Emma Marcegaglia, la nuova Presidente di Confindustria
09/01/2009
“L’Europa sembra più interessata a porre limiti, deve trovare una nuova leadership”. Marco Poli (ICE Israele): “Invito la presidentessa”. Giovanni Arigo (CCIE Spagna): “Condivido la scelta della Marcegaglia, per migliorare l’estero deve crescere l’interno”
Roma – Il discorso pubblico di Emma Marcegaglia, neoeletta presidente di Confindustria, è stato un accorato e sincero appello all’Italia che deve ripartire, che si deve smuovere dallo “zero” che si registra alla voce “Crescita”.
La presidentessa è stata eletta con un plebiscito durante l’assemblea di ieri, un voto che è stato definito “bulgaro” per l’elevato numero di consensi (126 su 132, circa il 99%). La Marceglia è stata salutata anche dalla stampa estera, Financial Times ed Economist su tutti, come il presidente della “cesura”, del cambiamento, che dice addio “agli industriali dai capelli grigi”. Una ventata di freschezza ma anche una forte determinazione e una buona grinta che si riassume in una frase della presidentessa quando dice, citando Cartesio, che “chi è troppo curioso delle cose del passato rischia di diventare molto ignorante di quelle presenti”. Infatti Marcegaglia ha messo da subito in chiaro il problema più annoso, che va affrontato subito: la crescita zero, definita la “malattia del nostro paese”. Visto che “la crisi internazionale mette a nudo drammaticamente tutte le debolezze del sistema. Non possiamo più eludere o rinviare quelle scelte, anche difficili e impopolari, che sono indispensabili per non compromettere il nostro futuro”.
“La vitalità delle nostre imprese non è sufficiente ad assicurare lo sviluppo e a compensare da sola la scarsa competitività del Paese” premette la presidentessa.
Sull’economia internazionale “la globalizzazione dei mercati, le nuove tecnologie, i flussi migratori sono realtà con le quali dobbiamo misurarci. Un’opzione diversa non c’è. Il tema è come gestire la globalizzazione, quale governance adottare” dice Marcegaglia che spiega come “Globalizzazione non vuol dire solo bassi salari e delocalizzazione delle produzioni. Significa anche mercati che si aprono, nuovi prodotti e processi produttivi, opportunità di investimento. Il 40% delle esportazioni cinesi – per 500 miliardi di dollari – è frutto di joint venture con imprese occidentali che hanno investito in Cina. Frenando quelle esportazioni, colpiremmo anche le imprese dei nostri paesi.”
Nota dolente di questo quadro internazionale per la Marcegaglia è l’Europa che “sembra più interessata a porre vincoli e limiti ai suoi cittadini e alle sue imprese, piuttosto che a svolgere un ruolo forte nella difesa di un mercato mondiale con regole certe e valide senza eccezioni”. Come sull’adozione unilaterale del protocollo di Kyoto che fa da freno all’impresa e alla possibilità di costruire business. Per questo “l’Europa deve ritrovare leadership a livello internazionale per guidare i cambiamenti e le sfide in maniera condivisa – spiega il presidente di Confindustria – Ha gli strumenti per farlo. La sua azione deve essere rafforzata e resa più incisiva. Così aiuterà lo sviluppo e potrà contrastare le pulsioni protezionistiche che ciclicamente emergono come risposta ad una globalizzazione non sufficientemente governata.”
News ITALIA PRESS ha raggiunto Mauro Poli, presidente ICE Israele, e Giovanni Arigo, Segretario Generale Camera di Commercio Spagna, per registrare le prime impressioni a caldo sull’elezione di Emma Marcegaglia e sul futuro che si profila all’orizzonte per l’impresa e l’industria italiana all’estero.
“Io ho notato dei segni di ripresa che sono dovuti, adesso, al cambiamento italiano – dice Mauro Poli – In Israele i segni di ripresa sono legati anche alla situazione del paese. Quello che noi avvertiamo qui da Israele è che la situazione è molto legata alla stabilità del paese. Devo dire che ho visto molti segnali positivi, anche da parte israeliana, sul cambiamento che c’è stato in Italia perché lo vedono in maniera molto, molto positiva. Sia il governo Berlusconi, sia la nuova presidente della Confindustria. Per quanto riguarda un mio parere personale sono contento dell’elezione della dottoressa Marcegaglia, anche perché spero di poterla vedere presto in Israele per l’appuntamento del Forum Economico che si è fatto già in altri paesi. E’ un momento molto molto importante perché abbiamo bisogno di far vedere anche all’estero che l’Italia ha girato pagina, ha una faccia nuova, vuole ripresentarsi in maniera credibile sui vari mercati.”
Giovanni Arigo sulla scelta del presidente dice: “Io condivido la possibilità che il governo abbia una buona prospettiva sulle imprese, tanto all’estero, quanto in Italia. Quindi condivido la scelta e spero che nelle prime battute il governo si stia muovendo bene sul piano dell’internazionalizzazione, vedremo poi quali saranno gli sviluppi di questo programma.”
Anche se i problemi per l’estero ci sono, e sono zavorre provenienti dal nostro paese. Per questo all’estero “ci sarebbe bisogno di un piano di riassetto industriale per l’Italia al suo interno – spiega Arigo – Perché l’estero si sviluppa come conseguenza di una buona produzione industriale interna . Le prime manovre realizzate per lo sviluppo industriale come la de-tassazione degli straordinari, piuttosto che gli incentivi, sicuramente produrranno come esito una maggiore produttività. Poi sul piano industriale estero bisogna vedere anche delle influenze che non dipendono da noi. Quale, per esempio, la forza dell’euro.”
Fonte:
News ITALIA PRESS