Il Brasile punta su infrastrutture e sicurezza in vista dei mondiali
05/02/2013
Il Brasile ha l’occasione di rinvigorire la propria economia in vista di due importanti eventi sportivi: i mondiali di calcio del 2014 e i giochi olimpici che si disputeranno nel 2016. Sono test importanti per la presidentessa brasiliana Dilma Rousseff, che vuole la riconferma alle prossime elezioni, ma anche per i mercati che vogliono risposte dalla più grande economia latinoamericana.
L’economia brasiliana ha subito una brusca frenata nei mesi successivi all’elezione della Rousseff nel gennaio del 2011, dopo l’accelerazione degli anni della presidenza di Ignacio Lula da Silva. Nel dicembre 2011 il Brasile era la sesta economia mondiale, sopra anche alla Gran Bretagna. Il Pil ha poi subito una flessione passando da 7,5% nel 2010 a 3,7% nel 2012. Quest’anno la Banca centrale brasiliana ha però previsto una modesta crescita fino al 4%, che aumenterà al 5% nel 2014 proprio in concomitanza con i mondiali di calcio.
Per dare la sveglia al paese il governo Rousseff ha scommesso sulla riduzione dei tassi d’interesse, delle imposte nel settore industriale e del valore del real (la valuta brasiliana) rispetto al dollaro in modo da ridurre il prezzo delle esportazioni. Alcuni mesi fa la presidentessa ha lanciato un pacchetto di incentivi economici rivolti alle imprese per accelerare sui progetti legati ai mondiali e alle Olimpiadi. Sono state messe a disposizione concessioni per il settore privato del valore di 65.000 milioni di dollari per la costruzione di strade e ferrovie nei prossimi 25 anni. I dati della Corte dei conti brasiliana dicono che a marzo 2012 solo il 4% dei 3.100 milioni della Cassa economica federale per infrastrutture dei trasporti era stato utilizzato dalle imprese destinatarie delle agevolazioni.
Secondo la Federaciòn de industrias dello Stato di San Paulo le imprese brasiliane e straniere sostengono una spesa annuale extra di 8.000 milioni a causa della precarietà di strutture fondamentali come autostrade e porti. La situazione degli aeroporti preoccupa particolarmente in previsione dell’enorme affluenza richiamata dai due eventi sportivi: l’aeroporto di Guarulhos, ad esempio, non sarà pronto per il 2014, mentre quelli di Rio de Janeiro e Belo Horizonte saranno dati in concessione a privati, e quindi usciranno dalla sfera di gestione e controllo pubblica. Altro problema per il funzionamento di servizi essenziali come telecomunicazioni e trasporti è l’elevato costo dell’energia elettrica: il Brasile è uno dei paesi latinoamericani che sostiene i costi più alti per l’elettricità, nonostante il settore della green economy si sia espanso negli ultimi anni e il 70% dell’energia consumata provenga da fonti rinnovabili.
I dati del governo parlano chiaro: è stato completato solo il 5% delle infrastrutture previste, il 55% è ancora in corso e il restante 40% è ancora in via di assegnazione o di sviluppo. Le istituzioni rassicurano di riuscire a completare prima della fine dell’anno almeno l’85% dei 101 progetti infrastrutturali – del valore complessivo di 13.000 milioni di dollari. Ma il ministro delle città, Aguinaldo Ribeiro, prevede che almeno 15 opere di mobilità urbana sulle 22 in corso in cinque città che ospiteranno i mondiali non saranno pronte nel 2014. Nonostante le rassicurazioni del governo, la difficoltà di concludere i lavori prima dell’inizio dei due eventi sportivi ha messo più volte in imbarazzo il ministro dello sport, Aldo Rebelo. A peggiorare la situazione ci sono diversi casi di corruzione che non hanno risparmiato neanche il maestoso stadio di Rio, il Maracanà, al centro di un giro di mazzette tra criminalità e politica.
Altro tema caldo in vista di mondiali e Olimpiadi è quello della sicurezza. Ci si chiede se gli impianti brasiliani sapranno accogliere le centinaia di migliaia di appassionati che visiteranno il paese nel 2014 e nel 2016. Il livello attuale di sicurezza degli stadi è ai minimi storici, anche se la Federazione internazionale del calcio (Fifa) sta cercando di trovare una strategia capace di evitare incidenti durante la manifestazione calcistica. Il governo Rousseff ha anticipato che durante la coppa del mondo la vigilanza non sarà garantita solo dalla polizia federale, ma anche dalla sicurezza privata. La coppa delle confederazioni, evento calcistico che anticipa i mondiali e che si disputerà quest’estate, sarà la prima occasione per valutare il comportamento dei tifosi e dei quasi 30.000 agenti di sicurezza dispiegati per l’occasione.
La messa in sicurezza non riguarda solo gli stadi ma anche le città sedi degli eventi. Gli ultimi anni sono stati segnati da numerose operazioni di pacificazione delle favelas da parte della Policia federal. L’obiettivo è sgominare il narcotraffico e scalzare il dominio delle organizzazioni criminali per rendere più sicure mete turistiche come San Paolo e Rio de Janeiro. Il governo Rousseff ha iniziato a lavorare alla riqualificazione delle favelas anche in seguito alle sollecitazioni ricevute dal comitato olimpico internazionale in vista delle Olimpiadi del 2016. La militarizzazione ha coinvolto anche la favela più grande di Rio, Rocinha, occupata quasi due anni fa. Qui la polizia brasiliana ha messo fine ad un traffico di armi e di droga radicato da decenni e catturato uno dei criminali più ricercati del paese, Antonio Bonfim Lopes.
La Rousseff ha deciso di giocare anche la carta delle riforme sociali. Nelle zone più povere delle megalopoli brasiliane è così proseguito il programma sociale “Mi casa, mi vida” – iniziato da Lula nel 2008 – che prevede la costruzione di 3,4 milioni di alloggi entro il 2014 e aiuti finanziari per il loro acquisto. Ad oggi, meno della metà delle case sono state completate e consegnate ai beneficiari. Nella sola città di Rio de Janeiro, l’urbanizzazione delle favelas – sponsorizzata anche dal sindaco Eduardo Paes – dovrebbe essere completata entro il 2020 e coinvolgere circa 378 quartieri, 123 dei quali verrebbero eliminati con il trasferimento dei loro abitanti in luoghi più sicuri. Il programma, denominato “Vivir Carioca”, prevede l’investimento di circa 5.000 milioni di dollari e riguarda più di centomila persone.
*Grafica di: Alberto Imbrosciano
Fonte:
Meridiani Relazioni Internazionali