Immigrati: un milione di nuovi italiani
09/01/2009
Cittadinanza, oggi il via del governo. I Ds: voto amministrativo a chi è qui da 5 anni
ROMA — Gli sbarchi di clandestini continuano ad aumentare. «Fenomeno disumano», lo definisce il ministro dell’Interno Giuliano Amato che al Parlamento dice: «Abbiamo il dovere di porvi fine». E così, mentre il Viminale studia un piano di collaborazione con il governo di Tripoli in modo da impedire le partenze dalle coste libiche, stamattina il consiglio dei ministri dovrebbe approvare il disegno di legge per concedere la cittadinanza a chi vive regolarmente in Italia da almeno cinque anni e non da dieci come avviene ora, introducendo il principio dello «ius soli». Vuol dire che i figli di stranieri che hanno i requisiti, diventeranno automaticamente cittadini italiani. E godranno anche del diritto di voto nelle elezioni locali. Sul voto amministrativo agli immigrati, i Ds hanno presentato ieri un progetto di legge. Prevede che i cittadini stranieri residenti da 5 anni in Italia possano votare ed essere eletti nei consigli comunali e provinciali.
Secondo le stime della Caritas sono 900 mila gli stranieri che potranno beneficiarne della legge sulla cittadinanza, un numero che nel 2008 salirebbe fino a un milione e mezzo di persone. Le nuove regole sulla cittadinanza, per il ministro Ferrero, «introdurranno anche in Italia principi di civiltà che ci sono da tempo in altri Paesi. Fra l’altro, chi nella politica ha avuto premi dalla popolazione sollecitando paure e discriminazioni verso gli immigrati dovrà poi tener conto del loro peso elettorale».
«La sinistra vuole il voto agli stranieri per poter così mantenere il potere», ha reagito il leghista Roberto Calderoli. «Con la nuova cittadinanza verrà dato il colpo di grazia a quel poco che resta della nostra civiltà», aggiunge il vicepresidente dei senatori della Lega Dario Galli.
Intanto continua l’emergenza sbarchi: tra il 2004 e il 2005 sono passati da 13 mila a 23 mila». Nella prima metà di quest’anno sono già oltre 11 mila. La Libia sembra aver allentato i controlli. Per questo Amato ha annunciato «pattugliamenti del mare, da effettuarsi principalmente in prossimità delle coste libiche, sulla base del modello sperimentato con successo in Albania quando fermammo il flusso dei clandestini e aprimmo il capitolo dell’arrivo in Italia, trasparente, di quote di albanesi che ora vivono da noi».
Per ottenere la collaborazione del governo libico si è deciso di chiedere aiuto alla Ue. «L’Europa — avverte il titolare del Viminale — si deve impegnare per una conferenza Unione europea-Unione africana, che speriamo di poter svolgere nei prossimi mesi». L’idea è quella di organizzare il vertice proprio a Tripoli e di arrivare all’appuntamento con una serie di proposte per far sì che le aziende portino avanti progetti in Libia.
Fonte:
Corriere della Sera
Fiorenza Sarzanini