I consulenti dello Stato finiscono tutti online

09/01/2009

Renato Brunetta insiste: ecco così sul sito del ministero della Funzione pubblica e dell’innovazione diverse migliaia di pagine con tutti, ma proprio tutti gli elenchi delle 251.921 consulenze e collaborazioni esterne di cui lo Stato italiano in tutte le sue articolazioni non ha saputo fare a meno per il suo funzionamento nel 2006. Una lista sterminata in cui c’è dentro letteralmente di tutto, dalle collaborazioni da poche decine di euro alle consulenze per centinaia di migliaia di euro, dagli stanziamenti per professionisti a progetti «culturali» a volte di dubbio spessore. Cose fondamentali, cose che fondamentali non sono affatto, cose che forse si potevano evitare, cose che forse si potevano finanziare con molti meno soldi: c’è di tutto. Tirando le somme, questo «tutto» che la Trasparenza Totale brunettiana ci consegna – buona lettura ai molti curiosi di apprendere, finalmente, quanto si è intascato questo o quello: l’indirizzo è http://www.innovazione.pa.gov.it – è costato al contribuente italiano nel 2006 oltre 1,3 miliardi di euro, ovvero il costo dell’abolizione dell’Ici. Un bel mucchio di soldi, che a consultare anche solo di sfuggita le tabelle viene da pensare che si potrebbero tagliare di brutto. Senza molti rimpianti.

Va detto che il «merito» della pubblicazione dei dati va a Giulio Santagata e Linda Lanzillotta, gli ex-ministri del governo Prodi che fecero inserire in Finanziaria a suo tempo le norme che impongono la trasparenza sulle consulenze. Certo è che Brunetta l’ha attuata, e soprattutto ha pubblicato tutti i dati e tutti insieme (compresi i suoi 22.464 euro incassati da gennaio ad aprile come capo del Dipartimento economico di Palazzo Chigi con Berlusconi). Apprendiamo ad esempio che solo 396 consulenze (lo 0,16% del totale) sono state vere e proprie manne dal cielo con incassi superiori ai 100mila euro. Più della metà degli oltre 1,3 miliardi di euro sono stati sborsati dalle Regioni ed Autonomie Locali (oltre 741 milioni), e in particolare dai Comuni (oltre 492 milioni). Al secondo posto viene la Sanità, con quasi 225 milioni seguita dall’Università con oltre 162 milioni. La Regione dove si è speso di più è stato il Lazio dei ministeri e del Palazzo, ovviamente (228 milioni), seguito però dalla ciellina e federalista Lombardia (204 milioni) e dalla rossa ed efficiente Emilia-Romagna (180 milioni). Nel complesso, la maggior parte dei compensi liquidati sono stati finalizzati ad «altre attività» (842 milioni), seguite da «attività in materia di architettura e ingegneria» (282 milioni) e «attività legali, contabilità, consulenza, studi di mercato e sondaggi» (182 milioni). Il commento del ministro Brunetta: «Guardateli, guardateli bene, sono dati che si commentano da soli».

Fonte:
La Stampa.it