Il credito per le Pmi fa rotta sul Sudamerica

09/01/2009

MILANO – Reinventarsi o morire. È questo il destino dei distretti industriali italiani, secondo la maggior parte degli economisti.

E una chance può arrivare dall’America Latina, area nella quale potrebbe trovare applicabilità l’idea del bond di distretto. Si tratta, come noto, di una forma di finanziamento delle imprese da parte del sistema creditizio. L’ultima tappa di questo piano di rilancio sono le “azioni di progetto”, strumenti finanziari partecipativi che danno corpo a un patrimonio dedicato che non comporta la responsabilità delle imprese promotrici.

È questa la proposta contenuta nell’ultimo Rapporto Rial (Rete Italia-America Latina della Camera di Commercio di Milano) scritto da Michele Bagella, direttore del Dipartimento di Economia dell’Università di Roma Tor Vergata, e da Franco Fornasari, consigliere speciale del Dipartimento di pianificazione strategica del Bid (Banco interamericano di sviluppo).

Il rapporto è stato presentato a Milano pochi giorni fa in occasione del convegno «Dai consorzi fidi al bond di distretto: nuovi strumenti di finanza strutturata per le Pmi». Le “azioni di progetto” costituiscono l’ultimo tassello di un modello produttivo-finanziario che funziona così: il primo passo è la costituzione di un club di imprese distrettuali che predispongono un progetto di distretto. Le Pmi, come noto, sono imprese familiari che hanno poca predisposizione alla diluizione del capitale sociale e alla collaborazione produttiva che implichi una perdita di controllo. Il secondo è quello che dà vita a una società di progetto che a sua volta propone la sua idea a a banche e intermediari. Il terzo passo è quello di trasformarsi in impresa che opera sul mercato rafforzando le attività con le imprese promotrici con fondi attratti da strumenti finanziari.

Bagella spiega a Il Sole-24Ore la necessità di affrontare questa sfida: «Le Pmi sono costrette a rinnovarsi perché i mercati sono sempre più aperti, aumenta la concorrenza, la Cina è un Paese con un costo del lavoro bassissimo e politiche commerciali sempre più aggressive. Per questo non ci resta che seguire una strada già esplorata in Asia, ovvero la cartolarizzazione per i crediti alle Pmi». Si tratta insomma di fare investimenti low cost con credito bancario. Una forma di cartolarizzazione (il credito bancario viene trasferito in obbligazioni) per imprese dello stesso ambito geografico.

L’iniziativa, appoggiata dal ministero degli Esteri, dall’Università di Roma Tor Vergata, dal Bid, dal Rial e da Ubm Banca d’impresa ha già sortito effetti importanti. L’emissione del primo bond di distretto, avvenuta lo scorso aprile, fa riferimento proprio all’iniziativa di Unicredit Banca d’impresa di lanciare sul mercato internazionale la prima cartolarizzazione di un portafoglio “italiano” composto da circa 238 milioni di euro di crediti che la stessa banca aveva concesso a 471 Pmi del Nord Est.

Quest’innovazione è certamente un passo importante per il sistema finanziario italiano e per la crescita e internazionalizzazione delle nostre Pmi. Ma non solo, qualora si affermasse la sua esportabilità oltre il contesto italiano, il bond di distretto potrebbe essere un interessante strumento di interesse anche dal punto di vista della «finanza per lo sviluppo delle Pmi».

Le «azioni di progetto» sono una grande opportunità anche secondo Fornasari, in quanto «equivalente dei consorzi di investimenti importanti effettuati da grandi gruppi, che si muovevano con la copertura politica e l’appoggio di gruppi bancari internazionali». Niente di tutto ciò per le Pmi che hanno necessità di altre modalità di sviluppo.

Tuttavia l’avvio delle azioni di progetto, nell’ambito del bond di distretto presenta naturalmente ancora qualche incognita ma, in merito alla sua esportabilità, l’ottimismo sembra prevalere: per Biagio Giacalone, di Ubm Capital markets, vale la pena lanciare quest’iniziativa, anche se restano sul tappeto alcuni problemi tra cui il quadro legislativo dei Paesi interessati, gli schemi di cartolarizzazione, gli standing del Paese e il quadro macroeconomico.

Il Sole 24 Ore
ROBERTO DA RIN
Mercoledí 22 Dicembre 2004