Europa: da sei a venticinque

09/01/2009

Dai Sei ai Venticinque
Una storia cominciata nel 1951 con la Comunità europea del carbone e dell’acciaio e proseguita nel 1957 a Roma

Ecco alcune date che hanno dato all’Europa il suo volto attuale.

18 Aprile 1951. Firma del Trattato di Parigi che istituisce la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca) con sei Paesi: Francia, Germania occidentale, Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo).

25 Marzo 1957. I sei della Ceca firmano i Trattati di Roma, che danno vita alla Comunità economica europea (Cee) e alla Comunità europea per l’energia atomica (Euratom).

1° Gennaio 1973. Adesione alla Cee di Gran Bretagna, Danimarca e
Irlanda.

7-10 Giugno 1979. Prima elezione diretta dell’Europarlamento.

1° Gennaio 1981. Adesione della Grecia.

1° Gennaio 1986. Adesione di Spagna e Portogallo.

1° Novembre 1993. In vigore il Trattato di Maastricht, nasce l’Unione europea, che porterà in dodici Paesi anche una moneta univca, l’euro.

1° Gennaio 1995. Adesione di Austria, Svezia e Finlandia.

26 Marzo 1995. Entra in vigore la convenzione di Schengen: nei sette Stati che vi aderiscono vengono aboliti i controlli di frontiera. L’Italia entrerà in seguito.

7 Dicembre 2000. Proclamata a Nizza la Carta europea dei diritti
fondamentali. L’11 dicembre sempre a Nizza si conclude la Conferenza intergovernativa con l’approvazione del Trattato che riforma le istituzioni in vista dell’allargamento.

14-15 Dicembre 2001. A Laeken (Belgio) viene approvata la creazione di una Convenzione, che sarà presieduta dall’ex presidente francese Valèry Giscard d’Esating, per una riforma istituzionale più incisiva.

1° Gennaio 2002. L’euro entra in circolazione in 12 Paesi dell’Unione.

12-13 Dicembre 2003. vertice Copenaghen. La Ue invita a entrare nell’Unione dal 1 maggio 2004 dieci Stati (Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia e Slovenia). Bulgaria e Romania entreranno nel 2007, invece per la Turchia la decisione sull’ingresso nella Ue è rinviata al dicembre 2004.

16 Aprile 2003. Ad Atene firma dei trattati di adesione dei 10 nuovi Paesi membri dell’Est e Sud Europa.

12-13 Dicembre 2003. Al vertice di Bruxelles, che chiude la presidenza semestrale dell’Italia, salta l’accordo sulla nuova Costituzione europea per l’opposuizione della Spagna e della Polonia al nuovo sistema di voto.

1° Maggio 2004. Nasce ufficialmente l’Europa a Venticinque.

L’Europa a Quindici nacque nel 1995, quando agli allora dodici Paesi comunitari si unirono Austria, Finlandia e Svezia. L’Unione che prenderà vita il primo maggio sarà molto più spostata verso l’Est, ma anche verso il Mediterraneo. Dopo negoziati e preparativi cominciati fra il 1998 e il 2000 si uniranno ai quindici attuali membri Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia, i tre Paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) Slovenia, Cipro e
Malta.

La corsa per riunificare tutta l’Europa, dal Baltico al Mediterraneo, non finirà con l’ingresso dei Dieci. Sono infatti in dirittura d’arrivo i trattati di adesione
di Romania e Bulgaria, che salvo imprevisti dovrebbero accedere agli inizi del 2007. Discorso più lungo e anche più complesso per la Turchia, che ha già messo in cantiere riforme economiche e politiche nella speranza di ottenere à- entro quest’anno – almeno l’indicazione di una data per avvio del negoziato di adesione.

Ma al di là della prospettiva di un ingresso a pieno titolo nell’Unione della Turchia, l’allargamento a dieci nuovi Paesi, il più consistente da un punto di vista numerico nella storia dell’Unione, pone già molti quesiti su quale Europa ci aspetta dopo il 1° maggio. Un’Europa che, con 455 milioni di abitanti, diventerà la terza potenza mondiale per popolazione, dopo Cina e India, e anche un formidabile mercato. Un gigante che però al suo interno avrà una serie di disparità, prima fra tutte quelle economiche, in particolare
nei confronti dei Paesi che provengono dall’ex Europa socialista.

Secondo i dati della Commissione di Bruxelles infatti la ricchezza totale dei
nuovi arrivi rappresenta solo il 4,6% di quella complessiva dell’Unione. L’Europa da Lisbona a Tallinn, anche quella della libera circolazione sancita dal Trattato di Schengen, dovrà darsi qualche tempo per diventare effettivamente omogenea. Per farlo avrà bisogno di nuove regole che consentano processi decisionali efficaci e al tempo stesso trasparenti.
Tutti dicono di volerli, ma come dimostra l’esperienza della Conferenza intergovernativa sulla Costituzione europea, sulle regole per il futuro si gioca la vera partita fra i Paesi che non vogliono perdere status e quelli che, invece, proprio attraverso i nuovi criteri cercano di consolidare il proprio
peso negoziale.

Il Sole 24Ore 19/4/2004