Il Brasile è l’economia più lenta tra i Brics: nel 2012 cresce solo dell’1,5%
29/11/2012
C’era una volta la locomotiva del Sudamerica. Non che il Brasile sia in recessione, anzi, ma secondo il Rapporto pubblicato ieri dall’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) l'economia dello Stato più vasto dell’America latina ha chiuso il 2012 con una crescita dell’1,5%, che farà pure invidia a più di un Paese dell’eurozona ma che rappresenta la percentuale più bassa tra i cosiddetti Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa). I cinque Paesi che stanno trainando l’economia globale negli ultimi anni vedono sempre la Cina come capofila (previsione di crescita in ribasso al 7,5%), seguita da India (4,4%), Russia (3,4%) e Sud Africa (2,6%).
E non va meglio alla nazione verdeoro neanche guardando alle proiezioni per i prossimi due anni: Pechino e New Delhi continueranno a guidare, con la prima che tornerà a crescere sopra l’8% e la seconda intorno al 5% in media, mentre Brasilia sarà raggiunta da Mosca e Johannesburg che prevedono un miglioramento annuale intorno al 4%.
Secondo l'indagine dell’Ocse i motivi di questa leggera flessione del Brasile vanno cercati nelle politiche eccessivamente protezionistiche messe in atto dal governo di Dilma Rousseff: il gigante sudamericano occupa infatti appena la 46esima posizione nell’Indice di Competitività Globale e secondo Ernst&Young ha perso sette posizioni dal 2011 al 2012 nella classifica di attrattività per gli investitori stranieri, scivolando in 36esima posizione, davanti solo alla Russia fra i Brics.
E non è tutto. Secondo una recente analisi dell’Organizzazione mondiale per la Proprietà Intellettuale, il Brasile è anche un Paese poco innovativo: è solo il 58esimo al mondo, perdendo ben 9 posizioni rispetto al 49esimo posto del 2011. Ha registrato il calo peggiore tra i Paesi emergenti, vedendosi sfilare anche il primato del Sudamerica, che è passato al Cile, ora in 39esima posizione.
Fonte:
First Online