I moniti della Bce

09/01/2009

Formalmente lo assolve, ma nella sostanza il comunicato della Bce sul caso Fazio è più incisivo di quanto non possa sembrare. L’assoluzione infatti riguarda il rispetto delle leggi vigenti in Italia, ma non l’operato del numero uno di via Nazionale.

In pratica: Trichet e gli altri membri del Consiglio direttivo, Fazio incluso, dicono che i comportamenti del Governatore della Banca d’Italia nei casi delle scalate straniere a istituti italiani sono coerenti con la legislazione nazionale, che però “consente un grado di discrezionalità non necessariamente in linea con i principi dell’Ue”.

E a rafforzare questo principio invita il governo italiano ad inserire nel disegno di legge sul risparmio il principio di collegialità tra il Governatore e il Direttorio . Un ingerenza in questioni interne di uno Stato che non ha precedenti.

Alla esplicita domanda sul rapporto di fiducia tra Fazio e gli altri Governatori, poi, il numero uno della Bce, Jean Claude Trichet, si rifiuta di rispondere. E anche questo è un altro segnale. Trichet quindi non prende le difese di Fazio

Attendersi oltre era francamente eccessivo. Anche perché il caso è unico e qualsiesi decisione della Banca centrale europea rappresenterebbe un precedente pericoloso.

La palla, insomma, passa al Parlamento italiano e al Ddl sul risparmio, dove è inserita la riforma dello stesso istituto di via Nazionale, fermo alla Camera. Tremonti ha promesso che interverrà. E del resto sono le istituzioni internazionali, con l’Fmi in testa, ad averglielo chiesto.

In che modo ancora non è dato saperlo, ma l’eventuale separazione della vigilanza sulla stabilità del sistema bancaria rispetto alla concorrenza sarebbe davvero un gran passo in avanti. All’Antitrust rafforzata andrebbe la concorrenza e alla Banca d’Italia la stabilità.

Un strada rischiosa perché troverebbe diverse opposizioni, ma che vale la pena percorrere fino in fondo, perché restituirebbe fiducia e credibilità al malandato sistema economico e finanziario italiano.

Fonte:
Soldi in tasca
ALAN FRIEDMAN
7/11/2005