Dal vertice del Bric parte la sfida all’economia mondiale
15/06/2009
Roma, 15 giu (Velino/Velino Latam) – La revisione del ruolo e del potere degli organismi internazionali, con particolare riferimento al futuro del Consiglio di sicurezza dell'Onu, la scelta del dollaro come moneta di riferimento per gli scambi internazionali per le riserve finanziarie nazionali, le revisione del sistema del commercio mondiale, una nuova riflessione sul modello di non proliferazione nucleare affiancato a una politica del disarmo.
Sono questi i temi chiave del vertice del Bric (Brasile, Russia, India e Cina) che si aprirà domani nella cittadina russa di Ekaterinburg al quale prenderanno parte i leader dei quattro Paesi che insieme sono stati il principale motore della crescita del Pil mondiale negli ultimi due anni e rappresentano il 40 per cento della popolazione mondiale.
Al summit saranno presenti il presidente russo Dimitri Medvedev, i suoi colleghi Luiz Inacio Lula da Silva (Brasile) e Hu Jintao (Cina) e il primo ministro indiano Manmohan Singh. L'intesa tra le posizioni dei quattro colossi mondiali non sarà però facile, ma rappresenta certamente una prospettiva in grado di condizionare pesantemente gli equilibri politici ed economici a livello mondiale.
Il tema che suscita maggiore attenzione a livello internazionale è senza dubbio la riflessione sui rischi connessi all'utilizzo del dollaro come unica moneta per le riserve finanziarie, ovvero la “volatilità” delle riserve inevitabilmente connessa alle politiche economiche messe in campo da Washington.
Non si tratta, chiaramente, di una questione che si potrà risolvere nel corso del vertice, ma la chiave, per il Bric non è la sostituzione della divisa americana con l'euro, ma l'uscita da un sistema controllato da un'autorità monetaria globale.
I primi passi in questo senso il Brasile li ha già mossi nella regione latinoamericana, sottoscrivendo con l'Argentina un'intesa che prevede l'eliminazione del dollaro come moneta di riferimento negli accordi binazionali a favore delle monete locali. Un accordo che potrebbe presto allargarsi ai rapporti commerciali tra Brasilia e Pechino che ha già attivato il sistema di scambio in yuan con altri partner commerciali.
I quattro giganti discuteranno inoltre dell'acquisto dei bond che saranno emessi dal Fondo monetario internazionale per poter sostenere i finanziamenti ritenuti necessari per lo sviluppo economico delle nazioni più arretrate. Una mossa importante, che esprimerebbe la volontà di diversificare le proprie riserve per il timore che le difficoltà dell'economia americana possano finire per danneggiare pesantemente le proprie risorse. Si tratta comunque di una presa di posizione più formale che sostanziale, dato che il maggior sostenitore del Fmi è proprio Washington. Ma quello che cercano, in maniera sempre più esplicita, i quattro Paesi del Bric è accrescere il proprio peso nella comunità internazionale.
Da qui la lotta per la riforma degli organismi principali multilaterali, la presa di posizione sulla riforma del Consiglio di sicurezza dell'Onu, le pressioni sull'allargamento di G8 e G20. Il ministro degli Esteri di Lula, Celso Amorim, nei giorni scorsi ha sostenuto che: “Il G8 è morto e non rappresenta più nulla” per poi spiegare che “manterrà la sua importanza ma non può prescindere dalla presenza di Cina, Brasile e India”.
Anche la questione sicurezza non potrà rimanere fuori dal dibattito che si aprirà domani: da una parte ci sarà la questione del nucleare, il Brasile è l'unica delle quattro potenze a non essere in possesso del nucleare per scopi militari e a premere per il disarmo, dall'altra c'è la volontà di trovare una soluzione condivisa per limitare l'“aggressività” della politica estera statunitense riformando il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Il Velino
Matteo Tagliapietra