Il verdetto di Fed, Bce e G7
09/01/2009
Settimana ad alta densità di appuntamenti. Domani sera l’annuncio di Greenspan sui tassi Usa: atteso un rialzo di 25 p/b. Oggi euro in ripresa su dollaro e yen
Nel corso di questa settimana sono tre gli appuntamenti di forte rilevanza per i mercati. Si comincia oggi negli Stati Uniti con la riunione del Federal Open Market Committee (Fomc) della Fed, che si chiuderà domani con l’annuncio (ore 20,15 italiane) dei nuovi tassi Usa. Gli analisti danno per scontato un nuovo rialzo “moderato” , 25 punti base, che porterà i Fed Funds al 2,50 per cento. Secondo Bnl Wholesale & International Banking l’obiettivo di consensus di mercato resta il 3,50% per fine 2005.
Seguirà giovedì 3 febbraio la riunione mensile della Banca centrale europea a Francoforte. In questo caso la previsione è di tassi invariati al 2 per cento. Infine venerdì e sabato ci sarà il meeting del G7 finanziario a Londra, dov’è stato invitato anche il rappresentante di Pechino. Si parlerà prevedibilmente anche dell’equilibrio dei cambi euro-dollaro-yen e della sottovalutazione dello yuan cinese, ma sulle conclusioni nessuno si sbilancia. La newsletter di Bnl ritiene possibile che gli attuali “range” di 1,29-1,32 per il cambio euro-dollaro e di 102-104 yen-dollaro siano mantenuti con gli investitori che cercheranno di interpretare i dati economici. Stamattina, intanto, l’ euro è in ripresa nei confronti del dollaro e dello yen all’apertura dei mercati valutari europei. La moneta unica viene infatti scambiata a 1,3040 dollari. Sempre stamani
alle 7 ora italiana, a Tokyo la valuta europea è in rialzo rispetto allo yen: 135,42 rispetto ai 134,84 yen della chiusura precedente.
Ritornando agli Stati Uniti, anche se l’inflazione ha di recente creato preoccupazioni alla Fed, secondo gli analisti la frenata della crescita
economica – 3,1% nel quarto trimestre 2004, rispetto al 4% del terzo trimestre secondo le stime diffuse oggi – dovrebbe sconsigliare una politica più aggressiva di rialzo del costo del denaro, superiore cioè ai 25 punti base indicati sopra. I future indicano analoghi rialzi nei mesi primaverili.
Da parte sua il presidente della Bce Jean Claude Trichet ha dichiarato che la debolezza del biglietto verde ha penalizzato l’economia di Eurolandia. Una
conferma, secondo gli esperti, che la questione delle ricadute del dollaro debole sarà messa sul tavolo al prossimo G7 di Londra.
In quella sede, come si è detto, potrebbero essere reiterate le pressioni per un rafforzamento dello yuan e più in generale delle divise asiatiche. L’impressione è però che la Cina voglia mantenere stabile il cambio e che i maggiori Paesi dell’area – Giappone in testa – non abbiano alcuna intenzione di accollarsi il gravoso compito di riequilibrare il vistoso deficit dei conti
con l’ estero Usa. Il segnale, attribuito a fonti governative cinesi, è giunto ieri mattina dal quotidiano «China Business Post»: la Cina dovrebbe evitare di «rivalutare ciecamente lo yuan» senza un’adeguata preparazione a tale passo, ha sottolineato Zheng Jingping, portavoce dell’ufficio nazionale statistico.
Il Sole 24 Ore.com
1 febbraio 2005