Economia, S&P riduce il rating all’Italia

09/01/2009

La decisione dovuta «al deterioramento dei conti pubblici sia nel 2004 che nel prossimo futuro»

ROMA – Standard & Poor’s ha ridotto il rating sul debito pubblico italiano portandolo dal precedente ‘AA’ ad ‘AA-‘. La prospettiva è stabile. La decisione, spiega l’agenzia di rating, è dovuta «al deterioramento dei conti pubblici sia nel 2004 che nel prossimo futuro».

L’Italia è il primo paese dell’area euro a subire un declassamento del rating da parte di una delle principali agenzie internazionali. Il debito a breve del nostro paese è stato confermato a ‘A-1+’ e l’outlook resta stabile.

DEFICIT IN CRESCITA – Il deficit pubblico italiano «è salito significativamente nel 2004 e un ulteriore accrescimento è prevedibile nel 2005 se saranno attuati i previsti ambiziosi tagli delle tasse per circa 12 miliardi di euro (0,9% del pil)», ha spiegato l’analista di S&P Moritz Kraemer. Secondo l’agenzia di rating, «se i previsti tagli fiscali non saranno accompagnati da una adeguata riduzione delle spese, il deficit potrebbe schizzare fino al 4% nel 2005 e nel 2006, mentre l’avanzo primario potrebbe scendere sotto l’1,5% del pil». Per S&P per circa dieci anni il debito pubblico resterà inchiodato intorno al 105% del pil.

MANOVRA NON SUFFICIENTE – La manovra sui conti pubblici che il governo si prepara ad approvare non sarà sufficiente a contenere il deficit sotto il limite del 3% del pil. Secondo S&P, la correzione da 7,5 miliardi, pari allo 0,6% del pil, «potrebbe limitare l’incremento del deficit al 3,1% del pil nel 2004». Questo se le misure fossero «completamente attuate», sottolinea S&P che parla anche di «entrate aggiuntive legate alla dismissione del patrimonio immobiliare pubblico e alle privatizzazioni». Il debito pubblico si attesterebbe al 105,6%.

DECLASSATE ANCHE REGIONI E COMUNI – Standard Poor’s, dopo aver tagliato il rating sul debito a lungo termine dell’Italia da ‘AA’ ad ‘AA-‘, annuncia di aver deciso un analogo ribasso anche per le regioni Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta e per i comuni di Milano, Bologna, Firenze, Venezia, Brescia e Sesto Fiorentino. L’outlook in queste aree resta stabile. Tutte le altre regioni e città italiane con un rating a lungo termine lo mantengono invariato ad ‘AA’.

Corriere della Sera 7/7/2004