Finanziaria 2006 da 15 miliardi
09/01/2009
Da aggiungere le risorse per il taglio Irap e per il sostegno della crescita. Dpef per i primi di luglio
Sara Bianchi
Il Ministro Domenico Siniscalco conta di presentare all’Ecofin del 12 luglio il piano di rientro del deficit e per questo intende varare entro i primi giorni del prossimo mese il Dpef, come sostanzialmente aveva sollecitato il commissario Almunia. Nella Finanziaria 2006 la correzione complessiva dovrebbe essere compresa tra i 15-18 miliardi di euro, a cui andranno aggiunte le risorse per il taglio dell’Irap e quelle per il sostegno alla crescita.
Si tratterà di una manovra, ha precisato il Ministro, «per lo sviluppo e il risanamento», saranno privilegiate le operazioni in conto capitale, gli investimenti, rispetto alla spesa corrente.
Esclude, il Ministro dell’Economia «operazioni di cosmesi», quelle correzioni dello 0,1-0,2%, che, dice, hanno fatto perdere tanta energia. E ora, con l’introduzione di nuove regole più flessibili nel Patto di stabilità «l’ansia delle una tantum é finita e la contabilità creativa ha lasciato spazio a cose importanti», sottolinea ancora Siniscalco. Questo significa mettere al centro il sistema produttivo e i fondamentali dell’economia, guardando alle varibili che hanno più significato, ad esempio al saldo di bilancio corretto per il ciclo e al netto delle una tantum, «che erano una droga e si pagavano, con interessi, l’anno successivo».
Il Ministro pensa a un percorso di rientro dal deficit spalmato in due-tre anni, a partire dal 2006, ed evidenzia come un arco temporale più esteso consenta di mettere in campo misure di maggior respiro, in grado di produrre effetti sulla crescita. Siniscalco conferma la sua tesi, secondo cui un aggiustamento a metà anno avrebbe solo un effetto tampone, mentre al Paese, in questo momento di crescita negativa serve una politica economica chiara e di sviluppo. E si prepara ai primi incontri, venerdì prossimo in occasione del G7, con i colleghi europei, quando comincerà ad illustrare le sue controdeduzioni alle osservazioni del commissario Almunia.
Resta bloccato, intanto, il progetto del Governo per la cessione delle strade a Ispa perchè così come è non funziona, secondo Siniscalco: «Stiamo ragionando su un disegno più razionale in cui le strade non vengono vendute, ma date in concessione e in cui la societá concessionaria non sia Ispa ma un soggetto privato». Il nuovo piano dovrebbe essere pronto entro l’estate.
Il Governo conta di dare un’accelerazione in tema di opere pubbliche: «Siamo in recessione, è ora di una spinta ai lavori pubblici», ha precisato il Ministro dell’Economia che ha esposto lo stato dei lavori: sono 336 i cantieri aperti sulle strade italiane, di cui 13 quelli previsti dalla legge Obiettivo, ammontano invece a 84 quelli di prossima apertura e 541 quelli già chiusi, con 445 chilometri di strade già fatte.
E su Anas ha riferito: «L’idea di portare l’Anas fuori della Pa per trasformarla in unitá di mercato esiste. Ma mi lascia freddo». Siniscalco ha anche ipotizzato l’avvio di un pedaggio a pagamento per il Gra di Roma.
Il titolare del dicastero dell’Economia è tornato a bocciare la proposta leghista di ritorno alla lira e ha sottolineato che con l’ingresso nell’euro, i tassi di interesse sul debito pubblico si sono ridotti di cinque punti percentuali: «I nostri tassi eano il doppio degli altri Paesi. Se oggi applicassimo quel differenziale pagheremmo 70-80 miliardi di euro, una cifra incommensurabile».
Il Sole 24 Ore
9 giugno 2005