Domani la prima mobilitazione generale delle PMI della storia italiana
17/02/2014
Il 18 febbraio decine di migliaia di micro, piccoli e medi imprenditori scenderanno in piazza a Roma, per rivendicare una svolta urgente e concreta nella politica economica del Paese. E’ un evento storico, la prima mobilitazione generale delle PMI della storia italiana.
"Piazza del Popolo sarà stracolma di imprenditori: sono stati già prenotati 400 pullman, 7000 posti sui treni e 2000 sugli aerei. E di giorno in giorno le adesioni aumentano. Scendiamo in campo per farci sentire, orgogliosi di essere il motore dell’Italia: le micro, piccole e medie imprese sono il 94% delle imprese italiane. Un mondo che garantisce la crescita e il benessere per tutti, oltre a quasi il 52% occupati e al 69% del fatturato del Paese" afferma Marco Venturi presidente di Rete Imprese Italia.
"Non è una manifestazione contro, ma per costruire: vogliamo riprenderci il nostro futuro. Con gli amici presidenti delle altre associazioni che compongono Rete Imprese Italia, Giacomo Basso, Giorgio Merletti, Carlo Sangalli, Daniele Vaccarino, abbiamo ritenuto fosse giunto il momento di farci sentire.Questa mobilitazione arriva dopo anni crisi, che hanno sfiancato il Paese. Dal 2007 abbiamo perso il 9% del PIL, il reddito delle famiglie è diminuito quasi del 10%. Nel frattempo, le tasse – nazionali e locali – hanno raggiunto livelli ormai insostenibili, mentre il credito per le PMI cala ininterrottamente dal 2011" continua Venturi.
"Veniamo da un anno durissimo per le imprese e per le piccole in particolare. Nel 2013 hanno cessato l’attività 372mila imprese, mentre gli occupati sono diminuiti di 1 milione di unità. Nonostante questo, la pressione fiscale e contributiva sulle imprese è ancora al 66%, il 20% in più della media europea. Le tariffe non smettono di crescere e la riforma della tassazione locale si annuncia come l’ennesima batosta. Questa mobilitazione nasce per le difficoltà e le sofferenze evidenti degli imprenditori. Eppure continuiamo a sentire parlare di ripresa. Non vogliamo essere disfattisti: i segnali positivi ci sono, ma sono pochi e sono ancora troppo deboli. Tocca a noi tutti, a partire da Governo Parlamento, Regioni Comuni e parti sociali, trasformare i segnali in ripresa effettiva. Serve una svolta, e serve adesso: altri Paesi sono già tornati a crescere. Noi intendiamo fare la nostra parte, ma vogliamo risposte chiare" conclude Venturi.
Fonte:
impresa city