‘‘Emergenti’’, meglio Russia e Brasile

09/01/2009

Le aspettative di 193 gestori per il 2008: India e Sud Africa sono meno attraenti

Puntare su Russia e Brasile, alla larga da India e Sud Africa. Queste almeno sono le aspettative di 193 gestori globali sentiti dalla banca d’affari americana Merrill Lynch nel consueto sondaggio mensile.

In generale l’indagine, condotta nella settimana dal 7 al 13 marzo, ha rilevato che il sentiment sui mercati finanziari globali è ancora “estremamente pessimistico”, che la quota in ‘cash’ dei portafogli è a livelli record, così come è a livelli record l’avversione al rischio degli investitori. Nonostante tutto, molti gestori però ribadiscono che i titoli azionari sono attraenti sia in termini assoluti sia rispetto alle obbligazioni.

Per quanto riguarda i mercati emergenti, come si è detto, la visione è piuttosto variegata. Rispetto al sondaggio di febbraio, è cresciuta ancora la percentuale di gestori che si aspettano un peggioramento nella redditività delle imprese e solo il 41 per cento (era il 45 a febbraio) si aspetta che i profitti cresceranno del 10 per cento o oltre nei prossimi 12 mesi.

Come a febbraio, l’Asia rappresenta l’area meno favorita e rispetto al mese scorso il pessimismo è notevolmente cresciuto (41 per cento a marzo contro il –14 per cento a febbraio).

In pole position tra le preferenze c’è ancora l’America Latina (+41 per cento, in crescita rispetto al 18 per cento di febbraio), mentre si è azzerata la fiducia nell’area Europa emergente, Medio Oriente e Africa (a febbraio era +5 per cento).

Tra i Bric (Brasile, Russia, India e Cina), in cima alla lista dei Paesi preferiti si trovano Brasile e Russia, scelti entrambi dal 35 per cento dei gestori. Visione molto pessimista invece su India e Cina (entrambe –35 per cento). È stato poi registrato un ulteriore crollo della fiducia per il Sud Africa, con un 71 per cento dei gestori che ha dichiarato posizioni sottopeso e una caduta delle preferenze sulla Turchia (da un +27 per cento di posizioni sovrappeso si è passati a un –18 per cento). Negative anche le attese per Corea, Taiwan, Messico, Polonia, Cile.

Come il mese scorso, pochi gestori (il 6 per cento degli intervistati) pensano che le valutazioni dei titoli dei mercati emergenti siano sopravvalutate, mentre oltre la metà (il 59 per cento) ritiene che abbiano una valutazione equa e il 35 per cento che siano sottovalutate. Quasi la totalità degli intervistati (il 94 per cento) inoltre preferisce i titoli esposti alla domanda domestica che continua a considerare il principale catalizzatore della crescita nei prossimi 12 mesi (47 per cento).

Quanto ai settori, i gestori hanno posizioni sovrappeso sull’energia, i prodotti alimentari di base, servizi telecom e consumi discrezionali. Posizioni sottopeso invece sulle utility, industrali, Information technology, finanziari, cura della persona e materiali.

Anche tra gli analisti l’outlook sui mercati emergenti è abbastanza cauto. “Le stime sulla crescita degli utili sono troppo ottimistiche, considerata la decelerazione globale e la pressione sui costi – ha scritto in un report di fine gennaio Oussama Himani, strategist di Ubs . Ci aspettiamo che i margini siano sotto pressione nella maggior parte dei Paesi e dei settori”.

Il mercato favorito è la Russia, seguita da Taiwan, Polonia e Messico. Visione in chiaroscuro anche quella degli analisti di Morgan Stanley, i quali hanno sostenuto che “la recessione americana non dovrebbe tagliare le gambe ai mercati emergenti, come è successo in passato”, ma non ne usciranno indenni. Rispetto a prima, hanno detto, i mercati emergenti “hanno ridotto la loro dipendenza dalle esportazioni e aumentato la dipendenza rispetto alla domanda domestica. Inoltre hanno migliorato le condizioni commerciali e ridotto l’indebitamento”.

Anche per gli analisti di Morgan Stanley, i “porti relativamente sicuri” sono Russia e Medio Oriente.Intanto il bilancio dei mercati emergenti da inizio anno è in rosso: l’indice Msci mercati emergenti ha perso circa il 14,5 per cento. Tra i Bric, l’andamento più negativo è stato segnato dalla Cina (SSEB) con un – 32,7 per cento (in dollari) e dall’India (–28,9 per cento). La Russia ha visto un calo dell’11,9 per cento, mentre il Brasile è cresciuto dell’+1,1 per cento (dati Economist aggiornati al 19 marzo). (sar. poz.)

Fonte:
La Repubblica