Eurolandia, accelera la ripresa mentre si raffreddano i prezzi

09/01/2009

MILANO. Accelera la ripresa economica nel Vecchio Continente mentre frena l’inflazone. Sia nell’eurozona che nella Ue il Pil nel terzo trimestre 2005 è aumentato dello 0,6% (+0,4% nel secondo trimestre). E’ questa la prima stima di Eurostat. Rispetto al terzo trimestre 2004 il Pil è cresciuto dell’1,6% nell’eurozona e dell’1,7% nella Ue dopo rispettivamente 1,2% e 1,4% nel trimestre precedente. Eurostat segnala che da questo mese i dati per l’eurozona e per la Ue riflettono “importanti cambiamenti nella metodologia in particolare la misurazione dell’allocazione dei servizi finanziari indiretti (Fisim) e le misure relative alla misurazione dei volumi”. Seppure in miglioramento, la performance economica europea resta ancora lontana dal 2,9% del Giappone e dal 3,6% degli Stati Uniti. L’Italia ha registrato un aumento dello 0,3% rispetto al trimestre precedente (0,7%), mentre è rimasta stabile rispetto al terzo trimestre 2004. (0,1%). Tornando ai dati sul Pil, nel erzo trimestre i consumi finali delle famiglie sono aumentati dello 0,3% nell’eurozona e dello 0,4% nella Ue (dopo 0,2% e 0,3% nel secondo trimestre); investimenti +1,% e +1,5% (dopo +0,8% e +1%); esportazioni + 3,4% e +3% (dopo +2,2% e +2,5%); importazioni +2,8% e +2,6% (dopo +2,6% e +2,7%).Ma già nel quarto trimestre la crescita dovrebbe rallentare. Secondo Lorenzo Bini Smaghi, membro del board della Bce, la zona euro dovrebbe registrare nel quarto trimestre una crescita dello 0,5%. Secondo Bini Smaghi in Europa la ripresa “è in corso di consolidamento” grazie all’andamento dell’export. Le aspettative di inflazione si attestano intorno al 2%, un livello coerente con gli obiettivi della Bce.

A novembre, intanto, in linea con le previsioni degli analisti, l’inflazione ha rallentato la sua corsa. In base alla prima stima flash, pubblicata oggi da Eurostat, l’indice dei prezzi al consumo nella zona euro dovrebbe essersi attestata al 2,4%, in leggero calo rispetto al 2,5% registrato ad ottobre. Il dato definitivo sarà reso noto il 16 dicembre. Fontio vicino alla Bce, intanto, fanno sapere che l’istituto di Francoforteprevede un’inflazione al 2,1% nel 2006 e nel 2007. Nelle sue previsioni di settembre la Bce aveva stimato un’inflazione all’1,9% nel 2006, mentre non ha mai rilasciato previsioni ufficiali riguardo al 2007. Secondo Bloomberg l’inflazione core del 2006 sarebbe all’1,6%, contro l’1,5% ufficialmente stimato a settembre, mentre nel 2007 i prezzi al consumo al netto di petrolio e beni alimentari sarebbero all’1,5%.

Nonostante il raffreddamento dei prezzi e i segnali di ripresa visti negli ultimi mesi imprese e consumatori sono diventati un po’ più pessimisti circa le prospettive future dell’economia. Sempre a novembre, l’indice Esi, Economic Survey indicator, si è attestato – secondo i dati della Commissione Ue – a 101,1 in Ue, in calo di 0,5 punti da ottobre, e a quota 99,9 in area euro, -0,3 punti. L’Italia risulta tra i paesi che hanno registrato tra gli apprezzamenti più rilevanti con un indice salito di 1,9 punti a 103,8. In rialzo anche gli indici di Spagna e Polonia (in questo caso il rialzo è stato sorprendente di 8,6 punti). Mentre hanno tirato verso il basso l’indicatore le flessioni registrate in Germania e Francia. Commentando il dato, l’esecutivo spiegando che “grazie al marcato rialzo di ottobre l’indicatore resta ancora nettamente sopra il livello di settembre per entrambe le aree”. Andando nel dettaglio, Bruxelles spiega che l’andamento non è stato uniforme a livello europeo. A fronte di un peggioramento del ‘sentiment’ nel settore industriale, infatti, è aumentata la fiducia in quello dei servizi. In sensibile calo, invece, la fiducia dei commercianti, invariata quella dei consumatori, mentre i manager del settore edilizio si sono dichiarati più ottimisti.

Fonte:
La Repubblica
30/11/2005