Il Brasile è la sesta potenza economica mondiale

26/01/2012

A cura di Veronica Furiano

Secondo la classifica “Word Economic League Table 2011 stilata dall’istituto di ricerca britannico Cebr (Centre for Economics and Business Research), il Brasile è la sesta potenza economica mondiale per Prodotto interno lordo (Pil), dietro Usa, Cina, Giappone, Germania e Francia, superando così l’Italia e la Gran Bretagna. Da quest’analisi si evince un effettivo cambiamento della mappa economica del mondo, con i paesi emergenti, in particolare i Bric, che superano e sovraperformano i paesi europei.

Particolarmente interessante la posizione del Brasile. Nel 2012 il paese sudamericano crescerà solo del 3,5% (secondo le stime della Banca Centrale) causa crisi europea e tassi di interesse ancora alti, ma dobbiamo tener conto che solo un anno fa cresceva a ritmi del 7,5% annuo. In realtà il paese ha sperimentato una fase di stallo nel corso degli ultimi tre mesi del 2011: a fronte di una crescita del settore agricolo e delle esportazioni, si è registrata un’eccessiva debolezza nella produzione industriale e nel comparto dei servizi.

Il sentiero della crescita è stato intrapreso il 27 ottobre 2002, quando Luiz Ignacio Lula da Silva, ex sindacalista, diventò presidente. Subito dopo le elezioni, il real, la valuta brasiliana crollò rispetto al dollaro e la Borsa sprofondò. Successivamente, grazie alle politiche adottate da Lula, la situazione è velocemente cambiata. Un aspetto da considerare e che ha contribuito alla crescita del Brasile, è sicuramente il fatto che negli ultimi 10 anni sono stati creati 15 milioni di posti di lavoro e 28 milioni di persone sono riuscite ad uscire dalla soglia della povertà, dando vita alla crescita impetuosa della classe media di cui oggi fa parte più della metà della popolazione.

Uno dei settori trainanti per il Brasile è quello delle materie prime. Il Ministro dell'Energia brasiliano, Edison Lobão, ha firmato un nuovo piano decennale per l'espansione energetica fino al 2020. Il provvedimento prevede la realizzazione di nuove infrastrutture nella fornitura di energia, ed inoltre mira ad una crescita del consumo finale di energia da 237,7 milioni di tep nel 2010 a 372.000.000 tep nel 2020, pari ad un tasso di crescita medio annuo del 5,3%. Il Brasile riveste anche un ruolo leader nel segmento delle energie rinnovabili: più del 70% del fabbisogno nazionale di energia elettrica è soddisfatto dalla produzione idroelettrica e oltre il 5% dalle biomasse, seguono fotovoltaico ed eolico.

 

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