Dal Brasile via libera alla rogatoria per Lollo

09/01/2009

Roma, 13 settembre 2005

Achille Lollo, l’ex-esponente di Potere Operaio condannato per il rogo di Primavalle, nel quale morirono i due fratelli Stefano e Virgilio Mattei, potrà finalmente essere interrogato.

Il Tribunal de justicia superior ha dato infatti il via libera alla richiesta di rogatoria presentata dalla magistratura di Roma “per l’escussione di Achille Lollo nell’ambito del procedimento penale a carico di Diana Perrone, Elisabetta Lecco e Paolo Gaeta”, coinvolti, secondo le dichiarazioni dello stesso Lollo, nella vicenda avvenuta ormai 32 anni fa.

Mario Mattei, segretario della sezione missina di Primavalle, viveva con la moglie e sei figli, Virgilio, Lucia, Silvia, Antonella, Stefano e Giampaolo, al terzo piano di una palazzina popolare in via Bibbiena. Verso le tre di notte del 16 aprile 1973 alcune persone, poi individuate come Achille Lollo, Manlio Grillo e Marino Clavo, versarono benzina davanti alla porta di casa e diedero fuoco. La donna, che aveva con se’ i figli piu’ piccoli, Giampaolo e Antonella, riusci’ a mettersi in salvo, Mattei rimase in casa riuscendo a salvarsi e a calare da una finestra Silvia e Lucia. Non pote’ fare nulla per Virgilio, di 22 anni, e Stefano, di otto.

Le indagini furono affidate al sostituto procuratore Domenico Sica che il 7 maggio chiuse l’inchiesta individuando in Lollo, Clavo e Grillo gli assassini. Dopo una prima assoluzione nel ’75, i tre vennero condannati definitivamente nell’86 per omicidio preterintenzionale e incendio colposo.

Achille Lollo fece solo due anni di carcere, poi riuscì a fuggire in Brasile. Nel 1993, la richiesta di estradizione cadde nel vuoto perché, per le autorità brasiliane, il reato era prescritto. Poi, all’inizio di quest’anno, la pena per Lollo, Grillo e Clavo è stata dichiarata estinta dalla Corte d’Appello di Roma.

Poche settimane dopo, il 10 febbraio scorso, in un’intervista al ‘Corriere della sera’, Lollo dichiara: “Voglio dire tutta la verita’ sul rogo e sulla morte dei fratelli Mattei. Non siamo stati in tre ad organizzare l’attentato. Eravamo in sei. Oltre a me, Marino Clavo e Manlio Grillo c’erano altri tre compagni che hanno vissuto liberi e tranquilli questi 32 anni. I loro nomi? Paolo Gaeta, Diana Perrone e Elisabetta Lecco”.

La Procura di Roma ha aperto immediatamente un’altra inchiesta. La condanna di Lollo (per omicidio preterintenzionale e incendio doloso) e’ ormai prescritta sia in Italia che in Brasile, ma dopo giorni passati a studiare le varie sentenze sul rogo di Primavalle, i pm romani Franco Ionta e Salvatore Vitello decidono di aprire un nuovo fascicolo per strage, reato non prescrivibile, e iscrivono i nominativi di Paolo Gaeta, Diana Perrone ed Elisabetta Lecco.

“Il rogo di Primavalle – afferma il sindaco di Roma Walter Veltroni – resta, dopo più di trent’anni, una ferita nel cuore della nostra città. Quel delitto fu uno dei momenti più duri di una stagione di violenze che seminò paure e lutti e la cui memoria deve restare viva, come monito per il presente e per il futuro, anche attraverso l’accertamento pieno dei fatti e delle responsabilità”.

Fonte:
Rai News 24
13/9/2005