Il calo del dollaro per la probabile diminuzione dei tassi di interesse della Federal Reserve
09/01/2009
Nella riunione di domani della Federal Riserve verrà probabilmente deciso un ulteriore taglio nei tassi di interesse e questo farà sì che il dollaro diventi ancora meno appetibile. La notizia ha già avuto le sue prime ripercussioni facendo calare il valore della moneta statunitense sia nei confronti dell’euro che del dollaro canadese ed australiano. Questo taglio dei tassi di interesse è la principale causa che attualmente ha fatto perdere valore al dollaro il quale ha raggiunto la cifra record di 1,4438 per euro.
Mario Platero, corrispondente da New York per il quotidiano “Il Sole 24 Ore”, ha spiegato a News ITALIA PRESS che “la debolezza del dollaro è dovuta alla crisi finanziaria che stanno attraversando gli Stati Uniti, nonché al disavanzo commerciale che questo paese ha nei confronti dell’estero, in particolare della Cina”.
Il Presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha avvertito che questo fatto potrebbe avere delle ripercussioni sulle esportazioni europee, ma d’altronde questo sarebbe inevitabile. “Non c’è alcuna autorità che possa cambiare il corso del dollaro – ha affermato Platero – il cui prezzo è semplicemente determinato dal mercato. Si potrebbe decidere di non ridurre i tassi di interesse, ma ciò costituirebbe un indebolimento in generale dell’economia americana.
Il dollaro debole potrebbe far aumentare le esportazioni americane da tempo in crisi e limitare l’acquisto di merci straniere così da diminuire il disavanzo commerciale degli Stati Uniti. La svalutazione è quindi la misura inevitabile di politica economica che l’America deve adottare”. Nonostante sicuramente i prodotti europei ed italiani soffriranno di questo calo del dollaro non tutti condividono l’opinione di Sarkozy. Blatero ha detto che “molti politici ed economisti europei, fra cui Tommaso Padoa Schioppa, non sono così preoccupati dall’andamento del dollaro.
La Germania, per esempio, non sta subento alcun rallentamento delle esportazioni. Il nostro paese,invece ha delle difficoltà maggiori, ma è lo stesso Padoa Schioppa ad affermare che è giunto il momento che i nostri prodotti riescano ad essere competitivi al di là della bassa valuta”. Il ministro dell’Economia ha invitato gli imprenditori italiani a migliorare la propria produzione, a diventare più efficienti, solo così si può sperare di competere sui mercati internazionali. E’ sì vero che ora gli Stati Uniti si avvantaggeranno proprio del dollaro basso per le loro esportazioni, cosa che invece Padoa Schioppa non vorrebbe che l’Italia facesse, ma bisogna dire che l’America probabilmente attuerà questa pratica solo per un periodo limitato, mentre il nostro paese sono anni ed anni che compete sui mercati esteri solo grazie a questo espediente. La necessità di migliorare la nostra situazione industriale deve essere una priorità e l’affrontare un mercato difficile non può che far bene alle nostre imprese.
Il calo del dollaro è accompagnato da una crescita del prezzo del petrolio di cui l’America è il principale importatore. Il Wti ha raggiunto i 93 dollari al barile, mentre il Brent, l’oro nero europeo, ha toccato le 90 sterline al barile sul mercato di Londra. Più che alle vicende di politica monetaria, però, l’attuale crescita del prezzo del petrolio sembra dovuta a una serie di congiunture di eventi. Da una parte i problemi di politica internazionale, con l’attività della Turchia contro i Curdi nel nord dell’Iraq e le tensioni degli Stati Uniti con l’Iran, dall’altra la diminuzione dell’attività estrattiva nel golfo del Messico a causa di una tempesta che ha fatto diminuire di 600 mila barili al giorno la produzione della Petroleos Mexicanos.
Sembra invece essere collegato proprio al calo del valore del dollaro l’aumento del prezzo dell’oro, visto come un bene alternativo di investimento, il quale sta per raggiungere gli 800 dollari l’oncia. Per ora è a quota 794,40 dollari l’oncia, comunque livello record degli ultimi 28 anni. Con lui crescono anche i prezzi di molte altre commodities.
Fonte:
News ITALIA PRESS