Il nuovo volto del Brasile e dei Bric

15/10/2009

A cura di Rocki Gialanella

Il gigante sudamericano diventa creditore del FMI per la prima volta nella sua storia. E i Bric continuano a conquistare fette di potere all’interno degli organismi internazionali

Nell’arco di soli sette anni il Brasile ha modificato radicalmente il suo status economico internazionale. Il paese che nel 2002 aveva ricevuto un credito da 30.400 milioni di Usd da parte del Fondo Monetario Internazionale per evitare la dichiarazione di bancarotta, si è trasformato nel 2009 in uno dei creditori di questo organismo internazionale. E’ la prima volta nella storia del gigante sudamericano, non era mai accaduto che il Brasile prestasse risorse al FMI, dopo aver restituito in anticipo il suo debito nel 2005.

Brasilia si allinea così ad altre realtà emergenti (Cina e India), che si sono impegnate ad acquistare bond emessi dal FMI al fine di triplicare la dotazione di risorse a disposizione di quest’ultimo. Si tratta di una disponibilità che il FMI vorrebbe innalzare fino ai 500.000 mln di Usd per poter trasformare l’organismo in un soccorritore dell’ultim’ora nel caso si verificasse un peggioramento del sistema monetario globale. La Russia è l’unico paese del gruppo Bric che non ha dato la sua disponibilità a sottoscrivere i nuovi bond. Pechino ha dato il suo appoggio per 50.000 mln di Usd e Nuova Delhi per 10.000 mln di Usd.

Nei suoi sette anni di presidenza, Lula ha fatto fare passi enormi al suo paese: con ogni probabilità uscirà dalla recessione prima di molti altri (nel secondo trimestre il Pil ha ricominciato a crescere); i tassi di crescita degli ultimi anni sono stati molto più alti rispetto a quelli registrati durante i due decenni che li hanno preceduti; l’incidenza della povertà estrema si è ridotta dal 35% del 2001 al 24,1% del 2008; la classe media accoglie poco più del 50% della popolazione. Il lato oscuro di questi dati andrebbe ricercato in tutto quello che resta da fare in materia di disuguaglianze, povertà, insicurezza delle città, corruzione, inquinamento e distruzione delle risorse. Il futuro del Brasile, con le sue mille luci ed ombre, determinerà senza ombra di dubbio quello dell’America latina (visto che la sua economia è ormai la metà di quella continentale).

Il nuovo ruolo del Brasile si inserisce in un processo di progressivo ampliamento del ruolo dei Bric. Il gruppo di paesi costituenti i Bric (Brasile, Russia, India e Cina) ospita quasi la metà della popolazione mondiale, un quarto del Pi, il 40% di tutta la superficie e il 65% della crescita accumulata dal pianeta negli ultimi anni. I Bric puntano ad una maggiore rappresentanza alla guida del Fondo Monetario Internazionale (sempre europea) e della Banca Mondiale (sempre statunitense), pretendono di apportare cambiamenti al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e puntano a sostituire il Dollaro Usa con un paniere di valute che vada oltre il binomio Euro-Dollaro.

Fino a questo momento, a Pittsburgh, nel corso dei lavori del G-20, le economie emergenti hanno ottenuto un aumento del 5% del potere di voto in seno al Fondo Monetario Internazionale. Si tratta di un primo passo (i Bric hanno chiesto un incremento del 7% di tali poteri), che si tradurrà anche in un minor peso di alcuni paesi dell’UE finora sovra-rappresentati. Si tratta di un altro piccolo passo verso la revisione degli equilibri politici ed economici a livello internazionale.

@

Fonte:
Fondionline.it