Il Brasile esportatore di commodity fa meglio della Cina
09/01/2009
La costante agitazione sui mercati finanziari globali e le crescenti aspettative di recessione americana quest’anno hanno fornito un contesto difficile per i mercati azionari e febbraio.
Con il prossimo meeting della Federal Reserve americana, previsto il 18 marzo, è prevalso il crescente umore ribassista (bear, ovvero orso) tra gli investitori. Il sentiment è stato minato dai nuovi dati che hanno rivelato come l’economia americana abbia continuato a perdere il momentum, con un grave calo dell’indice “Institute for Supply Management” (ISM) per l’attività del settore non manifatturiero a gennaio e il primo calo mensile nel numero degli impiegati nel settore non agricolo da agosto 2003.
Il sondaggio di una banca centrale ha mostrato che gli standard del prestito americano si sono inaspriti significativamente negli ultimi tre mesi. I prezzi al consumo USA, nel frattempo, sono saliti dello 0,4% a gennaio, per lasciarli a +4,3% rispetto all’anno precedente.
Il record dei prezzi del petrolio e delle commodity hanno aiutato le borse emergenti internazionali a mantenere la loro leggera sovraperformance (da inizio anno) sui mercati sviluppati.
Tra i mercati emergenti, gli esportatori di commodity, come il Brasile, hanno sovraperformato gli importatori di materie prime, come la Cina.
I prezzi del greggio sono saliti in modo consistente, superando i 100 dollari al barile. I prezzi dell’oro e del platino hanno raggiunto i nuovi massimi di sempre, stimolati dalla sospensione delle forniture di elettricità alle miniere del Sud Africa mentre i prezzi dei metalli di base si sono rafforzati malgrado i timori circa il rallentamento della crescita americana, ed anche i prezzi delle materie prime agricole hanno toccato nuovi massimi.
In Asia, escl. Giappone, il peggioramento del trend inflazionistico in Cina ha destabilizzato gli investitori, dopo che i prezzi al consumo sono saliti del 7,1% nell’anno a gennaio, in rialzo dal 6,5% nell’anno a dicembre, con la maggior parte delle pressioni da attribuire all’aumento dei prezzi degli alimentari, pari al 18,2%.
A febbraio, il governo di coalizione in India ha svelato il budget dell’anno fiscale 2008/09, che in realtà non conteneva sorprese e incoraggiava gli investimenti per l’agricoltura, lo sviluppo rurale, il benessere e l’educazione prima delle elezioni parlamentari del prossimo anno.
In America Latina, il Messico ha rilasciato i nuovi dati del PIL , che rivelano la crescita dell’economia del 3,8% rispetto all’anno precedente nel quarto trimestre del 2007, una performance solida, dato il rallentamento in corso negli Stati Uniti, il mercato di esportazione più importante del Messico.
Fonte:
Fondionline