Il Pakistan in ginocchio chiede aiuto. Unicef: 40mila morti
09/01/2009
L’Unicef: le vittime si avvicinano a 40 mila. Un’intera generazione spazzata via dal sisma mentre si trovava a scuola
ISLAMABAD – Il Pakistan chiede aiuto al mondo dopo il terribile sisma che ha colpito la regione al confine con l’India e che avrebbe causato la morte di oltre 30mila persone, secondo le ultime stime. Il presidente Musharraf ha lanciato un appello agli aiuti internazionali: «Abbiamo bisogno in modo impellente di medicinali, tende ed elicotteri per raggiungere persone in regioni lontane e tagliate fuori dal mondo». Difficoltà confermate dall’inviato del Corriere della Sera, Lorenzo Cremonesi, che parla di strade disastrate e dell’impossibilità di raggiungere alcuni villaggi sulle montagne del Kashmir.
L’agenzia britannica Oxfam avverte che non si può perdere tempo negli aiuti perché tra le montagne himalayane l’inverno sarà durissimo e già ora, durante la notte, le temperature sono molto basse.
AIUTI ANCHE DALL’INDIA – Sono già partiti alla volta del Pakistan i primi aerei con gli aiuti destinati alle popolazioni rimaste senza tetto. Tutto il mondo si sta mobilitando per la nuova emergenza e anche l’India, nazione con cui il Pakistan combatte da anni un duro braccio di ferro politico e diplomatico per la questione della sovranità sul Kashmir, si è detta pronta a inviare aiuti. Il governo di Islamabad ha detto sì all’offerta di aiuto arrivata dai vicini che faranno arrivare nel Paese circa 25 tonnellate di materiale e generi di prima necessità. Non sarà però consentito l’intervento sul territorio pakistano di soldati indiani.
IL CONTRIBUTO DELL’ITALIA – Tra gli Stati in prima fila per il sostegno alle popolazioni terremotate vanno segnalati la Russia, la Francia e il ricco sceiccato del Kuwait che ha annunciato uno stanziamento di cento milioni di dollari. Dall’Italia sono stati organizzati invii dalla Croce rossa e dall’associazione Save the Children mentre l’Unicef ha avviato una raccolta fondi mettendo a disposizione conti correnti postali e bancari, un numero verde e un sistema per le donazioni online tramite carta di credito.
DISPERSO UN ITALIANO Continuano intanto le ricerche di Alberto Bonanni, un dipendente dell’ambasciata a Islamabad disperso in Pakistan. Sulle operazioni è possibile ascoltare l’intervista al nostro ambasciatore Roberto Mazzotta.
STRAGE DI BAMBINI – Le stime sul bilancio della tragedia diventano ora dopo ora più tragiche. Un’intera generazione è stata spazzata via in pochi secondi dal terremoto. La maggior parte delle vittime del sisma dell’8 ottobre nel nord del Pakistan sono soprattutto bambini, che in quelle zone rappresentano circa il 50% della popolazione.
L’Unicef (il Fondo Onu per l’infanzia) teme infatti che la gran parte dei morti (stimati ora tra 30 mila e 40 mila) siano bambini, molti deceduti nelle scuole crollate per il terremoto di 7,6 gradi della scala Richter avvenuto alle 8,50 di mattina (ora locale) quando molti di loro si trovavano in aula. La conferma è giunta dal portavoce delle Forze armate del Pakistan. «I feriti sono più di 60 mila» ha reso noto una fonte del governo pakistano. «È una situazione tremenda. In ogni momento arrivano notizie di morti da tutte le zone colpite».
EPISODI DI SCIACALLAGGIO – Le operazioni di soccorso devono ancora raggiungere molti villaggi isolati. L’esercito americano in Afghanistan ha inviato per le operazioni di emergenza otto elicotteri, normalmente usati nella guerra contro i talebani. Muzaffarabad, capoluogo del Kashmir pakistano, è stata rasa al suolo. Il terremoto ha distrutto o danneggiato tutti gli edifici, molti cadaveri giacciono ancora in strada. Migliaia di persone hanno dormito all’aperto in un autunno freddo e piovoso. Alcuni residenti hanno riferito di avere visto delle persone intrufolarsi in abitazioni evacuate e stazioni per il rifornimento di benzina nel tentativo di rubare oggetti e beni abbandonati.
INDIA – Nel Kashmir indiano i morti sono almeno 804 con oltre 2.400 feriti. I dispersi sono 10 mila. Lo hanno reso noto fonti ufficiali indiane. Tre morti in Afghanistan. Tra India e Pakistan i senza tetto sono 2,5 milioni secondo una stima dell’Onu. Sempre in India, Syed Salah-ud-Din, capo del più importante gruppo dei ribelli separatisti, ha chiesto la sospesione di tutt le ostilità per non intralciare gli aiuti nelle zone terremotate.
Fonte:
Corriere della Sera
10 ottobre 2005