Expo 2015. Sulla rete sospesa del Padiglione del Brasile

18/08/2015

Quella del Brasile è una delle trovate più geniali di Expo 2015. Il padiglione verde oro, uno dei primi che si incontrano lungo il Decumano entrando dall'ingresso principale dell'area espositiva (quello ovest, Triulza / Fiorenza), è individuabile già da lontano grazie alle ordinarie file di persone che attendono di entrare.

A catturare l'attenzione di grandi e piccini è un'enorme rete sospesa su cui si può camminare provando quasi l'ebbrezza di fluttuare nel vuoto. Questa è la grande genialata: per entrare nel padiglione bisogna percorrere questa affascinante strada a mezz'aria. A dire il vero, c'è anche un ingresso secondario per i disabili, per chi non se la sente di camminare senza la terra sotto i piedi o per chi non ha il tempo o la pazienza di fare la coda. Ma vuoi mettere l'esperienza di una passeggiata nel vuoto? Dopo un'attesa di 30-35 minuti al massimo, si parte. Camminare sulla rete elastica è agevole e divertente: c'è chi fa passi lenti e calibrati, con le braccia aperte per non perdere l'equilibrio; chi procede disinvoltamente, quasi come stesse facendo una vasca per le vie del centro; chi – soprattutto i giovanissimi – corre e saltella senza freni. Di grossi rischi, chiariamo, non ce ne sono: al di sotto della trama di corda calpestabile c'è un'ulteriore rete di protezione; e chi, dopo i primi passi, dovesse cambiare idea può defilarsi grazie a un'uscita anticipata.

È difficile accorgersene – soprattutto nei momenti della giornata in cui la rete è percorsa da una vera e propria processione di persone – ma i suoni e le luci circostanti cambiano di continuo: speciali sensori rilevano i movimenti di chi cammina sulla rete e determinano l'atmosfera generale che la circonda.
Ciò che invece non si può fare a meno di notare è che sotto ai propri piedi c'è un sacco di verde: è la Green Gallery, un'area all'aperto che si potrà visitare successivamente in cui grandi contenitori di legno ospitano piante, fiori, ortaggi e verdure che caratterizzano la variegata flora brasiliana. Accanto, pannelli interattivi spiegano le tecniche di coltivazione e le diverse etnie che popolano il paese.

La camminata sulla rete elastica dura pochi minuti. Il bello è che, una volta terminata, le gambe continuano istintivamente a muoversi come se ancora stessero passeggiando nel vuoto. La sensazione è strana, per qualche istante ci si sente incredibilmente molleggiati, poi passa. La parte più giocosa finisce qui. All'interno del padiglione, il Brasile illustra le proprie eccellenze nei campi dell'agroalimentare e della tecnologia. Se è cosa nota che il paese sudamericano sia uno dei maggiori produttori agricoli mondiali, meno conosciute sono le sue attività di ricerca che determinano la produzione e l'esportazione del cibo.

Sulle lunghe pareti della struttura proiezioni e pannelli digitali mostrano i prodotti di punta dell'agricoltura brasiliana, le materie prime, le tecniche di coltivazione. Ovunque, nel padiglione, sono esposti oggetti di design e artigianato e al primo piano è allestita la mostra Casamata dell'artista Laerte Ramos, che comprende piccole sculture in ceramica sospese nell'aria, ispirate ai nidi dell'uccellino João-de-Barro. All'ultimo piano, immancabile, il ristorante: una piccola churrascaria dove si possono assaggiare alcune delle specialità brasiliane, dalla picanha (il tipico taglio di manzo infilzato da un grosso spiedo e grigliato) alla banana fritta. Il tutto annaffiato da una fresca caipirinha.

Fonte:  Milanomentelocale.it