Finanziaria: l’8 per mille va alla sicurezza

09/01/2009

Un comma della legge di bilancio stabilisce che i fondi destinati allo Stato finiscano in gran parte alle forze di polizia

ROMA – I soldi dell’otto per mille destinati allo Stato finiscono alla sicurezza. Crolla così nel 2004 l’entità delle risorse provenienti dall’8 per mille dell’Irpef, destinate allo Stato e messe a disposizione per progetti di carattere sociale. A fronte dei 105 milioni del 2003, nel 2004 i fondi a disposizione sono stati pari a 20 milioni (circa l’80% in meno rispetto all’anno precedente).

La cifra degli stanziamenti è indicata nello schema di una risoluzione della Commissione Bilancio del Senato che è riportato nei resoconti parlamentari. La diminuzione dei finanziamenti per progetti con finalità sociali e umanitarie non dipende da un cambiamento nel comportamento dei contribuenti (il cittadino può infatti destinare la quota allo Stato italiano, alla Chiesa Cattolica o ad altre confessioni religiose) ma da una disposizione della Finanziaria per il 2004 che ha stabilito di stornare per il 2004, 2005 e 2006, 80 milioni del gettito dell’8 per mille Irpef dato allo Stato per finanziare la sicurezza.

RESIDUE DISPONIBILITA’ – Per quanto riguarda il 2004, tolta la quota devoluta alla diretta gestione statale di 80 milioni, «le residue disponibilità – si legge nel documento della Commissione di Palazzo Madama – risultavano di ammontare pari a 30 milioni di euro. Un’ulteriore decurtazione delle risorse è stata disposta, sempre con riferimento all’esercizio 2004, in sede di assestamento, per cui risultano disponibili poco più di 20 milioni di euro, a fronte di oltre 105 milioni di euro erogati nell’anno 2003». «Stante la esiguità delle risorse stanziate – si evidenzia nello schema di risoluzione – nella predisposizione dello schema di decreto del presidente del Consiglio di riparto relativo all’anno in corso, non è stato possibile soddisfare se non un numero estremamente esiguo di domande per cui larga parte di quelle presentate, pur avendo ricevuto un parere favorevole, non hanno trovato un esito positivo».

Corriere della Sera
19 gennaio 2005