Fiat, a settembre le banche azioniste
09/01/2009
Le partecipazioni saranno del 26-27%. Gli Agnelli potrebbero essere sorpassati dai nuovi soci.
«Si è confermata la conversione del finanziamento ” convertendo” nel mese di settembre 2005». Questa frase nell’ultimo paragrafo del comunicato congiunto di ieri tra la Fiat e le banche creditrici apre la strada a una possibile rivoluzione: dal prossimo 20 settembre le otto banche del prestito ( Capitalia, Banca Intesa, SanPaolo Imi, UniCredito, Bnl, Mps, Abn Amro e Bnp Paribas) diventeranno socie del gruppo torinese e — con una quota complessiva del 26 27%— diventeranno di fatto prime azioniste del maggior gruppo industriale italiano, davanti alla famiglia Agnelli, la cui holding Ifil verrà diluita al 22% circa.
La riunione di ieri. L’incontro, durato quasi tre ore e mezza, ha avuto luogo nella sede di una società del gruppo Fiat a Milano e ha visto la partecipazione per il Lingotto del presidente Luca di Montezemolo e dell’a.d.
Sergio Marchionne; dell’a. d. di Banca Intesa Corrado Passera con il responsabile dell’area corporate dell’istituto, Gaetano Miccichè, dell’a. d. di Uni Credit Alessandro P r o f u m o , dell’a. d. e del direttore generale di Sanpaolo, Alfonso Iozzo e Pietro Modiano, e dell’a. d. di Capitalia, Matteo Arpe.
Presente anche Gerardo Braggiotti, responsabile in Italia di Lazard (consulente della Fiat). Al termine del meeting, oltre all’intesa sulla conversione, le banche hanno ribadito la loro volontà di «supportare i vertici del gruppo Fiat impegnati nel conseguimento degli obiettivi dei prossimi tre anni».
Fiat, dal canto suo, ha «confermato i dati economici e finanziari e ha ribadito l’impegno a conseguire gli obiettivi già annunciati per il 2005, 2006 e 2007». La conferma degli obiettivi e della compatibilità con essi dei dati finora emersi sul 2005 è stata accolta con soddisfazione dalle banche, preoccupate per un’inizio d’anno che — almeno dal punto di vista del mercato— si è rivelato difficile. Una conferma tanto più importante in quanto la conversione del prestito migliora la posizione finanziaria del gruppo ma non fa affluire nuova liquidità. I nuovi scenari. Dopo mesi di schermaglie, tutte le strade per una eventuale rinegoziazione dei termini del prestito sono dunque state scartate, o si sono rivelate impraticabili (anche per l’esigenza di non penalizzare i soci, grandi e piccoli, della Fiat). Torino incassa quindi un aumento di capitale a prezzi vantaggiosi (circa 10 euro contro i 5,15 della quotazione di ieri) che, se diluirà la quota degli attuali soci, rivaluta i titoli che loro hanno in portafoglio e rafforza considerevolmente la situazione finanziaria dell’azienda, con 3 miliardi di patrimonio in più e tre miliardi di debiti in meno ( si veda l’altro articolo nella pagina).
La famiglia Agnelli, dal canto suo, fa un passo indietro in parte preannunciato. A questo punto, il cda della Fiat del prossimo 10 maggio — che dovrà licenziare i conti del 1° trimestre 2005— potrà convocare finalmente l’assemblea ordinaria dei soci per approvare il bilancio 2004 (ed apportare le modifiche alla governance citate nelle scorse settimane fra i motivi del rinvio).
Sarà quella anche l’occasione per l’ingresso di rappresentanti in qualche modo legati ai futuri soci? Non è detto. I giochi sull’azionariato del Lingotto, infatti, sono in realtà tutt’altro che chiusi. L’ipotesi di una conversione a settembre non implica che le banche siano destinate a rimanere a lungo azionisti di maggioranza relativa: i creditori — che hanno ieri riconfermato la fiducia agli attuali vertici Fiat per un orizzonte che va fino al 2007 — restano pronti a fare un passo indietro nel momento in cui si presentasse un partner industriale.
L’ipotesi di una cordata promossa dalla banca d’affari Lehman, che ieri non è stata neppure discussa, non è di per sé esclusa dagli sviluppi di ieri. Una tale operazione potrebbe sì permettere alle banche di disimpegnarsi, ma non risolverebbe il problema principale; quello di trovare un partner forte del settore, in grado di rimpiazzare General Motors. Sarà questo ora il compito principale di Montezemolo e Marchionne.
Il Sole 24 Ore
di Andrea Malan
26 aprile 2005