Fisco, i nostri risparmi non avranno più segreti
26/03/2013
Giuseppe Cordasco
E’ ufficiale: d’ora in poi l’occhio indiscreto del fisco terrà sotto controllo i nostri conti correnti e tutti i nostri rapporti finanziari. Con un provvedimento specifico infatti, in queste ore, l’Agenzia delle entrate ha chiarito nei dettagli come funzionerà questo monitoraggio, il cui scopo ultimo, beninteso, sarà sempre la lotta all’evasione fiscale . Anche se non ci sono dubbi che questa forma di grande fratello finanziario, inquieterà non poco i contribuenti italiani, per i quali in pratica svanisce ogni forma di segreto bancario. Fino ad ora infatti il fisco poteva sapere ben poco delle nostre movimentazioni finanziarie, e il diritto a prenderne piena visione avveniva solo in seguito a specifica richiesta di accertamento fiscale. Ora invece l’incrocio tra saldi dei conti correnti, spese effettuate e redditi percepiti, avverrà in automatico, così da mettere in evidenza a priori eventuali incongruenze.
COME FUNZIONA IL REDDITOMETRO
Chi deve fare la comunicazione e cosa bisognerà dichiarare
Come previsto dalla legge, dovranno essere gli intermediari finanziari e non il singolo contribuente a fare le dichiarazioni. Saranno dunque banche, uffici postali, Sgr (Società di gestione del risparmio), Sim(Società di intermediazione mobiliare), assicurazioni e fiduciarie che dovranno trasmettere al fisco tutti i dati riguardanti i rapporti finanziari dei propri clienti, cominciando da quelli attivi nel 2011, che dovranno giungere all’Agenzia delle entrate entro il prossimo 31 ottobre. Per quelli del 2012 invece la data di consegna ultima è fissata per il 31 marzo 2014, poi a regime la comunicazione dovrà avvenire entro il 20 aprile dell’anno successivo a quello a cui sono riferite le informazioni. In questo modo verrà creato una sorta di “storico” delle nostre movimentazioni sui conti correnti, quella che è stato già ribattezzata Anagrafe dei rapporti finanziari. Le informazioni da trasmettere riguarderanno:
-saldi iniziali e finali dei conti nell'anno
-importi totali delle movimentazioni distinte tra dare (ad esempio bonifici) e avere (ad esempio accrediti)
-dati riferiti ai conti deposito di titoli, obbligazioni e buoni fruttiferi
-contratti delle gestioni risparmio e patrimoniali
-importo totale degli acquisti con la carta di credito, con relative ricariche per quelle prepagate
-numero di accessi alle cassette di sicurezza
-incrementi di valore e riscatti relativi alle polizze assicurative
-acquisti e vendite di oro o di altri metalli preziosi
Un ultimo dubbio è rimasto sui famosi fondi scudati , quelli illegalmente esportati e poi rientrati grazie a norme più compiacenti. Per essi infatti era stato garantito l’anonimato dei conti su cui sarebbero stati versati. Una questione che l’Agenzia delle entrate ha promesso di approfondire meglio con una successiva circolare.
Una questione di privacy
Il problema della riservatezza dei dati è stato uno dei nodi che l’Agenzia delle entrate è stata chiamata a risolvere, anche su esplicito invito dell’Authority per la privacy, prima di rendere effettiva la raccolta dei dati per l’Anagrafe dei rapporti finanziari. A questo scopo è stato dunque previsto che le informazioni viaggeranno attraverso un nuovo canale telematico di trasmissione denominato Sid (Sistema di interscambio flussi dati) al quale dovranno registrarsi gli operatori finanziari. Questi ultimi comunicheranno attraverso una piattaforma di File transfer protocol (Ftp) oppure, in alternativa, ma solo per file inferiori a 20MB, utilizzando la Pec, la Posta elettronica certificata. Il tutto dovrebbe garantire la necessaria garanzia di riservatezza delle trasmissioni. Inoltre l’Agenzia delle entrate è stata invitata, sempre dall’Authority per la privacy, a conservare i dati fino a un massimo di sei anni prima di disfarsene.
Fonte:
Panorama