“E’ arrivata l’ora di investire e spingere per la crescita”
01/12/2016
Ottimista il messaggio di Stefano Barrese, responsabile Banca dei territori di Intesa Sanpaolo, lanciato agli imprenditori: ecco a quali condizioni
«L e condizioni di mercato sono in miglioramento e gli incentivi pubblici non mancano. È l’ora di tornare a investire per crescere e competere sui mercati globali». È il messaggio che Stefano Barrese, responsabile Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, lancia agli imprenditori italiani. Un invito a osare «come è nella natura di chi fa impresa», a mettersi in gioco nella consapevolezza che «vi sono tutte le condizioni per tornare a guardare con ottimismo al futuro». Nei giorni scorsi l’Istat ha pubblicato i dati relativi al terzo trimestre, evidenziando un progresso del Pil nell’ordine dello 0,3% rispetto al periodo aprile-giugno e dello 0,9% nel confronto annuo. Chi vede il bicchiere mezzo pieno dice che finalmente il Paese è tornato a crescere, ma non manca chi fa notare che il ritmo di progresso è troppo debole per recuperare rapidamente i livelli pre-crisi.
Che idea si è fatto dal confronto quotidiano con gli imprenditori? «I segnali di ripresa dell’economia sono innegabili e chi fa impresa ne è consapevole. Non possiamo immaginare di superare in un sol colpo i problemi strutturali che il nostro Paese si porta dietro da decenni, ma la direzione è positiva. Detto questo, non possiamo pensare di tornare a crescere al 2% e oltre nel breve o medio termine. Occorre continuare sulle strade delle riforme e sperare che anche il contesto internazionale migliori, dato che la crescita più recente è imputabile quasi esclusivamente ai consumi interni».
Tra i problemi lamentati con maggiore frequenza dagli imprenditori c’è la difficoltà di accesso al credito. L’ultimo dato dell’Abi segnala che a ottobre i prestiti concessi dalle banche sono risultati in calo dello 0,3% rispetto a dodici mesi prima. Un dato in miglioramento rispetto al passato, ma pur sempre negativo… «Il dato aggregato è corretto, ma non dice tutto. Se guardiamo ad esempio alla dinamica dei mutui, la crescita è intorno al 30% rispetto a un anno fa. Quanto ai prestiti alle imprese, posso rispondere su quello che facciamo noi di Intesa SanPaolo. Le erogazioni nei primi nove mesi di quest’anno si sono attestate a quota 34 miliardi di euro, tre miliardi in più rispetto a dodici mesi prima, quasi otto se facciamo un confronto con il periodo gennaio- settembre del 2014. E aggiungo che nei giorni scorsi abbiamo siglato un accordo con la Confindustria che prevede un plafond da 90 miliardi di euro per favorire gli investimenti».
Quali in particolare? «L’accordo punta a finanziare la crescita del business valorizzando il patrimonio intangibile delle imprese attraverso un nuovo modello di relazione basato su i fattori qualitativi legati al credito: informazioni economico- finanziarie, settore e posizionamento competitivo, strategie e piani aziendali, struttura proprietaria e management, capacità innovativa e formazione e strategicità della catena fornitore- champion. L’associazione degli industriali ha un contatto costante con gli imprenditori: il suo compito sarà di presentare le esigenze individuali affinché si possa trovare insieme soluzioni per accelerare la crescita».
I finanziamenti riguardano un particolare tipo di attività? «Non ci sono vincoli merceologici perché il tema dell’innovazione riguarda tutti, da chi è attivo nell’internet economy a quanti operano nei settori più tradizionali dell’economia. Le opportunità di sviluppo per le realtà aziendali che riusciranno a cogliere la sfida del digitale sono enormi, ma richiedono un intervento a 360 gradi, con investimenti in capitale fisso e immateriale, soprattutto in ricerca, innovazione e formazione, nonché trasformazioni organizzative e una continua attenzione alle evoluzioni in corso. Con questo accordo puntiamo ad accelerare gli investimenti delle imprese, intervenire con una logica sistemica e un orizzonte temporale esteso».
Sono previste particolari condizioni sul fronte dei tassi di finanziamenti e/o di durata? «Le condizioni sono personalizzate a seconda delle necessità della singola azienda. Ad esempio vogliamo sostenere con forza, prendendoci anche dei rischi, iniziative che favoriscano la patrimonializzazione delle imprese, favorendo l’incontro tra imprese e nuovi soci e sostenendo nuovi processi aggregativi. Per questo sosteniamo il progetto Elite di Confindustria e Borsa Italiana, una sorta di palestra nella quale le aziende aderenti imparano a migliorare i propri processi manageriali, investono sulla crescita delle competenze industriali e sulle competenze delle risorse umane».
La ricetta che indica non è però sempre facile da attuare, considerato che molti imprenditori sono restii ad aprire il capitale, temendo di perdere il controllo dell’impresa, che spesso vivono come una propria creatura. «Questo è vero e infatti siamo consapevoli dell’opportunità di lavorare con la Confindustria e le istituzioni per migliorare la cultura finanziaria delle imprese italiane. Per altro oggi ci sono incentivi molto interessanti: la legge di Bilancio 2017 conferma il super-ammortamento del 140% per l’acquisto di beni strumentali e introduce un iper-ammortamento del 250% per gli investimenti in beni digitali. Si tratta di interventi che finanziamo volentieri per aiutare le imprese a cogliere le sfide del cambiamento e intercettare la ripresa in atto».
Fonte: http://www.repubblica.it/economia/rapporti/impresa-italia/mercati/2016/11/29/news/_e_arrivata_l_ora_di_investire_e_spingere_per_la_crescita_-153075289/