In 10 anni di manovre, sborsati 240 miliardi €

09/01/2009

Questa la cifra da capogiro pagata dai contribuenti italiani per effetto delle finanziarie e successive manovre «bis» effettuate dai governi che si sono succeduti. Il dato emerge da un’indagine effettuata dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre (Venezia)

VENEZIA – Quasi 240 miliardi di euro: questo è quanto hanno pagato i contribuenti italiani negli ultimi dieci anni per effetto delle finanziarie e successive manovre «bis» effettuate dai governi che di volta in volta si sono succeduti. Il dato emerge da un’indagine effettuata dall’ Ufficio Studi della Cgia di Mestre (Venezia).
Dall’analisi compiuta dall’associazione degli Artigiani si ricava che le sole finanziarie hanno inciso in un arco temporale di 10 anni (1996-2006) per quasi 200 miliardi di euro (198,2 miliardi di euro), mentre le «manovre-bis» e cioè quelle correttive del precedente provvedimento finanziario statale si sono assestate su un totale di 41,1 miliardi di euro, portando, sommando i due valori, al dato complessivo del titolo di quasi 240 miliardi di euro.
Si tratta – è detto in una nota della Cgia – di dati attualizzati al 2006 (ovvero, gli importi delle manovre sono stati rivalutati ogni anno del tasso di inflazione) e che comprendono l’aumento delle imposte (su persone fisiche e anche imprese) sia il taglio alla spesa pubblica. In questo senso, per ben 5 anni su 10, del periodo considerato (1996-2006), lo Stato è ricorso alla «manovra-bis» per riottenere il riequilibrio del disavanzo statale e, in seguito, il rispetto dei parametri fissati dall’Europa e quindi in maniera tutt’altro che episodica.
La suddivisione per anni effettuata nello studio dell’Associazione Artigiani di Mestre, permette di stilare una sorta di «classifica» degli anni in cui il prelievo fiscale e i tagli ai servizi pubblici hanno raggiunto il loro massimo.
In particolare, l’ «annus horribilis» per il contribuente italiano, in questo senso – prosgue la nota della Cgia -, è stato senza ombra di dubbio il 1997 e cioè l’anno della cosiddetta «eurotassa».
Con riferimento al 1997, infatti, lo studio fissa la cifra corrispondente al prelievo fiscale, comprensivo anche dei tagli ai servizi pubblici, per privati e aziende a 48,1 miliardi di euro pari ad un’incidenza media pro-capite di 1.252,5 euro.
Interessante, sempre secono l’associazione di Mestre, appare anche segnalare che dal 1999 al 2003 non sono state fatte «manovre-bis» e che negli ultimi dieci anni, i periodi in cui il prelievo fiscale ha raggiunto il minimo siano stati rispettivamente il 1999 (226,8 euro ) e il 2000 (227,9 euro).
Allo stesso modo il dato dell’incidenza media pro capite per il 2006 per il contribuente italiano è pari a 707.74 euro e quindi non molto distante dal prelievo record del 1997, ovviamente manovra-bis esclusa.
A tale proposito, il Segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, rileva che «alla luce di questi dati e vista la necessità di rimettere in ordine i nostri conti pubblici, appare decisamente auspicabile che la manovra-bis del 2006, se ci sarà, si concreti in misure dirette a contenere e a razionalizzare la spesa pubblica, piuttosto che in nuove imposte che potrebbero soffocare i timidi segnali di ripresa che alcuni indicatori economici ci stanno evidenziando».

Fonte:
La Gazzetta del Mezzogiorno