Il Brasile punta sull’educazione come volano per la crescita

13/11/2012

Il mese scorso, con una nuova proposta di legge, il governo brasiliano ha rivisto al rialzo l’aumento dei fondi per l’istruzione ponendosi come obiettivo quello di destinare allo sviluppo del settore  il 10% del Pil entro il 2020.

Il sistema educativo federale brasiliano è già destinatario di oltre il 10% della spesa del governo, una percentuale piuttosto consistente se paragonata alla media regionale. Con questa nuova legge l’intera spesa per l’istruzione in rapporto al Pil potrebbe superare quella di economie più ricche come la Danimarca (8,7%) e innalzarsi ben al di sopra della stessa media dei paesi Ocse (4%).

La decisione – che si inserisce in un lungo e travagliato percorso di riforma del sistema scolastico del paese iniziato a fine anni ’90 con le prime leggi varate dall’ex presidente Fernando Henrique Cardoso – rivela come il governo Roussef abbia individuato nell’educazione un settore strategico per il futuro. I dati messi a disposizione dallo stesso governo brasiliano, che si avvale di un ottimo sistema di monitoraggio, e i risultati del test PISA (Programme for International Student Assessment), che verifica l’apprendimento degli studenti di oltre 70 paesi, dicono che negli ultimi dieci anni il Brasile ha compiuto passi da gigante attraverso riforme e piani di investimenti a sostegno dell’istruzione primaria e secondaria.

Due sono i risultati più evidenti raggiunti fino ad oggi. Il primo è indubbiamente legato al riscontro positivo che gli investimenti in educazione hanno avuto sulla riduzione dell’ineguaglianza e della povertà relativa. Il governo di Dilma Roussef ha continuato in questi anni ad erogare piani di sostegno all’istruzione, garantendo l’accesso all’educazione primaria anche alle fasce più povere di popolazione.

Su questo fronte uno delle misure più efficaci è stata senza dubbio la Bolsa Familia, un programma di sostegno diretto all’educazione: attraverso fondi stanziati dal governo federale il programma garantisce un reddito minimo alla famiglie che si impegnano a mandare i propri figli a scuola. Proprio grazie a misure come queste, a partire dal 2006 le performance educative degli alunni appartenenti ai quartieri popolari sono migliorate in maniera significativa.

Nella fascia di popolazione più povera e allitterata la percentuale di alunni in grado di terminare gli studi fino alla scuola secondaria è aumentata. Il numero medio di anni frequentati è passato da 4 a 11 per studente. Si tratta ancora di una media piuttosto bassa. E’ tuttavia significativo che di questo progresso abbiano beneficiato tutte le famiglie coinvolte nel programma indipendentemente dal livello di scolarizzazione dei genitori – variabile discriminante per l’accesso all’educazione – e dal reddito famigliare – fattore ancora decisivo soprattutto per le componenti a basso reddito.

A partire dal 2000 ad un più alto livello di scolarizzazione è corrisposto un aumento del reddito medio annuo e un più ampio accesso all’economia formale attraverso reddito da lavoro. In questo caso l’aumento dei fondi per l’educazione ha avuto un diretto impatto sull’economia del paese e sulle condizioni di vita di larghi strati della popolazione. Il secondo risultato ottenuto grazie agli sforzi degli ultimi anni riguarda anche lo sviluppo di una forza lavoro qualificata adatta a sostenere il cambiamento economico e tecnologico del paese. Su questo fronte il Brasile ha investito molto a partire dagli anni ’70, quando i primi programmi di scambio permettevano ai giovani dottorandi brasiliani di perfezionare i propri studi in università estere.

Lo sviluppo economico degli ultimi anni ha creato un aumento notevole della domanda di educazione da parte di una classe media in cerca di affermazione economica e orientata verso i settori in crescita dell’economia brasiliana. La domanda di forza lavoro specializzata proveniente dalle industrie nazionali ha poi amplificato il fenomeno. Negli ultimi anni queste tendenze hanno cambiato profondamente le esigenze del sistema educativo del paese spingendo i governi ad un deciso aumento dei fondi destinati all’educazione scientifica e tecnica; settori educativi che possono avere un diretto riscontro economico e che, se adeguatamente sostenuti, sono in grado di guidare e sostenere la crescita economica del paese.

Grazie a un monitoraggio continuo dei risultati ottenuti, oggi il sistema educativo brasiliano sembra riuscire a fornire i talenti di cui le industrie del paese hanno bisogno. Il Brasile è leader nei settori agricolo, energetico e industriale grazie anche ad una politica lungimirante di investimento nel settore educativo.  Lo dimostra anche un altro programma educativo appena lanciato dal governo brasiliano, lo Science Without Borders, che consente agli studenti di formarsi presso università di tutto il mondo proprio in quegli ambiti scientifici in cui il Brasile sta sviluppando un know how potenzialmente decisivo nella competizione globale.

Se la legge di ottobre dovesse essere applicata, il paese avrebbe a disposizione ulteriori fondi per portare avanti lo sviluppo del sistema educativo e migliorare l’istruzione pubblica cui fa riferimento la maggior parte della popolazione. Tuttavia, come dimostrato dall’esperienza passata di altri Stati, ad un aumento dei fondi all’istruzione non sempre corrispondono adeguati risultati sul piano dell’apprendimento. Il sistema educativo brasiliano, per quanto enormemente migliorato negli ultimi anni, sconta ancora grossi deficit.

Gran parte della spesa per l’istruzione è assorbita da un sistema poco efficiente caratterizzato da una bassa preparazione degli insegnanti. Sebbene venga garantita alla quasi totalità della popolazione entro i 16 l’accesso all’educazione primaria, la percentuale di chi non completa l’educazione secondaria è ancora molto alta. Il sistema educativo del paese soffre quindi di dinamiche tipiche dei paesi a basso reddito dove un repentino aumento del Pil ha lasciato ancora grandi sacche di povertà, anche se in progressiva riduzione.

Dalla capacità del governo brasiliano di rispondere a queste sfide può dipendere lo sviluppo di un economia forte e competitiva e il posizionamento del Brasile tra i paesi a più alto reddito pro capite. Brasilia sta mostrando ottime performance economiche e gli investimenti nell’istruzione possono dimostrarsi un ottimo strumento di ridistribuzione della ricchezza e di sviluppo sociale. Il Brasile ha i mezzi e le risorse per mostrare che la strada per una crescita economica solida passa dagli investimenti nel capitale umano.

 

Fonte:
Meridiani Relazioni Internazionali