Eurozona, cala il pmi manifatturiero

09/01/2009

MILANO – Nell’eurozona l’indice dei responsabili degli acquisti nel manifatturiero è sceso in luglio a 57,4 punti dal picco (57,7) degli ultimi sei anni toccato in giugno, rimanendo comunque sopra i 50 punti, soglia che separa virtualmente un’economia in espansione da una in rallentamento. Lo si apprende da fonti di mercato.

La correzione è lievemente superiore alle stime medie, che limitavano il calo a 57,5 pt. Il sotto-indice relativo ai nuovi ordini si è assestato a 59,1 dai 59,3 di giugno.
In Italia l’indice Pmi è scivolato a 56,1 punti dai 57,5 di giugno e contro stime di 57,5. In Spagna si è portato a 55 da 55,7. In Germania 58,9 da 59,5 e contro stime di 59 punti.
Trend positivo in Francia, dove l’indice è migliorato molto più delle attese: a 57,2 da 56,1 e contro stime di 56,3 punti.

Gli analisti di Caboto ritengono che il calo del PMI manifatturiero non sia dovuto a un’inversione di tendenza ma piuttosto a una moderazione dopo sei mesi in costante ascesa. L’indice rimane comunque su di un livello più elevato rispetto a quello registrato in media nel secondo trimestre (57,1).

La flessione più significativa si è registrata in Italia dove l’indice ha toccato un livello di 56,1 da un precedente 57,5. In discesa anche l’indice tedesco (-0,6) ma ad un livello di 58,9 rimane saldamente al di sopra della media europea e degli altri paesi più grandi dell’area. In Francia, il PMI avanza ancora a 57,2 da 56,1, sostenuto dall’arrivo di ordini di airbus dall’estremo oriente.
Il calo del PMI area euro è spiegato da un flessione di 0,5 dell’indice sulla produzione corrente, da una moderazione dei nuovi ordini ( 59,1 da 59,3) e da una riduzione delle scorte di prodotti intermedi.

Calano anche le scorte di prodotti finiti, mentre aumentano ancora gli ordini inevasi. Si registrano segnali di moderazione anche sul fronte delle assunzioni: l’indice sull’occupazione è infatti calato a 52,3 da un precedente 53,1. In particolare, sono le imprese tedesche e italiane a rivedere significativamente le intenzioni ad assumere (53,4 da 55,1 in Germania e 50,9 da 52 in Italia). Gli indici rimangono comunque coerenti con una crescita sia pure moderata dell’occupazione a inizio estate. La dinamica del reddito disponibile dovrebbe pertanto continuare ad offrire sostegno ai consumi.

Continuano ad avanzare, su pressioni dall’energia, i prezzi pagati 73,5 da 71,5. I prezzi praticati accelerano a 57,3 da un precedente 56,0 il livello massimo dal novembre 20002 quando la serie ha inizio.

L’andamento dei PMI e delle indagini nazionali sul manifatturiero sembrano indicare che il mese di luglio ha visto una moderazione rispetto ai massimi del mese precedente. Tuttavia gli indicatori rimangono coerenti con una crescita più che sostenuta della produzione industriale e riteniamo che questo trend permarrà fino alla fine di quest’anno. L’accrescersi delle pressioni sui margini aziendali e l’aumento dei prezzi praticati sicuramente non sarà trascurato dalla BCE che è attesa rimuovere ulteriormente lo stimolo monetario questo giovedì con un rialzo di 25 punti base.

Fonte:
La Repubblica