base alle diverse richieste dei vari mercati esteri. “Nell’immediato futuro – conclude Kergal – l’obiettivo principale è quello di arricchire ulteriormente la nostra offerta via internet, in modo da consentire al consumatore, tramite la collaborazione con Resinfrance [società pubblica con partecipazione privata che si occupa delle prenotazioni alberghiere on line su tutto il territorio nazionale], di organizzare il proprio soggiorno turistico attraverso il nostro sito”.

In merito al rilancio del turismo italiano, un nodo ancora aperto rimane quello del futuro dell’E.N.I.T. (Ente Nazionale Italiano per il Turismo), l’organo che attualmente si occupa della promozione turistica. A questo proposito, Sviluppo Italia fa sapere che le ipotesi sul tappeto sono due: o si creerà un rapporto di collaborazione tra l’E.N.I.T. e la nuova società oppure quest’ultima assorbirà al suo interno l’ente già esistente. Da parte E.N.I.T., comunque, si attende di sapere quali saranno le decisioni del vertice prima di rilasciare qualunque dichiarazione o commento.

Notiziario NIP – News ITALIA PRESS agenzia stampa – N° 25 – Anno XII, 7 febbraio 2005