Imprenditore ucciso in Brasile: “Vittima dei trafficanti”

28/09/2008

Reggio Emilia, 29 settembre 2008 – «Vuol sapere se gli assassini sono già stati scoperti? In tre giorni e mezzo? Ma qui il 93 per cento degli omicidi resta impunito, in questo paese. Accade rarissimamente che si scopra un delitto. In questo caso poi… Da indiscrezioni certi personaggi che la vittima conosceva erano gente coinvolta nel traffico di droga. Lui era impegnato in azioni umanitarie. noi come consolato non lo conoscevamo».
 

Chi parla è un funzionario del consolato di Rio de Janeiro. Gli chiediamo novità sull’assassinio di Riccardo Ferretti, imprenditore di Bibbiano, già impegnato nell’edilizia e ora nel turismo, volontario impegnato nel recupero dei bambini di strada in Brasile, ucciso mercoledì sera con sei colpi di pistola a Sitio do Conde, nello Stato di Bahia, nord est del Brasile. Il funzionario ha poche notizie, ricavate dalle informazioni che, sul posto, pare abbia ricevuto dalla polizia locale il console di Salvador di Bahia, Giovanni Pisanu.

Il funzionario del consolato di Rio non è in grado di dir di più. Nè sul movente nè tantomeno, come si vede, sugli autori dell’agguato. Nei giorni scorsi, secondo quanto avevamo appreso da un suo conoscente fiorentino, Ferretti aveva dato ospitalità per motivi filantropici anche a tossicodipendenti evidentemente senza tetto: c’era stata qualche conseguenza con le autorità locali, ma l’italiano era uscito pulito da un’indagine. Qualcuno gliel’ha fatta pagare per avere dato fastidio?

Di sicuro la polizia di Conde, la città sull’oceano sotto la cui giurisdrizione si trova la frazione di Sitio, esclude che il delitto sia avvenuto a scopo di rapina. Il corpo di Ferretti è stato trovato – o fatto trovare? – nella sua auto. E con sè l’imprenditore aveva tutto, anche i soldi, «gli hanno trovato addirittura i telefonini», dice il funzionario del consolato che nega, stando a quanto gli è stato detto, che tra Ferretti e gli assassini vi sia stata colluttazione, e che la vittima designata abbia tentato di fuggire. Le indagini vanno avanti, «gli investigatori vogliono vedere cosa c’è dentro quei cellulari», i contatti telefonici che ha avuto il volontario di Bibbiano.

L’autopsia sul corpo di Riccardo Ferretti, tra l’altro, pare non sia ancora stata eseguita: e questo impedisce al momento di parlare di date di rientro della salma in Italia. A Salvador c’è la moglie brasiliana di Ferretti, da cui stava separandosi; e nella capitale dello Stato di Bahia hanno annunciato di voler andare alcuni volontari della comunità La Collina, la cooperativa di don Lorenzo Braglia a Codemondo, con cui Ferretti aveva assiduamente collaborato prima di stabilirsi definitivamente in Brasile tre anni fa.

  Fonte:
Il Resto del Carlino