I passaporti elettronici brasiliani nascono in un’azienda a Napoli
09/01/2009
I passaporti elettronici dell’America Latina parlano italiano. E italiani sono anche i badge d’accesso per i tifosi, giornalisti e personale di servizio allo stadio “Friuli” di Udine, una sorta di vero e proprio passaporto elettronico per entrare nel complesso sportivo dove gioca l’Udinese Calcio. Una sperimentazione che potrà presto diventare operativa per tutti.
A produrre questi documenti non contraffabili è la Gep, un’azienda italiana che ha appena inaugurato ad Arzano, in provincia di Napoli, una nuova fabbrica, costata circa 5 milioni di euro. La società, fondata da Paolo Pepori con il supporto del gruppo Ifil, ha un fatturato annuo di circa 10 milioni di euro e, attualmente, occupa 27 dipendenti (che diventeranno 40 entro il 2008).
La sicurezza e l’identificazione elettronica sono i campi di applicazione di Gep, settori nei quali l’azienda ha raggiunto l’eccellenza a livello internazionale.
Gep si colloca in una nicchia di mercato di grande sviluppo, coniugando la necessità di sicurezza della persona e delle sue transazioni con la tecnologia RFId (Radio Frequency Identification). L’azienda, infatti, progetta, sviluppa e realizza soluzioni avanzate, basate sull’abbinamento della tecnologia dei microprocessori con quella dell’RFId.
Inoltre, attraverso la sua nuova fabbrica, Gep è oggi la prima azienda in Italia e una delle quattro nel mondo in grado di produrre laminati cartacei (paperlam), nei quali vengono “annegati” i microprocessori con le rispettive antenne per la trasmissione dei dati in radiofrequenza (RFId). È questa la tecnologia utilizzata per il passaporto elettronico, che prima di oggi veniva importata dall’Estremo Oriente.
Oltre al passaporto elettronico, Gep sviluppa sistemi operativi di sicurezza e tecnologie per la realizzazione di documenti elettronici di identificazione, quali: carte d’identità e sanitarie, patenti, bigliettazione di eventi, trasporto pubblico; come pure le più conosciute carte plastiche a microprocessore per sistemi di loyalty e le carte bancarie.
La produzione della nuova fabbrica si attesterà, inizialmente, intorno ai 10 milioni di pezzi l’anno, solo per ciò che riguarda il mercato passaporti e carte a microprocessore.
Passaporto elettronico. È un’area di grande sviluppo, dove Gep è tra i leader internazionali. In questo settore i clienti Gep sono il Poligrafico di Stato Italiano e la Casa da Moeda in Brasile (l’equivalente del nostro Poligrafico).
Sicurezza dei dati sui documenti. Per quanto riguarda l’epassport, si è rivelato importante garantire la certezza della persona e non solo la certezza del documento. È nata la stessa necessità sui documenti cartacei, in cui si deve garantire la sicurezza dei dati (ovvero la non contraffazione). Questa procedura è stata inventata da Gep e sarà utilizzata per i nuovi documenti del PRA (Pubblico Registro Automobilistico), grazie all’uso della tecnologia chip on paper, simile a quella utilizzata per il passaporto elettronico.
Sport. La sicurezza negli stadi e l’antifrode sui biglietti delle partite (che presenta anche un problema economico) sono emergenze cui Gep è in grado di offrire soluzioni adeguate. Tali soluzioni si basano sullo sviluppo di un sistema innovativo di bigliettazione che garantisca, nel contempo, l’identificazione certa della persona e la titolarità dell’accesso agli impianti sportivi.
Mobilità e trasporti pubblici. ACI è entrata nella compagine azionaria di Gep per acquisirne la competenza e applicarla al mondo dell’automobile, con declinazioni che spaziano dai documenti del PRA alle carte per gli associati.
Inoltre, elemento cardine del business di Gep è la mobilità. Da Roma a Trento, passando per diverse città italiane, Gep ha sviluppato carte a microprocessore e sistemi di bigliettazione contactless (tecnologia RFId radiofrequenza).
Banche. Gep ha sviluppato microprocessori ad hoc per grandi banche (per esempio Banca Intesa). Oggi è chiamata a creare sistemi operativi che facciano coesistere, sulla stessa carta, i servizi bancari classici con vari servizi di utilità nella vita quotidiana del cittadino e che si avvalgono delle potenzialità della tecnologia RFId. Tra questi il pagamento dei trasporti pubblici e/o dei pedaggi autostradali.
La sede centrale e di ricerca e sviluppo dell’azienda campana è anch’essa ad Arzano e il reclutamento dei tecnici viene svolto principalmente nelle scuole di alta specializzazione delle università Federico II di Napoli, del Sannio e di Salerno. Altri tecnici e periti industriali vengono formati dall’azienda stessa, data la particolarità delle competenze e il livello innovativo delle tecnologie usate.
Fonte:
La Repubblica