Fmi: “Banche italiane hanno retto ma rischi da debito ed economia”
09/10/2013
rancesco semprini
Il sistema bancario italiano è stabile ma il rischio maggiore è insito nella debolezza economica del Paese e nelle ricadute sul sistema dei prestiti. E’ questo, in sintesi, il bilancio del Fondo monetario internazionale alla luce della pubblicazione del Global Financial Stability Report. Che però è più critico riguardo alla politica economica italiana e ribadisce la sua contrarietà all’abolizione della tassa sulla casa. «Se l’Imu sarà abolita dovrà essere compensata da altre entrate o tagli alla spesa», ha detto Michael Keen, del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), ricordando come il Fondo sia a favore di un tassa sulla prima casa.
IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
«Il sistema bancario italiano è in grado di far fronte anche ad eventuali altri choc perché i “buffer” di cui è dotato sono significativi», spiega José Vinals, direttore del dipartimento dei mercati monetari e di capitali. «Una delle principali vulnerabilità – prosegue – è però insita nella debolezza economica del Paese e quindi nella difficoltà delle attività di prestito», con le temute ricadute sulle imprese. La stessa menzione è contenuta nel rapporto che indica nella esposizione debitoria sovrana un’altro elemento di turbativa. «Fortunatamente, le autorità bancarie nazionali, e in particolare la Banca d’Italia, hanno già avviato una serie di esami sulla qualità dei prestiti e sulla performance delle banche, – prosegue Vinals – essenziali per assorbire eventuali perdite dovute a cattivi prestiti futuri». Nella conferenza stampa di presentazione del rapporto l’attenzione è tutta rivolta alle banche. Sul piano europeo, nonostante l’allentamento delle tensioni, – come dice il dossier Gfsr – persiste la frammentazione finanziaria che alimenta il circolo vizioso fra banche, aziende e debito sovrano. Gli istituti devono continuare il «deleveraging», ovvero la riduzione di indebitamento, soprattutto quello più rischioso.
I MERCATI INTERNAZIONALI
«E’ importante che gli stress test e in generale gli esami per valutare la solidità delle banche siano fatti dalle autorità europee – avverte Vinals – perché è questo l’unico modo per rafforzare la fiducia da parte dei mercati». Un’altra bacchettata arriva sugli interessi dei prestiti alle aziende che restano alti nell’area euro, come viene segnalato nel rapporto – «e questo a causa – appunto – del legame fra il debito sovrano, le banche e le aziende». Non ci sono dubbi, come viene ribadito a caratteri cubitali nel rapporto, sulla necessità di portare a compimento l’unione bancaria europea. sull’altra sponda dell’Atlantico, un commento arriva anche sulla designazione da parte del presidente Barack Obama di Janet Yellen alla guida della Federal Reserve: «Ha una solida ed eccellente preparazione», dice Vinals. Anche perché a lei spetta un lavoro complicato visto che il «tapering», ovvero la progressiva dismissione delle misure a sostegno dell’economia che comporta – avverte il Fmi – una transizione verso una normalizzazione della politica monetaria «senza precedenti e complessa». E sullo sfondo di un rischio «default» da parte degli Usa che «avrebbe pesantissime conseguenze sui mercati finanziari».
Fonte:
La Stampa