Ecuador e Serbia: due new entries nelle CCIE riconosciute dal MINCOMES

09/01/2009

Belgrado – Quito – A seguito della Conferenza dei Servizi che si è tenuta in data 20 dicembre 2006, sono state riconosciute da parte del Ministero del Commercio Internazionale due nuove camere: la Camara de Comercio Italiana del Ecuador e la Camera di Commercio Italo-Serba.

Sale così a 70 il numero delle CCIE ufficialmente riconosciute dal Governo italiano. La comunicazione ufficiale è stata data da Assocamerestero (l’Associazione che raggruppa tutte le Camere di Commercio Italiane all’Estero), il cui direttore Gaetano Fausto Esposito spiega che le due Camere erano già associate da alcuni anni e avevano intrapreso il percorso di crescita e upgrading con l’obiettivo del riconoscimento ministeriale. “La legge –precisa Esposito- prevede almeno due anni di operatività concreta (anche se in realtà spesso occorre più tempo) e tutta una serie di requisiti, che poi sono gli stessi richiesti da Assocamere: una struttura organizzativa stabile, un segretario generale qualificato, determinate caratteristiche dello Statuto della Camera, potenzialità di crescita e sviluppo.

Il percorso di crescita delle CCIE viene accompagnato da Assocamere, che ha il compito di indirizzare attraverso consigli direttivi, incontri formativi e di adeguamento agli standard di servizio e contatti con le strutture camerali italiane. In genere occorrono due-tre anni in media per raggiungere gli standard richiesti. A quel punto la Camera presenta la richiesta di riconoscimento al Ministero, il quale risponde con tempi variabili, a seconda dei casi: a volte possono essere rilevate alcune mancanze nello Statuto, il quale deve quindi essere modificato dalla Camera, con tutti i tempi necessari; ricordiamo infatti che le CCIE devono sottostare alle normative previste dal diritto del Paese estero in cui operano. A volte passano diversi anni prima che il MINCOMES approvi la richiesta di riconoscimento. Alla Conferenza dei Servizi partecipa Assocamerestero, l’ICE e il Ministero degli Affari Esteri. Ad oggi ci sono ancora tre CCIE iscritte ad Assocamere che non hanno ricevuto il riconoscimento ufficiale dal Governo italiano: Mosca, che vive una situazione difficile a causa della legislazione locale, Nicaragua e Honduras, le quali sono invece ancora ben lontane dal raggiungere gli standard richiesti”.

Giuseppe Leonardi, segretario generale della Camera di Commercio Italo-Serba, spiega che “Il riconoscimento costituisce l’esito di un percorso piuttosto accidentato: noi abbiamo presentato la domanda nell’ottobre 2004, ma la documentazione è pervenuta a Roma in ritardo, esattamente un anno dopo, quando i dati oramai non erano più aggiornati, in mancanza dell’ultimo bilancio. Il Ministero del Commercio Estero ci ha chiesto così di ripresentare la nuova documentazione. Nel frattempo abbiamo dovuto operare una modifica statutaria dopo il referendum della divisione tra Serbia e Montenegro (21 maggio 2006). Ora siamo la Camera di Commercio Italo-Serba e non più Italo-Serbo-Montenegrina. Abbiamo quindi ripresentato la domanda a settembre, con rinnovati ritardi di consegna: solo la convocazione di una sessione straordinaria della Conferenza di Servizi a dicembre ci ha permesso il riconoscimento entro la fine del 2006”. Sul significato del nuovo obiettivo raggiunto, Leonardi afferma che “Fino ad ora siamo stati esclusi dalle iniziative ICE e delle varie Camere di Commercio italiane, come le missioni di imprenditori in Serbia e gli incontri con importatori locali, poiché eravamo visti come un’associazione di privati che non avevano la dovuta rilevanza giuridica per partecipare a tali eventi. Ora spero che tale alibi sia definitivamente decaduto e che, quindi, possiamo diventare più operativi prendendo parte anche a queste iniziative. Il nostro compito, del resto, da sempre è quello di accompagnare gli imprenditori italiani interessati ad operare in Serbia nelle varie fasi di avvicinamento e contatto in questo Paese; allo stesso modo, aiutiamo gli imprenditori serbi che vogliono aprire relazioni commerciali con aziende italiane. Qui i dazi doganali al 30%, in aggiunta al 18% di IVA, scoraggiano il settore del trading e del commercio al dettaglio, ma per il settore produttivo ed edilizio c’è molto spazio, essendo esente da tali tasse. Molte imprese italiane hanno aperto e continuano ad aprire stabilimenti a Belgrado e in altre città serbe”.

Lucía Toral Arizaga, segretario generale della Camara de Comercio Italiana del Ecuador, ci dice che la richiesta di riconoscimento è stata inviata tramite l’ambasciata al Ministero l’11 ottobre scorso e, quindi, non ha incontrato difficoltà nell’iter di approvazione. Nonostante le avessero consigliato di fare la richiesta già all’inizio del 2006, la CCIE ha preferito aspettare per avere un curriculum più sostanzioso. Durante l’anno, infatti, la Camera ha svolto una serie di attività in collaborazione con l’ambasciata italiana e con l’ICE, di cui è diventata il referente principale da quando l’ufficio ICE non esiste più in Ecuador (2004). “Abbiamo invitato a più riprese”, prosegue Arizaga, “Imprenditori ecuadoriani del settore macchinari a varie fiere in Italia, abbiamo organizzato presentazioni di prodotti italiani tramite le agenzie speciali delle Camere di Commercio italiane (Promec, Promos, ecc.), abbiamo ospitato imprenditori italiani nel settore del restauro per prendere contatti con i musei locali”. “Questo riconoscimento del Ministero per il Commercio Estero”, aggiunge il segretario generale, “E’ un’ottima carta di presentazione, perché noi non siamo un club di amici, bensì una Camera ufficiale. Inoltre il riconoscimento porta con sé un supporto finanziario che ci sosterrà nelle nostre prospettive di crescita: per il 2007 abbiamo in programma altre presentazioni di produttori italiani di macchinari nei settori del tessile, dell’agroalimentare e della ristorazione; collaboreremo inoltre nella realizzazione di altri eventi, come l’Eurocioccolatino e il Foro Paese. Infine stiamo lavorando per coinvolgere nelle nostre iniziative gli imprenditori di Cuenca, la terza città più importante in Ecuador, dove sono attivi i settori del legno, della ceramica e dell’agroindustria”.

Fonte:
News ITALIA PRESS