Export, le Province di Reggio Emilia e Modena al top, si allarga la forbice con il Sud

09/01/2009

Il boom dell’industria meccanica italiana fa il vuoto alle spalle e riscrive la mappa dell’export. Tengono il passo la nautica di lusso e l’occhialeria ma perdono contatto tessile e oreficeria. Si allarga inoltre la voragine, fino a 400 volte, tra il valore dell’export delle due province di punta (Reggio Emilia e Modena) e quelle più in ritardo (Cosenza ed Enna).

Nei primi nove mesi del 2006, nella classifica delle province Top 30 per export manifatturiero, stilata dalla Fondazione Edison su dati Istat, Reggio Emilia scalza Vicenza dal vertice mentre Modena conferma la piazza d’onore.

In generale, le province a forte vocazione meccanica e siderurgica (come Reggio Emilia, Novara, Brescia, Udine, Cremona) mettono il turbo e salgono in classifica, quelle orientate prevalentemente su tessile-abbigliamento, oreficeria, calzature e mobili fanno l’ennesimo capitombolo. L’accelerazione dell’occhialeria sospinge Belluno mentre il boom prolungato dello yacthing lancia l’export di Lucca fino a sopravanzare, in valore, il business cartario.

Nelle Top 30 si fanno largo soltanto due province meridionali, Siracusa e Chieti, rispettivamente, al quarto e tredicesimo posto. Mentre nella classifica generale delle 103 province la coda è saldamente presidiata dalle siciliane e calabresi con un export manifatturiero di qualche centinaio di euro pro capite, poco rispetto ai 6/11mila delle prima 30.

«La performance della meccanica — osserva Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison – è guidata soprattutto dall’Emila Romagna. Si pensi che nei primi nove mesi 2006 la regione ha esportato macchine e apparecchi meccanici per 9,7 miliardi di euro, più dell’intero export spagnolo, 9,5 miliardi per Eurostat».

Il 2006 è stato comunque positivo per quasi tutte le principali province esportatrici, incluse quelle che hanno perso posizioni nella graduatoria. «Infatti – sostiene Fortis – solo tre province delle Top 30 hanno subìto cali dell’export: Vicenza, Prato e Gorizia. E una, Biella, ha presentato una crescita zero. Le altre 26 hanno invece tutte fatto registrare aumenti dell’export. Da notare che nei primi nove mesi del 2006 ben 12 province avevano già superato i 7.500 euro pro capite di export di beni industriali. É dunque ragionevole prevedere che sull’arco dell’intero 2006 almeno una dozzina di province superino i 10mila euro, tre ci erano addirittura già riuscite nel periodo gennaio-settembre».

Fonte:
Il Sole 24 Ore