Giù l’inflazione europea (2,2%), in Italia resta ferma al 2,1%
09/01/2009
MILANO. Inflazione in calo e fiducia in miglioramento per Eurolandia. Nel mese di marzo, secondo i dati Eurostat, i prezzi al consumo sono saliti del 2,2% contro l’aumento del 2,3% del mese di febbraio. La frenata riflette il rallentamento dei prezzi di energia elettrica e prodotti petroliferi grazie al calo delle quotazioni dle petrolio delle scorse settimane.
Resta invece ferma l’inflazione in Italia che, nello stesso mese, in base ai dati diffusi dall’Istat, si è attestata al 2,1% (+0,2% mensile), stesso livello di febbraio. Ancora una volta è il capitolo dei prodotti energetici a mostrare l’andamento più sostenuto con una crescita su base annua del 9,5% e dello 0,3% su base mensile. In particolare il gasolio auto è aumentato del 10,8% rispetto a marzo 2005 e dello 0,7% rispetto a febbraio 2006; la benzina verde registra un aumento tendenziale del 7,8%, mentre rispetto al mese precedente è lievemente diminuita (-0,2%).
MIGLIORA INTANTO IL CLIMA INDUSTRIALE IN EUROPA
A conferma di un trend che va avanti da settembre, sale ancora a marzo, riportandosi ai massimi dal 2001, il clima industriale delle aziende dell’euro area.
Secondo l’indicatore BCI, Business Climate Indicator, pubblicato mensilmente dalla Comissione europea, l’indice è salito a 0,80 da 0,61 del mese prima. Per trovare un livello analogo dell’indice Bci bisogna inoltre ritornare a febbraio 2001 quando era a 0,83. Maggiore ottimismo è stato registrato dai manager intervistati per il sondaggio per la ripresa degli ordinativi, delle esportazioni. Le aspettative di produzione per i mesi a venire sono invece migliorate solo marginalmente mentre sono peggiorati gli stock di prodotti finiti.
ITALIA A CORTO DI FIDUCIA
In linea con l’indice Bsi, passi in avanti sono stati segnati anche la fiducia delle imprese e dei consumatori nell’andamento dell’economia. Secondo l’indicatore ESI (Economic Sentiment Indicator) pubblicato dalla Commissione europea, l’indice è salito a marzo di 0,8 punti a 103,5 e di 0,7 punti in Ue-25 a 104,8. In controtendenza, il nostro paese dove l’indice è sceso di 0,3 punti, portandosi a 104,6, dopo però aver registrato un forte aumento (0,9 punti) nel mese di febbraio. Complessivamente l’indicatore conferma il trend positivo iniziato nell’estate 2005 restando ai massimi da metà 2001.
Fonte:
La Repubblica