E’ nato il Berlusconi 3. Tremonti vice premier
09/01/2009
Gasparri lascia il dicastero delle Comunicazioni a Landolfi. Alla Salute Storace al posto di Sirchia.
Eccolo, il Berlusconi 3. Come promesso, il presidente del Consiglio si è presentato da Ciampi alle 12,30 con la lista dei ministri. Nessuna sorpresa, almeno rispetto alle indiscrezioni che erano trapelate. Due le novità di rilievo rispetto al precedente Governo: Giulio Tremonti ritorna nell’Esecutivo come vice presidente del Consiglio, occupando la poltrona che fu di Marco Follini, dopo le dimissioni da ministro dell’Economia; Francesco Storace, l’ex presidente della Regione Lazio, sconfitto dal candidato del centro sinistra Marrazzo alle Regionali del 4 aprile, è il nuovo ministro della Salute al posto di Girolamo Sirchia. Una terza, relativa novità, maturata nelle ultime ore di consultazioni, è il cambio della guardia all’interno di An per lo stesso ministero: alle Comunicazioni Mario Landolfi, portavoce di Alleanza Nazionale, sostituisce Maurizio Gasparri. Previsti gli altri inserimenti e spostamenti: il socialista Stefano Caldoro prende il posto di Claudio Scajola all’Attuazione del Programma di Governo; lo stesso Scajola è stato spostato alle Attività Produttive in luogo di Antonio Marzano.
Entra nel Berlusconi 3 Giorgio La Malfa, repubblicano, che sostituisce Rocco Buttiglione alle Politiche Comunitarie. Per Buttiglione i Beni Culturali, dopo l’abbandono annunciato di Giuliano Urbani. Nasce, infine, un altro ministero, Sviluppo e coesione territoriale, che sarà di competenza del forzista Gianfranco Miccichè.
Il nuovo Governo registra l’ingresso fra i ministri di un socialista e un repubblicano (Caldoro e La Malfa), immutata la delegazione della Lega, con 3 ministri, mentre 6 vanno ad An e 7 a Forza Italia. Quattro i cosiddetti tecnici: Siniscalco, Moratti, Lunardi e Stanca.
Dopo il giuramento odierno, il presidente del Consiglio presenterà la sua nuova squadra alle Camere tra martedì e giovedì per ottenere la fiducia.
Il nuovo ministero
Il nuovo dicastero, Sviluppo e Coesione territoriale, è nella sostanza una “costola” del ministero dell’Economia e non a caso a guidarlo è stato chiamato Gianfranco Miccichè, fino a oggi viceministro, già in possesso di una delle deleghe del ministero stesso, il dipartimento per le politiche dello sviluppo. Le competenze del dicastero appena creato sono mirate allo sviluppo del Mezzogiorno, con specifico riferimento alle società a partecipazione pubblica che operano a sostegno del Sud. Un modo tangibile di sottolineare l’importanza che riveste la ripresa delle regioni meridionali nel nuovo programma di governo.
Lo scontro in An
Inattesa, dai più, la sostituzione di Gasparri con Landolfi. Un cambio interno, all’apparenza senza conseguenze. E tuttavia le cronache narrano di uno scontro esploso all’interno di Alleanza Nazionale, dopo la proposta di far entrare Francesco Storace nel nuovo Esecutivo. Una prospettiva mal digerita dal ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, che ne ha fatto oggetto di un braccio di ferro con il segretario Fini. Uno scontro non da poco, tanto che la voce del dissenso è salita fino al Colle e ha indotto Ciampi, nell’incontro di ieri con Berlusconi, a chiedere notizie, preoccupato delle eventuali ripercussioni sul mandato assegnato a Berlusconi. La questione si è risolta ieri a tardissima ora con un incontro a tre tra il presidente del Consiglio, Fini e lo stesso Gasparri. Alla fine i due colleghi di partito hanno lasciato la residenza di Berlusconi da parti opposte. I fatti dicono chi è il vincitore e chi lo sconfitto.
Il ritorno di Tremonti
Se n’era andato a metà di luglio del 2004, sbattendo la porta. Una vittoria di Fini, si disse allora, per nulla soddisfatto dell’impostazione delle politiche economiche, dalle accentuazioni troppo neoliberiste, del dinamico ministro. Berlusconi fu costretto ad accettare le dimissioni obtorto collo, per evitare di entrare in rotta di collisione con l’alleato determinante, Alleanza Nazionale. Uno sgarbo che Bossi non ha mai dimenticato, dato il noto feeling che lo unisce a Tremonti. Esce rafforzato il cosiddetto asse del Nord. Per Alleanza Nazionale e Fini un cedimento, che sottolinea i reali rapporti di forza attuali all’interno della coalizione di centro destra.
Le opposizioni.
Tanto tuonò che piovve. Un governo che rischia di non durare nemmeno lo stretto necessario, cioè l’anno che ci separa dalla fine naturale della legislatura. Nel centro sinistra c’è chi preconizza una fine anticipata in autunno del Berlusconi 3, comunque indicato come un governo debole,incapace di mandare a compimento il programma annunciato. Prodi sceglie l’ironia: «Tremonti e Storace? Belle novità- commenta il leader dell’Unione- Il ritorno del principale repsonsabile dell’andamento negativo dell’economia italiana e l’arrivo alla Sanità dello sconfitto alle elezioni regionali proprio per la cattiva gestione del sistema sanitario del Lazio». Sul fronte opposto Alessandra Mussolini, leader di Alternativa Sociale, sostiene che Berlusconi «ha gettato la spugna e consegnato l’Italia a Prodi e Bertinotti».
La cronaca del 22 aprile
Il Capo dello Stato ha dato l’incarico a Silvio Berlusconi di formare un nuovo governo. La decisione di Ciampi è arrivata a poche ore dalla chiusura delle consultazioni e il premier incaricato ha accettato con riserva, ma conta di scioglierla al più presto, ipotizzando il voto di fiducia per l’inizio della prossima settimana. Domani quasi certamente giureranno i ministri. Nelle priorità del programma Berlusconi ha confermato che ci saranno le imprese, la
difesa del potere d’acquisto ed il rilancio del Mezzogiorno.
Appare ormai certo che Girolamo Sirchia, ex titolare del ministero della Salute, non farà parte del nuovo governo Berlusconi; il più accreditato per andare al suo posto è Francesco Storace, ex governatore del Lazio, appena sconfitto alle regionali. Alle Attività produttive, al posto di Antonio Marzano, potrebbe arrivare Gianfranco Miccichè, ma non è esclusa l’ipotesi di un tecnico, magari Sergio Billè, attuale presidente di Confcommercio; mentre alla Cultura, dopo la pubblica rinuncia di Giuliano Urbani, sembrerebbe indicato Giorgio La Malfa.
Il tecnico Pietro Lunardi resterebbe al ministero delle Infrastrutture, da cui verrebbe però scorporato il dicastero dei Trasporti da affidare al forzista Claudio Scajola, oggi al ministero per l’Attuazione del programma, dove andrebbe il socialista Stefano Caldoro. A Giuliano Urbani ora Silvio Berlusconi pensa come presidente della Rai, o come candidato alla poltrona di sindaco di Milano. Resta confermata la mancata riconferma nella nuova squadra di Marco Follini, dopo che, anche in vista del congresso del partito, l’ufficio politico Udc lo ha invitato a dedicarsi pienamente alle questioni interne e anche Gianfranco Fini potrebbe rinunciare alla vicepresidenza del consiglio e mantenere invece la Farnesina.
Come vice premier dovrebbe comparire il vicepresidente di Forza Italia, Giulio Tremonti. Potrebbero non esserci altri cambiamenti per quanto riguarda la componente centrista nel governo e anche nella Lega, i cui ministri resterebbero ciascuno al proprio posto, Calderoli compreso.
Il Sole 24 Ore
25/4/2005